1. DOPO IL FURTO DA UN MILIONE DI DOLLARI IN PURO STILE BLING RING AVVENUTO IN UNA STANZA DEL MARTINEZ (NUN TE POI FIDA' NEANCHE DEGLI ALBERGONI) IN BRILLOCCHI TARGATI CHOPARD, GRANDE SPONSOR DEL FESTIVAL, FINALMENTE A CANNES SI TROMBA 2. SUL SERIO, CON DETTAGLIONI COME NEI PORNO. SCHIZZI E TUTTO. OVVIO CHE SI TROMBA TRA MASCHI, VISTO CHE NON CI SONO MEZZE MISURE A CANNES, O FILM ETERO MISOGINI CON DONNE STRONZE O FILM APERTAMENTE GAY, O NON SI VEDONO PROPRIO 3. COME IN QUESTO SCATENATO, MA IMPECCABILE "L'INCONNU DU LAC" DEL FRANCESE GUIRAUDIE, DOVE TROVIAMO UN BEL PO' DI MASCHI CHE SI INCONTRANO NUDI IN RIVA AL LAGO

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TRAILER - "L'INCONNU DU LAC" - FILM PRESENTATO A CANNES

 

L INCONNU DU LAC (Bande annonce VO FR) from Les Films Du Losange on Vimeo.


Marco Giusti per Dagospia

Cannes. Dopo il furto da un milione di dollari in puro stile Bling Ring avvenuto in una stanza del Martinez (nun te poi fida' neanche degli albergoni...) in brillocchi targati Chopard, grande sponsor del festival, e dopo le grandi discussioni sul significato politico di "Le passe'" dell'iraniano Asghar Fahradi, gia' definito un po' di destra e misogino, ma soprattutto dopo aver visto il suo protagonista, il Mastroianni iraniano, senza parrucchino, finalmente a Cannes si tromba.

Sul serio, con dettaglioni come nei porno. Con schizzi e tutto. Ovvio che si tromba tra maschi, visto che non ci sono mezze misure a Cannes, o film etero misogini con donne stronze o massacrate o film apertamente gay, dove almeno le donne si rispettano. O non si vedono proprio.

Come in questo scatenato, ma impeccabile "L'inconnu du lac" del francese Alain Guiraudie, presentato a Un Certain Regard, dove troviamo un bel po' di maschi che si incontrano nudi sulla spiaggia di un lago.

Tra i maschi agitati (c'e' anche chi sta cercando una donna, poveraccio, ma ha sbagliato posto), che fanno sesso nel vicino boschetto o prendono il sole con gli attributi all'aria, c'e' Franck (Pierre Deladonchamps) che diventa amico del grosso Henri (Patrick D'Assamcao), una volta sposato, ma guarda il bel Michel (Christophe Patou), un tipo baffuto e pericoloso, che Franck ha visto far scomparire nelle acque del lago un suo partner. Ma forse proprio per questo gli interessa.

Natura, sesso, morte. Grande fascino visivo, schermo panoramico, e notevoli battute ("Per il fatto che scopiamo, mica dobbiamo anche mangiare assieme?"). Film gia' cult gay, ma di difficile distribuzione con tutte queste eiaculazioni. Opera, ha detto il regista, di esperti del settore hard e non degli attori. Ne aveva parecchie, più' o meno quanto ne aveva di bei tramonti e di natura. Li ha ben diluiti.

Si parla molto di "The Congress" di Ari Volman, presentato con successo ieri a La Quinzaine, che Indiewire ritiene "Il film più anti-hollywoodiano che sia mai stato girato", dove un'attrice di mezza eta', Robin Wright, si presta a vendere la propria immagine per un esperimento di digitalizzazione futuristica che le dara' vita e gloria immortale.

Dopo una prima parte dal vero, con Harvey Keitel come agente della Wright, il film diventa un cartone animato un po' new age, che Volman realizza con tecnica simile a quella di "Valzer con Bashir", dove il personaggio dell'attrice, obbligata a recitare se stessa da altri punti di vista, sara' totalmente cannibalizzato dalle logiche del commercio e della vendita.

Niente male la docu-fiction "Stop The Pounding Heart" dell'italiano Roberto Minervini, presentato fuori concorso stamane, terza parte di una trilogia texana che il regista, italianissimo con studi a New York e a Madrid, ha realizzato sulla vita di una piccola comunita' di fattori cowboy molto religiosi che vivono secondo logiche tutte loro e piuttosto chiuse.

Nel particolare seguiamo due ragazzi, lei, Sara, una allevatrice di capre con undici fra fratelli e sorelle, lui, Colby, cavalcatore di tori, che si amano ma non possono neanche accettarlo per le regole religiose della famiglia di lei, che deve mantenersi pura fino al matrimonio. Minervini, come nei suoi precedenti documentari, sembra ossessionato dalla vita nelle comunita' americane più remote. Certo, in Italia, questo progetto non glielo avrebbe finanziato nessuno.

 

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