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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1. FORMIGLI SU FACEBOOK
La ricostruzione di Travaglio sul confronto con Piero Grasso a Piazzapulita è falsa. Vi spiego perché.
1 - Durante la puntata di Servizio Pubblico, scrive Travaglio, "s'intromette nottetempo il simpatico Corrado Formigli, che non c'entra nulla di nulla, invitando Grasso via twitter a tenere il duello a Piazzapulita"
Non mi sono "intromesso". Ho semplicemente offerto il mio spazio di approfondimento dato che Grasso in diretta ne ha chiesto uno per il confronto. E visto che Grasso parlava di un programma prima di giovedì e che io conduco un programma, per giunta alla stessa ora e sulla stessa rete di Servizio pubblico, e prima di giovedì, non si può dire che non c'entrassi "nulla di nulla". Lo dimostra il fatto che, subito dopo di noi, altri programmi della rete e non solo si sono fatti avanti per ospitare il confronto.
Tutti "intromessi"? Dovevamo tutti rimanere zitti e buoni in segno di religioso rispetto? E magari aspettando, far sì che il confronto si tenesse su una rete concorrente di La7? La tv vive di confronti, di contraddittorio, di eventi. E quando una notizia esce da un programma diventa di tutti. Perché avrei dovuto lasciar cadere la richiesta del presidente del Senato? Un confronto Grasso-Travaglio a Piazzapulita, organizzato in modo aperto e leale, sarebbe stato un evento interessante. E non credo di essere l'unico a pensarlo.
2 - "Formigli mi convoca con un gentile sms per lunedì nel suo programma già bell'e pronto, manco fossi la sua colf"
E' vero che ho inviato a Travaglio un sms per invitarlo a Piazzapulita. L'ho fatto dopo averlo chiamato al cellulare inutilmente per due volte, e per due volte lui ha chiuso la comunicazione. E dopo che lui stesso mi ha chiesto, con un messaggino, di comunicare per sms. Il mio sms diceva così: "Ciao Marco allora lunedì sei con noi a Piazzapulita per il confronto con Grasso? Se vuoi ne parliamo appena ti liberi".
Non mi pare una "convocazione" ma un invito, con tanto di punto interrogativo e proposta di discutere le modalità di un programma che, come risulta dal messaggio, non appare "bell'e pronto" ma da costruire assieme. Quanto alla colf, vorrei tranquillizzare Marco: mi rivolgo alla persona che mi aiuta in casa con lo stesso rispetto che uso con chiunque altro. A giudicare dai toni, temo che lui non faccia lo stesso.
3 - Non è vero che Travaglio nel suo sms abbia risposto che "il confronto avverrà nel programma che ha originato la polemica e con cui collaboro in esclusiva". Il suo sms dice così: "No grazie. Lo faccio da Michele oppure sulla web tv del Fatto e di Servizio Pubblico". La web tv del Fatto è evidentemente un programma diverso da quello che ha originato la polemica, cioè Servizio Pubblico. Se Marco cita le fonti, che almeno le citi correttamente. Specie se la fonte è lui stesso. Quanto all'esclusiva, mi risulta che per Travaglio non sia valsa in numerose altre occasioni. Torna in vigore quando viene invitato a â'Piazzapulita''?
4 - L'idea che il direttore di La7 Paolo Ruffini si sia accordato "alle sue spalle" con me e Grasso è semplicemente ridicola. Sono stato io a invitare Grasso e Travaglio ed è stato Grasso ad accettare l'invito su Twitter alle 7.31 del mattino dopo la puntata di Servizio Pubblico. Una volta accettato, il Presidente del Senato ha voluto mantenere il suo impegno nonostante Ruffini, col quale ho parlato solo dopo l'accettazione di Grasso, abbia fatto presente al presidente del Senato che anche altri programmi della rete sarebbero stati disponibili al confronto.
Ma Grasso è stato fermo sulla parola data a Piazzapulita, ed io non posso non apprezzare il fatto che abbia mantenuto il suo impegno. D'altra parte non c'era e non c'è alcuna ragione per ritenere che Piazzapulita non sia adeguato ad ospitare il confronto. Infatti lo stesso Santoro, in trasmissione, visto che il Presidente del Senato non voleva aspettare il giovedì successivo, aveva così invitato Travaglio e Grasso a mettersi d'accordo sul duello: "Trovatevi un posto dove volete voi". Dunque non necessariamente Servizio Pubblico.
Ma Travaglio di come sono andati i fatti se ne frega. E invoca le maniere forti: "Spetterebbe a Ruffini mettere a posto Formigli e tutelare la dignità del programma di punta di La7". Lasciamo stare la prosa da manganello, qui mica stiamo parlando di liberali. Ma che cosa avrebbe dovuto fare Ruffini? Sigillare gli studi di Piazzapulita, far prelevare il Presidente del Senato e deportarlo nottetempo a Servizio Pubblico per tutelare la dignità umiliata di Travaglio? Raccogliendo velocemente la richiesta di Grasso di fare un confronto, ho fatto il giornalista. Cioè il mio mestiere.
