1. E DOVEVA SALIRE SUL COLLE! IL SENSO DI PRODI PER LA DEMOCRAZIA (E GLI AFFARI) 2. AMICO PUTIN SI LANCIA IN UNA PENOSA BATTUTA SU AMICO SILVIO, PERSEGUITATO DALLA MAGISTRATURA “PERCHÉ NON È GAY”, E MORTADELLONE PRODI, SEDUTO ACCANTO, NON FA UNA PIEGA. ANZI, SI PRESTA AI SIPARIETTI DA AVANSPETTACOLO DEL SINCERO DEMOCRATICO CRESCIUTO NEL KGB E SI FA FOTOGRAFARE MENTRE LO ABBRACCIA 3. SEMPRE PRONTI AD ALZARE IL DITINO, I GIORNALONI ITALIANI OVVIAMENTE NON SI SOGNANO DI CRITICARE IL COMPORTAMENTO PAVIDO E OPPORTUNISTA DEL PRODE PRODI 4. JOE CONDOR LETTA: IL RUGGITO DEL CONIGLIO MANNARO CONTRO LA NANO DECADENCE

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a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. IL RUGGITO DEL CONIGLIO MANNARO
Anche i democristiani, nel loro piccolo, s'incazzano. E Lettanipote non fa eccezione. Provocato in ogni modo dallo Sbandato (e sbancato) di Hardcore, l'allampanato Aspenio gli ricorda che non è un martire della giustizia e che lui, come capo del governino, non è disposto a farsi sfinire di cazzottoni.

Conoscendo la fibra di Lettanipote, e soprattutto l'ampia copertura che gli assicura Re Giorgio, in effetti è altamente probabile che a cedere per sfinimento sia invece il Banana. Che tra due domeniche di anni ne compie 77 ("le gambe delle donne"), tra un mese rischia i domiciliari e ormai è costretto a mandare videocassette come Osama Bin Laden.

Il Corriere, che oggi lancia in prima pagina un pavido e vuoto elogio della stabilità ("Stabilità, solo da noi fa orrore"), registra la reazione del nerd pisano: "Il premier avverte: non ci sono persecuzioni. La giustizia funziona. ‘Inutile un'agonia, giocherò all'attacco. Non c'ho scritto Jo Condor in testa" (p. 10).

La Stampa dei Lingotti in fuga riassume bene con lo strillo in prima: "Letta stoppa Berlusconi. Il presidente del Consiglio pronto ad abolire il finanziamento ai partiti con un decreto". Sul Messaggero, "La controffensiva del premier. ‘Avanti, loro temono le elezioni'.

Per l'Iva non ci sono fondi. Tentiamo ancora il miracolo ma è molto difficile'" (p. 3). Divertente il Giornale, che al fianco di una vomitevole apertura contro "I ladri di Equitalia" (detto dal giornale di un maxievasore non è male), spara: "Letta fa il gradasso ma Berlusconi avverte: ‘Si muova o sarà crisi'" (p. 1).

2. NANO DECADENCE
Solito stop and go del Banana confuso. "Il Cavaliere tentato di aprire la crisi. Berlusconi torna a Roma e riunisce lo stato maggiore del partito. Esclude di dimettersi e punta alla guerriglia sui temi economici. Decadenza, prima udienza pubblica della Giunta il 14 ottobre. I fedelissimi: accelerano su pressione di Napolitano e del Pd" (Messaggero, p. 5).

Su Repubblica, invece, la solita velinazza quirinalizia: "Irritazione al Colle, grazia sempre più lontana. Allarme per gli attacchi di Berlusconi alle toghe. Oggi il discorso di Napolitano. Il rifiuto delle sentenze definitive va in senso opposto alle condizioni ritenute necessarie per eventuali clemenze" (p. 4).

Il Giornale di famiglia invece rimugina ancora sul mezzo miliardo che tocca scucire all'Ingegner Cidibbì: "Ora c'è anche la prova: per condannare il Cav si sono cambiate le norme. Mondadori, la Suprema corte ammette: De Benedetti doveva chiedere la revoca del verdetto ‘corrotto'. La difesa: "Sentenza ad personam" (p. 10).

