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DOPO IL CASO ABEDINI-SALA, NUOVO BRACCIO DI FERRO TRA ITALIA E USA – LA VICENDA RIGUARDA UN ITALO-AMERICANO ACCUSATO DI AVERE VIOLENTATO PER 12 ANNI LA FIGLIA MINORENNE MENTRE ERA IN PROVINCIA DI GORIZIA - NEL 2023, DOPO LA FUGA NEGLI STATI UNITI DELL'INDAGATO, CHE RISIEDEVA PER LA MAGGIOR PARTE DEL TEMPO CON LA PROPRIA FAMIGLIA IN ITALIA, LA PROCURA AVEVA CHIESTO INVANO L'ESTRADIZIONE PER PORTARE AVANTI LE INDAGINI ED EVENTUALMENTE PROCESSARLO. MA LA RICHIESTA ERA STATA RISPEDITA AL MITTENTE E LA PROCEDURA NON È MAI STATA AVVIATA – A MARZO SCORSO, LA PROCURA DI GORIZIA ERA TORNATA A SCRIVERE AL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DEL TEXAS. LA RICHIESTA RIGUARDAVA…

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Valentina Errante per “il Messaggero” - Estratti

 

violenza sessuale

«In attesa di un favorevole accoglimento della presente richiesta di assistenza e nel rimanere a disposizione per ogni eventuale chiarimento in merito, si porgono rispettosi saluti».

 

Così, a marzo scorso, la procura di Gorizia era tornata a scrivere al Dipartimento di Giustizia del Texas. La richiesta riguardava l'assistenza giudiziaria per potere interrogare, anche in differita, J. C. e chiudere le indagini per l'italo americano che, per circa dodici anni, in un piccolo comune del Friuli, avrebbe stuprato sua figlia.

 

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Nessuna risposta. Il 18 dicembre scorso, una lettera dal Dipartimento di Giustizia del Texas ha informato la procura di Gorizia di avere inoltrato all'indagato gli atti del procedimento. Ma dell'interrogatorio richiesto dai pubblici ministeri, sulla base del Trattato Italia-Usa sulla mutua assistenza giuridica nelle questioni penali, al momento non ci sono ancora notizie.

 

Un muro di gomma, come spesso accade con gli Stati Uniti, che proprio in materia di estradizione danno per scontata la collaborazione italiana. Un caso destinato a fare discutere dopo le polemiche degli ultimi giorni a partire dal caso Abedini.

 

Nel 2023, dopo la fuga negli Stati Uniti dell'indagato, che risiedeva per la maggior parte del tempo con la propria famiglia in Italia, la procura aveva chiesto invano l'estradizione per portare avanti le indagini ed eventualmente processarlo. Ma la richiesta era stata rispedita al mittente e la procedura non è mai stata avviata. L'uomo, che aveva vissuto a Sagrado, un piccolo comune in Friuli Venezia Giulia di circa duemila anime, era partito quando aveva saputo di essere finito sotto accusa.

 

VIOLENZA SESSUALE

Chiara la posizione dei legali dello studio International lawyers associates, che difendono l'indagato: «Il nostro assistito non deve essere estradato né ora né mai e riteniamo poco praticabile qualsiasi tentativo di collaborazione. Inoltre, non è neppure ipotizzabile la conduzione di un processo a distanza, che è surreale».

 

Già mesi fa gli avvocati auspicavano la massima tutela per il loro cliente e chiedevano che fosse messo al riparo anche da future richieste delle autorità italiane. Così è stato.

Mohammad Abedini najafabadi

 

Secondo il sostituto procuratore di Gorizia Giulia Villani, l'uomo avrebbe costretto sua figlia (nata nel 1997), «con più azioni di uno stesso disegno criminoso - si legge nel capo di imputazione - a subire, da quando aveva sei anni fino a dopo che ne aveva compiuti diciotto, ripetuti atti sessuali nella camera da letto della sua abitazione».

 

Avrebbe obbligato la bambina a palpeggiare le parti intime del padre e, inoltre, a consumare con lui rapporti sessuali. Per questo i magistrati contestano al 52enne la violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima e dal rapporto di parentela che la legava all'indagato. I fatti si sarebbero consumati tra Sagrado e gli Stati Uniti, fino al 2015. La ragazzina dopo le violenze ha intrapreso un percorso di psicoterapia in un centro di igiene mentale, durato fino al 2019.

cecilia sala Mohammad AbediniMohammad Abedini najafabadiMohammad Abedini najafabadiVIOLENZA SESSUALE

 

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