DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
1 – ASIA ARGENTO, ANCHE LEI. MA NON SOLO LEI
Giuliano Ferrara per “il Foglio”
Qui non si parlò mai con acrimonia di Asia Argento, infatti siamo radical conservative -chic, né bene di Harvey Weinstein, e per la stessa ragione. Si è bensì criticata a sufficienza la procedura sommaria di accertamento e condanna alla gogna per maschi eterosessuali, maschi gay, campioni della scena, della musica, dell' arte, della politica, dell' amministrazione, della vita comune privata e pubblica, della struttura ecclesiastica cattolica e non, molta gente abbandonata ai cani e ai corvi senza pensarci su due volte.
"Sommario" è un termine che ci piace del gergo giornalistico, è una frase ulteriormente esplicativa del testo e del titolo di un articolo; ci piace come soluzione letteraria, "Sommario di decomposizione" è uno scritto dell' apocalittico Emile Cioran; ci piace il pensiero sommario quale antidoto al lambiccato, al tortuoso, all' insensato banalmente difficile: ma sommario combinato con processo o con giustizia ci atterrisce e sgomenta il nostro naturale senso del diritto garantito a tutti e per tutti.
Talvolta siamo stati sommari con i sommari, e sempre con i somari, ma solo a condizione che si trattasse di moralizzatori inevitabilmente moralizzati, nostra vecchia e gloriosa fissazione. Giusti anche con gli ingiusti, ma fino a un certo punto.
Il caso ora emerso di Asia Argento, che paga il silenzio di un minore finito per seduzione nel suo letto, dopo aver fatto parecchi pasticci nella denuncia chiassosa dello spirito predatorio di Weinstein, un altro che pagava silenzi e rinunce ad azione in giudizio, non ci conforta, ci avvilisce.
Eppure dimostra, per la via peggiore, che siamo stati quasi sempre nel giusto quando, dai lontani anni delle inchieste sulla corruzione a Milano e in Italia, mafia e antimafia comprese, avvertimmo che chi grida all' untore, chi reclama la gogna, chi si atteggia a moralizzatore e giustiziere sommario è spesso solo qualcuno in attesa di essere moralizzato e "giustiziato" con i suoi stessi mezzi.
asia argento e jimmy bennett 1
Non dico sia una legge, però certo è una costante, come quella dei vent' anni, il tempo occorrente per la sinistra italiana e non solo a capire quanto abbia sbagliato, quando ha sbagliato, nella valutazione delle cose più evidenti. Ora forse hanno capito che l' aggressione brutale a Craxi e a Berlusconi è stata l' incubatrice dell' espansionismo aggressivo dei nuovi potentati di massa populisti e nazionalisti, ma è un po' tardino, direi.
E le donne impegnate nella campagna #MeToo non dovrebbero anche loro far passare vent' anni prima di ammettere che, certo, una rivolta contro la manomorta maschile sui loro corpi, la pretesa di possesso su vite e carriere, la seduzione carnale tendenzialmente coattiva e ricattatoria, aveva da venire ed è venuta, ma seguendo la via assurda della denuncia generalizzata costruita non già come la premessa di una accusa in giudizio, e di un giudizio, ma come una condanna massmediatica e un sommario processo di comunicazione neogiacobina, in nome della dignità femminile invece che della salute pubblica cui fu intitolato il famoso comitato di governo dei rousseauiani del 1792 (quelli di oggi sono mentecatti, a confronto).
La categoria del moralizzatore moralizzato si apparenta strettamente a quella del ghigliottinatore ghigliottinato, e la sua base come sempre è la viltà e il guardonismo delle tricoteuses che sferruzzano sulla pubblica piazza in attesa della consegna al patibolo del Tribunale supremo e sommario della storia e dell' ideologia.
Viva la faccia di quelle femministe toste, robuste, sicure del fatto loro, che hanno sempre ripetuto solitarie, in questi mesi di cervelli all' ammasso, come diceva Guareschi, che è troppo facile chiedere a gran voce punizioni e cambiamenti nei maschi, tutte cose doverose e sacrosante, quando è evidente che il primo cambiamento richiesto dalla realtà dei fatti è uno sganassone femminile e una denuncia circostanziata e a caldo, e chissenefrega della carriera e del sofà del produttore.
asia argento e jimmy bennett 1
Personalmente non credo che un diciassettenne finito nel letto della prima attrice di un film che insieme stavano girando sia icona di vittimismo e preda di un' orchessa, credo di più nella pedagogia erotica che una parte della generazione di chi scrive ha ovviamente sperimentato senza strepiti inutili e esagerazioni, e la considero già un risarcimento per eventuali problemi psicologici denunciati tardivamente in cambio di quattrini.