Caro Marco, da un po' di tempo le tue ricostruzioni fanno acqua da tutte le parti. Sui giudizi non metto bocca, ma allo stravolgimento completo dei fatti e alle accuse mosse a vanvera non si può non rispondere. Soprattutto quando chi scrive bugie si atteggia da anni a giudice delle falsità altrui.
Vedi Marco, il fatto che io abbia lasciato la redazione di Michele Santoro due anni fa per tentare la mia strada, con un mio gruppo di lavoro e un programma che si sta facendo spazio e sta guadagnando ascolti grazie a molti bravi e giovani giornalisti, non implica per forza che si debba essere nemici. Si cresce, ci si appassiona, si gareggia sul piano delle notizie e degli ospiti.
Collaboriamo sulla stessa rete in giorni diversi. I buoni ascolti di Servizio Pubblico sono anche per noi un'ottima notizia, così come dovrebbero esserlo per Servizio Pubblico quelli di Piazzapulita. Emancipazione, mercato, competizione. Attenzione alle esigenze del pubblico. Non sono brutte parole, come sai bene. L'ospite della settimana, Marco, era Pietro Grasso. Ci siamo limitati a invitarlo al confronto, e lo abbiamo fatto prima degli altri e prima che qualche altra rete lo facesse al nostro posto.
Tutto quello che ho scritto qui vale fino a domani, alle 21.15, quando su La7 inizierà Piazzapulita. Allora le considerazioni e i risentimenti personali verranno messi da parte per realizzare una trasmissione giornalistica corretta e imparziale.
Le porte dello studio rimarranno aperte per te fino all'ultimo momento utile, e se vuoi anche al telefono. Altrimenti il Presidente del Senato lo intervisterò io, da solo, facendogli tutte le domande che, credo, il pubblico si aspetta. Nello spirito di un contradditorio che è il sale del nostro mestiere. Su un fatto che non è privato, ma interessa tutto il paese.
DUELLO A UNO
di Marco Travaglio per Il Fatto
Siccome sulla polemica del presidente del Senato Piero Grasso si è subito attivata la macchina della disinformazione, è il caso di mettere qualche altro puntino sulle i.
Sul merito del duello. Finale di Champions League, poniamo, tra Juventus e Barcellona. All'ultimo momento l'Uefa cambia le regole e stabilisce che la Juve non può giocare. Anziché rifiutarsi di disputare la partita senz'avversario per un elementare principio di sportività , il Barça scende ugualmente in campo da solo, tira 90 volte (una al minuto) nella porta vuota, vince 90 a zero e si aggiudica la coppa.
Alle comprensibili proteste della Juve, giocatori, dirigenti e tifosi del Barcellona rispondono che sì, in effetti, cambiare le regole del gioco all'ultimo momento non è stato il massimo. In ogni caso la loro vittoria è valida, dunque ritirano il trofeo e se lo portano a casa. L'indomani, sui giornali, si legge che la finalissima è stata comunque regolare: infatti chi ci assicura che la Juventus, se avesse potuto battersi contro il Barcellona, avrebbe vinto la partita?
La stessa cosa accade nel concorso del 2005 al Csm per il posto di procuratore nazionale antimafia: i candidati sono due, Grasso e Caselli, ma all'ultimo momento il governo Berlusconi fa tre leggi che vietano a Caselli di concorrere, così vince l'altro, unico candidato rimasto: Grasso. Il quale, anziché ritirare la sua candidatura finché la Consulta non abbia cancellato quelle norme incostituzionali, non dice una parola, rimane in corsa da solo e incassa la poltrona.
Gli piace vincere facile. Quando poi la Consulta fulmina le norme incostituzionali, Grasso riconosce che, certo, non erano proprio il massimo. Pazienza, cosa fatta capo ha. In un paese serio quella macchia indelebile sporcherebbe per sempre il curriculum di Grasso e tutti si domanderebbero cos'abbia fatto per guadagnarsi quell'abuso di potere illegale da parte del governo Berlusconi.
Invece ancora ieri, sui giornali, era tutta una gara a minimizzare lo scandalo, con la decisiva argomentazione che non è affatto detto che Caselli, se avesse potuto giocare la partita, avrebbe prevalso su Grasso. Anzi, secondo Claudia Fusani dell'Unità , è certo che avrebbe vinto comunque Grasso. La prova? L'ultima legge anti-Caselli fu approvata il 30 luglio 2005, mentre già il 12 luglio la commissione Incarichi direttivi del Csm aveva tributato 3 voti a Grasso e 2 a Caselli.
