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Richard Newbury per "La Stampa"
Non molto tempo fa la BBC nel suo idealismo missionario - inseguendo la parità tra i sessi e chissà , anche le pari opportunità - decise di far diventare unisex tutti i bagni del personale. Restava il dato di fatto che l'approccio e la fruizione dell'area «toilette» fosse da sempre, per maschi e femmine, completamente differente.
Per osservare e comprendere il comportamento delle donne in quel particolare contesto possiamo eleggere a nostra guida il nuovo film Powder Room che ha sbancato il botteghino in Gran Bretagna, ottenendo recensioni entusiaste.
Ambientato nella toilette di una discoteca londinese, questo film indipendente e a basso costo, è stato tratto dal testo teatrale When Women Wee («Quando le donne fanno pipì») di Rachel Hirons. La regista, M.J. Delaney, è una donna, ed è rosa anche l'intero cast e la rock band Fake Club.
Solo il direttore della fotografia, John Lee, è un maschio e come tale si destreggia tra i limiti spaziali del bagno vissuto al femminile, raccontando questo mondo alterato che spesso si trasforma in una specie di confessionale. I muri raccolgono i segreti delle tossiche e delle disperate; gli specchi riflettono scene estreme; la carta igienica asciuga fiumi di lacrime. Anche le ragazze diventano a loro volta «direttori della fotografia» quando non si truccano più per se stesse ma per gli autoscatti con il telefonino: «perchè Facebook è per sempre».
La trama ruota attorno al concetto che nei gabinetti delle discoteche le comuni regole dell'interazione sociale sono sospese. Anche un trucco dai colori di guerra applicato con cura davanti allo specchio per irretire un maschio di passaggio nasconde segreti e serve a mascherare insicurezza. E sarà forse l'estranea di fronte a te, intenta a sua volta a costruire la sua maschera, a rivelarti questa verità .
Il film racconta di balli, bevute, luci stroboscopiche, sveltine e cocaina. A essere coinvolta in tutto questo è Sam, interpretata da Sheridan Smith, sette premi ottenuti come miglior attrice, dal musical Legally Blonde al classico di Ibsen, Hedda Gabler. Sam durante una notte folle ci porta con sè in un viaggio voyeuristico nelle vite di svariate donne, a tutti gli stadi della vita e dell'amore.
Nel vuoto di una notte di bisboccia la ragazza comprende che la sua vita è un casino senza senso, animato solo dal gruppo delle sue migliori amiche, disadattate ma fedeli, Chanel (Jaime Winstone), Saskia (Sarah Hoare), e Paige (Rian Steele). Vorrebbe diventare adulta, ma le riesce difficile.
Nel tentativo di allargare i suoi orizzonti, cerca la sua vecchia amica del college, Michelle (Kate Nash), che non vede da anni, e la sua sofisticata amica Jess (Oona Chaplin), che mette soggezione tanto è alla moda. Michelle ha una «perfetta vita da Facebook». Vive a Parigi, gestisce on line un sito di moda, si è appena fidanzata con l'uomo perfetto e ha un enorme diamante al dito. In loro compagnia Sam si sente inadeguata così inizia a raccontare bugie e si crea una vita fittizia. Passa tutta la sera a cercare di tenere in piedi il suo castello di invenzioni. Messa di fronte alla dura realtà , riuscirà a mantenersi fedele a se stessa e a risalire la china?
Sam pensa che le due parigine siano amiche ideali ma poi arriva in discoteca il gruppo delle sue vere amiche, guidato da Chanel. La protagonista vede che sono volgari ma sa anche di essere legata a loro perché sono le migliori amiche che possa mai trovare. E disprezza le presuntuose ragazze parigine anche se mendica la loro approvazione e la loro amicizia.
In Powder Room tutte cercano disperatamente di divertirsi in discoteca, ma nessuna ci riesce. Se la passano tutte malissimo e fanno del loro meglio per non darlo a vedere.
Il fatto che si tratti di un film fatto da donne che parla esclusivamente di donne piuttosto che concentrarsi come d'abitudine sulle relazioni tra i sessi, lo rende ancora più universale.
Anche le cattive ragazze possono essere femministe? Le brave ragazze, con la loro indipendenza economica e i loro incarichi manageriali si uniscono ai manager nei bagni unisex della BBC. Le cattive ragazze preferiscono la solidarietà e la complicità della toilette femminile.
Ma, infine, una discoteca non è un luogo di meditazione; anche gli specchi riflettono solo una messa in scena da commedia dell'arte. Eppure, proprio qui, tra la spazzatura e i rimasugli di una nottata sfrenata, si fa strada il blues più accorato, forse un eco di Amy Winehouse: dalla speranza al dopo sbornia.
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