1. DA “THE CANYONS” A “PACIFIC RIM”, DA “THE LONE RANGER” A “ONLY LOVERS LEFT ALIVE”, PASSANDO PER “GLI AMANTI PASSEGGERI” DI ALMODOVAR, I PIÙ SOTTOVALUTATI DEL 2013 2. SOTTOVALUTATO ANCHE IL BEL DOCUMENTARIO DI ROBERTO MINERVINI “STOP THE POUNDING HEART”, CHE TRIONFA IN MOLTE LISTE DI FILM DELL’ANNO DELLE RIVISTE AMERICANE 3. ASSURDAMENTE RITENUTO UN FILM MINORE “THE BLING RING” DI SOPHIA COPPOLA, CHE È UN FILM IMPORTANTE, FORSE PIÙ TEORICAMENTE CHE COME OPERA IN SÉ (I FILM MIGLIORI SONO QUELLI CHE TI FANNO STAR MALE PERCHÉ CERCANO NUOVI LINGUAGGI, NON QUELLI CHE TI RACCONTANO LA LORO STORIA ESATTAMENTE COME PENSI DI VOLERLA SAPERE)

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Marco Giusti per Dagospia

Non abbiamo proprio niente da fare, eh? Che tristezza, però, fanno quei film che promettevano tanto e, magari non è che mantengono poco, ma non vengono proprio capiti o giudicati come avrebbero dovuto. Ora, è chiaro che "Sole a catinelle" di Gennaro Nunziante e Checco Zalone, col suo incasso record, è stato assolutamente capito dal pubblico, ma certo non è stato capito dalla critica (solo due palle per Mereghetti).

E non verrà sicuramente capito nemmeno dai cervelloni che votano ai David di Donatello, che voteranno in massa per "La grande bellezza" (due palle e mezzo per Mereghetti), altro film che la critica italiana ha generalmente sottostimato rispetto a quella inglese e americana oltre che, ovviamente, a Curzio Maltese, che lo aveva battezzato capolavoro da subito.

Ma non è certo presentabile come un film sottovalutato. Anzi. Lo è sicuramente invece "Rush" di Ron Howard, perfetta macchina da cinema che non è stato apprezzato abbastanza, forse a causa del suo tema, troppo sportivo, mentre esplodeva contemporaneamente "Gravity" di Alfonso Cuaron, ma almeno il Niki Lauda di Daniel Bruhl meriterebbe una nomination.

E' sottovalutato anche "The Lone Ranger" di Gore Verbinski, western sfortunato pensato per essere una sorta di film di avventure alla Jack Sparrow e invece si è ritrovato un pubblico per niente interessato. Troppo dark, troppo antico il tema (ma i pirati allora?), troppo puntato sull'indiano Tonto e troppo poco sul protagonista, il Lone Ranger, così insulso. E poi, non aveva torto Tarantino, come si può fare un film per bambini e mostrare un genocidio indiano? Pubblico imbarazzato, ovvio. Ma il film ha il suo fascino e Johnny Depp sembrava risorto sotto il cerone.

E quel capolavoro di "Pacific Rim" di Guillermo Del Toro? Troppo 3D, troppo luminoso e eccessivo per piacere al pubblico dotto dei critici, ma quanto è innovativo e quanto si apre al pubblico asiatico? Sottovalutatissimo. Come "Stoker" di Park Chan Wook, capolavoro dark che parte da una variazione di un tema hitchcockiano per una specie di saggio teorico sul cinema americano con una Mia Wasikoska incredibile, che ritroviamo nel film più sottovalutato visto a Cannes, "Only Lovers Left Alive" di Jim Jarmusch, con i vampiri più dandy che si siano mai visti al cinema.

Abbiamo sottovalutato anche il bel documentario di Roberto Minervini "Stop the Pounding Heart", che pure trionfa in molte liste di film dell'anno delle riviste americane. Io no, i critici che lo hanno premiato come opera prima europea della stagione neanche, ma i nostri giornalisti non si sono affatto accorti di un piccolo gioiello tedesco, "Oh boy! Un caffè a Berlino" di Jan Ole Gerster, che tutti i ragazzi che studiano cinema dovrebbero vedere. Meglio di quasi tutto quello che si è visto ultimamente.

E "The Canyons" di Paul Schrader, che è stato così massacrato dalla critica americana? Troppo povero, troppo poco e anti-hollywoodiano, ma è un incredibile viaggio nella morte del cinema e della società americana, con una star sfatta e squinternata come Lindsay Lohan e il fusto James Deen, così poco attori.

Mettiamoci anche "Questa è la fine" di Seth Rogen e Evan Goldberg con gli attori di Hollywood che affrontano la fine del mondo e un diavolone dal pisello gigantesco. Da noi non è stato proprio capito e subito bollato come demenziale per ragazzi. Non lo era. Era un film molto più interessante e sottile. Con tanto di Emma Watson che si oppone a essere violentata dai maschi come in un horror e armata di una scure affronta il demonio.
Lo amava anche Tarantino.

Di fronte a "Cloud Atlas" dei fratelli Wachoswki e Tom Tykwer veramente non ho un'idea chiara. Generalmente è stato massacrato come disastro autoriale, ma è un film complesso da un romanzo ancor più complesso che forse dovevamo osservare più attentamente e che avrà sicuramente oltre che dei fan accaniti (lo so, ci sono) una rilettura critica più attenta tra qualche anno.

Come credo capiterà a "Gli amanti passeggeri" di Pedro Almodovar, assurdamente ritenuto un film minore in quanto commedia. O "The Bling Ring" di Sophia Coppola, che è un film importante, forse più teoricamente che come opera in sé. Ci metterei anche tre film che a Venezia non sono stati molto amati: "Tom à la farme" di Xavier Dolan, incredibile thriller mélo gaio canadese, "Gerontophilia" di Bruce La Bruce, nome storico del cinema gay indipendente canadese, col suo tema assurdo e "Under the Skin" di Jonathan Glazer.

Tutti sottovalutatissimi. Non parliamo poi di "Child of God" di James Franco, che non è piaciuto proprio a nessuno, ma che, senza averlo amato, l'ho trovato più che interessante. E poi si sa, i film migliori sono quelli che ti fanno star male perché cercano nuovi linguaggi, non quelli che ti raccontano la loro storia esattamente come pensi di volerla sapere.

 

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