Già , peccato che dovesse ancora pronunciarsi il Plenum, dove capita spesso che la maggioranza raggiunta in commissione venga ribaltata. E in ogni caso il Csm già sapeva che, votando Caselli, avrebbe scelto un candidato che di lì a poco sarebbe stato escluso per legge, oltre a sfidare apertamente il governo in carica.
Dunque la prova Fusani è una panzana. Anche il Corriere della Sera accenna alla prova che non prova nulla, con lo sragionamento di cui sopra: "Non c'è la prova che, se Caselli fosse rimasto in gara, il Csm avrebbe scelto lui e non Grasso". Scusate, ma se era così scontato che il Csm avrebbe scelto Grasso anche senza le leggi anti-Caselli, perché mai il governo B. varò ben tre leggi in sei mesi per escludere Caselli?
Sul metodo del duello. Appena Grasso, giovedì sera al telefono con Santoro, mi lancia il guanto di sfida, rispondo subito che non vedo l'ora. Trattandosi di cose dette a Servizio Pubblico, è naturale che il duello si disputi a Servizio Pubblico. Grasso però, chissà perché, non vuole aspettare fino a giovedì.
Per venire incontro alle sue esigenze, Santoro fa chiamare durante il programma dal suo staff e alla fine chiama personalmente il direttore di La7 Paolo Ruffini, che si dice d'accordo per realizzare uno speciale di Servizio Pubblico fin da domenica sera, in diretta o in differita.
Ma negli stessi minuti s'intromette nottetempo il simpatico Corrado Formigli, che non c'entra nulla di nulla, invitando Grasso via twitter a tenere il duello a Piazza Pulita. Alle 7.31 di venerdì Grasso risponde con un tweet al "gentile Corrado" che accetta volentieri il suo invito. Poi, con comodo, verso le 11, Formigli mi convoca con un gentile sms per lunedì nel suo programma già bell'e pronto, manco fossi la sua colf.
Rispondo che il confronto, come ho detto in diretta e come Santoro ha concordato con Ruffini, avverrà nel programma che ha originato la polemica e con cui collaboro in esclusiva. Santoro avvia contatti con lo staff di Grasso dando disponibilità per ogni giorno e ogni sera da domenica in poi, disposto anche a cedere il passo a un altro "arbitro" casomai la sua figura fosse ritenuta troppo sbilanciata dalla mia parte.
Ma Grasso, che prima aveva tanta fretta, può soltanto lunedì alle 21.15, guardacaso l'orario d'inizio di Piazza Pulita. Spetterebbe al direttore di rete Ruffini mettere a posto Formigli e tutelare la dignità del programma di punta di La7 (che fa ascolti doppi rispetto a Piazza Pulita). Invece scopro che s'è già accordato alle mie spalle con Formigli e Grasso per bypassare Servizio Pubblico e trasferire tutto a Piazza Pulita, in uno strano duello dove lo sfidante sceglie luogo, giorno, ora, padrini e arbitro, mentre lo sfidato resta all'oscuro di tutto e deve soltanto subire le decisioni altrui prese altrove.
Altrimenti viene pure accusato di sfuggire al confronto. Ruffini è lo stesso che, nominato direttore di Rai3 dal centrosinistra, chiuse Raiot di Sabina Guzzanti dopo la prima puntata di grande successo; poi, nel 2008, mi attaccò per aver raccontato da Fazio le liaisons dangereuses del predecessore di Grasso, Schifani; e ora delegittima Servizio Pubblico e il suo gruppo di lavoro, trattandolo come un programma inaffidabile.
Io continuo a sperare che il confronto con Grasso si faccia, in un luogo concordato da entrambi: non certo in un programma dove - per contratto, per correttezza e per decenza - non posso metter piede. Se invece il presidente del Senato continua a fare giochetti coi suoi compagnucci di partito, viene il sospetto che abbia già optato, un'altra volta, per la fuga. Insomma, come già con Caselli, gli piace vincere facile: giocando le partite senza l'avversario.
Ps. Tutto questo non è, come credono in molti, un gossip televisivo senza importanza. à una questione politica cruciale, riconosciuta dallo stesso Grasso quando, dal secondo scranno della Repubblica, ha telefonato in diretta a Servizio Pubblico, manifestando una gran fretta di chiarire tutto. Una fretta che non si spiega se non con la speranza di diventare premier se l'esplorazione di Bersani fallisca.
In quel caso potrebbe essere lui l'uomo giusto per un governissimo che metta d'accordo Pd e Pdl. Perciò i suoi rapporti con B. e il Pdl vanno chiariti fino in fondo. E perciò si tenta di delegittimare uno dei pochi programmi che ancora disturbano i manovratori.
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