3. E' STATO IL MAGGIORDOMO
Grave tradimento del Banana da parte del suo cameriere capo, che si mette a parlare con quei ragazzacci del Cetriolo Quotidiano. "Yogurt, Dudù e pigiamino: i miei 25 anni accanto a B.'. Parla Alfredo Pezzotti, ex maggiordomo del Cavaliere: ‘Quando si è operato a Cleveland c'ero solo io con lui'. ‘Sente spesso Napolitano, sono amici come con Letta Jr. Divento furioso quando leggo falsità sul capo. Assurdo che potesse pagare per fare sesso. Non ne ha avuto mai - e ripeto mai - bisogno. Ero io a svuotargli le tasche della giacca, ogni sera. E trovavo manciate di numeri di telefono. Richieste di ogni tipo: li buttavo quasi tutti via" (pp. 6-7).

4. PRESIDENTE, TESTIMONIAMO?
Disturbi giudiziari in vista anche per Sua Altezza Giorgio Banalitano II. "Stato-mafia, l'inchiesta non si sposta'. Così Grasso respinse le pressioni. La procura di Palermo acquisisce il carteggio col Pg della Cassazione. Per i pm le richieste di Mancino sono proseguite anche dopo lo stop alle intercettazioni. Riparte il processo. I magistrati chiederanno di sentire Napolitano come testimone" (Repubblica, p. 24).

Ogni volta che leggiamo "Stato-mafia" ci verrebbe da aggiungere il risultato: 1-5. Ma poi pensiamo che in fondo la Trattativa, ai quei tempi, era solo un vertice di maggioranza allargato, quindi è inutile metterla sulla competizione stretta. Poi non sempre vince Cosa Nostra, come si capisce da questo pezzo della Stampa sul mitico baronetto D'Ali: "Sacerdote si pente e accusa senatore Pdl: ‘Rapporti con i clan'. Trapani, monsignor Treppiedi si presenta ai pm. Coinvolto l'ex sottosegretario Antonio D'Alì".

Questo il passaggio chiave: "Il sottosegretario avrebbe poi pressato - senza riuscirci - per far trasferire, nel 2003, il cacciatore di latitanti Giuseppe Linares, dirigente della Mobile di Trapani". Linares, l'uomo che sacrificando interamente la propria vita ha dato per dieci anni la caccia a Matteo Messina Denaro facendogli il vuoto intorno, è stato appena promosso e trasferito a Napoli per occuparsi di camorra. Proprio una bella pensata, caro signor Pansa.

5. IL SENSO DI PRODI PER LA DEMOCRAZIA (E GLI AFFARI)
Amico Putin si lancia in una penosa battuta su Amico Silvio, perseguitato dalla magistratura "perché non è gay", e Mortadellone Prodi, seduto accanto, non fa una piega. Anzi, si presta ai siparietti da avanspettacolo del sincero democratico cresciuto nel Kgb e si fa fotografare mentre lo abbraccia. I giornaloni italiani ovviamente non si sognano di criticare il comportamento pavido e opportunista del prode Prodi.

6. SIAMO SOLO UNO STATO DI NECESSITA'
"Asse con Saccomanni. Letta: ‘Piuttosto che violare i vincoli Ue mi dimetto", riporta il Menzognero (p. 3), offrendoci uno sprazzo di verità sui mandanti delle larghe intese (che com'è noto non stanno in Italia e quindi che votiamo a fare?). Preoccupata Repubblica: "La Ue: ‘Se l'Italia sfora il 3% occorre subito una manovra'. Lupi: decidiamo noi. Regole più soft per gli altri paesi in crisi". "Il Pil peggiora, cercasi 1,6 miliardi ma con Imu, Iva e Cig ne servirebbero sei. La crescita a meno 1,7%, deficit al 3,1. Il Tesoro: ‘Rispetteremo il tetto'. Per l'Iva si parla di sterilizzare alcune aliquote. Per l'Imu ipotesi pagamento sulle case di pregio" (pp. 12-13).

Il Corriere delle banche advisor si frega già le mani: "Destinazione Italia, meno fisco e burocrazia. Via al piano per attrarre investitori. Da Poste Vita ad Ansaldo, spinta alle privatizzazioni". Uhm, interessante. Leggete qui che affarone: "Alcuni dossier sono già in stato avanzato, in particolare quello su Poste Vita. Negli ultimi anni la società ha visto passare la raccolta sul mercato da 24 a 60 miliardi, per l'anno prossimo si prevede una crescita di altri 7 miliardi. Con 11 miliardi di fatturato e mezzo miliardo di utili, Poste Vita vale metà dell'intero gruppo.