Lo stesso vale per direttori d' orchestra sublimi e buoni preti e grandissimi attori che hanno forse aperto la patta di un efebo, magari parecchio in là con l' età, e pagano un prezzo del tutto sproporzionato a accuse poco sostanziate da fatti e prove.
Io l' atrocità nel rapporto tra adulti e creature puberi non la vedo, mentre vedo bene i limiti di legge e i confini di moralità comune da rispettare, ma senza strafare settant' anni dopo, come in Pennsylvania. Forse sono un mostro, ma è così. Sono un mostro beneducato, credo.
2 – IL BERSAGLIO FACILE
Estratto dell’articolo di Natalia Aspesi per “la Repubblica”
asia argento limona con un cane in go go tales
A essere tipi da Twitter sempre inferociti, si potrebbe dire, crudamente, Pan per Focaccia!
Oppure, crudelmente, Chi la Fa l' Aspetti! O addirittura, sbavando di piacere, sia Dente per Dente! Che Tanto va la Gatta al Lardo!
Spero sia più elegante e sereno limitarsi ad ammonirla, Smemorata! Ingenua! Tontolona! Al massimo, bonariamente, tenendo conto delle porcherie sul web molto frequentate, Sporcacciona! La quotidiana Persona da Linciare oggi è lei, Asia Argento, e bisognerebbe per questo pensarla non dico con affetto, ma con una certa sorellanza al di là di un # MeToo alla deriva anche per questa storia.
asia argento e jimmy bennett dylan e cole sprouse
Sorella perché infelice, perché irregolare, perché tempestosa e forse perché attrice Punita oltre le molestie e le violenze subite o immaginate come tali, troppo tardi denunciate e troppo facilmente accolte; oltre le possibili accuse di pedofilia se non di un incesto almeno virtuale; oltre l' umiliazione di dover pagare per un pomeriggio molto sventato ma certamente condiviso (da un maschio di 17 anni, in piena baldanza ormonale!); oltre il silenzio concordato ma infranto del molestato o di chi per lui.
(…)
Il giovanotto aveva ancora incubi demoniaci a causa di quella spaventosa esperienza con selfie di ambedue contentissimi, che era stata trovarsi a letto con una bella e molto ambita signora, allora di 37 anni. Lui 17, come Macron al tempo dell' innamoramento per Brigitte, poi sua moglie, 24 anni di differenza, o come Bertrand de Jouvenel sedotto dalla scrittrice Colette, 30 anni di più e sua matrigna.
(…)
Certo tra Bennett e Asia c' era un vecchio legame: nel 2004 lei aveva diretto e interpretato Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, tratto dallo scandaloso romanzo di un autore inventato: lei tutta bionda era una mamma disastrata, drogata, puttana, con un figliolino di 6 anni ( Jimmy ne aveva 8) che, continuamente abbandonato, veniva anche ogni tanto stuprato dai compagni di mamma.
Si sa che gli attori bambini non sanno nulla della trama, ma è probabile che da adolescente abbia visto il film con quella cinemamma schizoide. Incontrandola in una camera d' albergo e ricevendone omaggi, forse non sgraditi ma certo indecorosi, potrebbe non essersi trovato male al momento, consenziente e partecipante. Ma poi, ripensando al fatto che a causa del vecchio film lei lo chiamava figlio e lui mamma, può essere che abbia avuto dei ripensamenti: tanto più che la sua vera mamma aveva fatto fuori i suoi guadagni di attore bambino molto ricercato per il suo faccino stentato, e lui aveva bisogno di soldi.
Sono storie molto tristi, anche per il godimento cattivo che suscitano. Si aspettano soprattutto le reazioni di chi ha fatto di Asia una Maria Goretti Viva e dimostratasi Imperdonabile Peccatrice: saranno ugualmente al suo fianco in questo disastro di immagine e credibilità, oppure se ne laveranno le mani ritenendola indegna di dirsi molestata essendosi rivelata molestatrice? E magari ci sarà chi a questo punto proverà a riflettere sull' esperienza di Jimmy il molestato: perché magari, l' altra, l' altro ( non Weinstein per carità) al momento fatale può rivelarsi attraente, e solo dopo, ripensandoci, le vittime si rendono conto di essere state usate, non amate, prese in giro. Ma forse non violentate.
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