Ma non ha il peso della rete di sportelli e nemmeno del servizio universale, cioè il contratto con lo Stato per la consegna delle lettere. Un boccone ghiotto per chi vuole entrare con forza nel nostro mercato assicurativo. Qualche sondaggio riservato sarebbe già stato fatto da alcuni gruppi stranieri, come i tedeschi di Alliance e i francesi di Axa" (p. 6). Adesso avete capito perché Lettanipote e il grigio Saccomanno hanno ambizioni di tenuta e "L'Europa" per ora li sostiene? Deve partire un'altra bella stagione di saldi.

7. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Sempre appassionante la tragicommedia delle regole in casa del Piddimenoelle: "Pd, assemblea al via senza regole. Letta si smarca: non ho candidati. Si tratta a oltranza. Appello trasversale per recuperare iscritti. Il renziano Nardella: ‘Se siamo remissivi l'esecutivo si logora" (Corriere, p. 11).

8. AGENZIA MASTIKAZZI
"Il partito personale è un errore, voto Cuperlo", Franco Marini intervistato da Repubblica (p. 10).

9. OOOOOH, PAPONE NOSTRO, MA TU CI FAI SOGNARE!
Pulizia in Vaticano, aperture su divorzio, aborto e omosessualità, cacciata dei mercati dal tempio e pastorale francescana. Ma soprattutto, Bergoglione nostro

10. E' UN FAN DI ALDONE FABRIZI!
Leggete questi due passaggi di pure genio, tratti dalla mega-intervista a Civiltà Cattolica: "Sì, posso forse dire che sono un po' furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po' ingenuo. Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato. Sono un indisciplinato nato". "La Strada di Fellini è il film che forse ho amato di più. Mi identifico con quel film, nel quale c'è un implicito riferimento a san Francesco. Credo poi di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi" (Repubblica, p. 23).

11. TELECOM-MEDIA
Battute finali (forse) per la seconda era Bernabè. Almeno secondo Repubblica: "Telecom al redde rationem tra conti e soci. Braccio di ferro con Telefonica. Senza ricapitalizzazione voci di dimissioni di Bernabè. Alierta a Milano per incontrare azionisti e management ma la soluzione non è ancora arrivata" (p. 38).

Invece tutto va bene, madama la marchesa, sul Corriere delle banche azioniste: "Telecom rilancia su Tim e pensa alla holding. Sul tavolo anche il cambio di nome. Gamberale: siamo pronti a collaborare. Il nuovo piano illustrato ieri a consiglieri e sindaci del gruppo. Accelerazione degli investimenti sulla rete" (p. 39).

12. FREE MARCHETT A MANO ARMATA
Brillante paginata sul Corriere delle banche armate (p. 19): "Binelli Matelli: ‘Il mondo non aspetta. Ci servono le Forze Armate d'Europa. Il capo di Stato maggiore della Difesa illustra le sfide militari del futuro e delinea i contorni della sua ‘spending review'. ‘Acquistiamo gli F35 e utilizziamo le caserme per farci scuole e ospedali'". Si presta il giornalista Fabrizio Caccia. Meglio noto come Caccia bombardiere.

13. SPAZZATURA DI GUERRA
E sempre a proposito di armamenti e affini, bisogna rovistare giusto nelle pagine economiche della Stampa di Torino per trovare questa notizia: "Spazzatura' il rating Finmeccanica. L'agenzia Moody's declassa il debito del colosso della difesa al livello ‘junk'. ‘Cedendo i trasporti la società avrebbe risolto i problemi di Ansaldo Breda" (p. 25).

14. UN SIMPATICO CAZZONE SUL CANAL GRANDE
Qualcuno trovi un'occupazione per il telepredicatore molleggiato. Oggi ha affittato una pagina del Corriere per combattere i grandi inserzionisti delle crociere e l'ha sprecata mettendoci la sua faccia e un testo così: "Domani non sarà un bel giorno per il nostro Paese, anche se ci sarà il sole. Con l'ignobile sfilata delle 13 navi dentro la laguna di Venezia si celebra L'ETERNO FUNERALE delle bellezze del mondo. Adriano Celentano" (p. 32).

colinward@autistici.org

 

 

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