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Marco Giusti per Dagospia
Arrivano i premi. Anche se senza, pubblico, presentatori e cerimonia ufficiale. Alla 79a edizione dei Golden Globes trionfano così, come era prevedibile, “The Power of the Dog”, “West Side Story”, “Succession”, ma anche “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi come miglior film straniero, battendo il nostro unico candidato, “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino.
Del resto “Drive My Car” aveva spazzolato qualche giorno fa la maggior parte dei premi maggiori della National Society of Film Critics, dimostrandosi il film più amato dell’anno in assoluto dai critici americani.
“The Power of the Dog” di Jane Campion, che trovate su Netflix, vince come miglior film drammatico, regia e miglior attore non protagonista, Kodi Smith McPhee. Batte “Dune”, “Cida”, “Belfast” e “King Richard”. Un film ricordiamo che aveva vinto a Venezia il premio per la miglior regia e che, per inciso, non era piaciuto affatto alla critica italiana. Per il secondo anno consecutivo, dopo la Chloe Zhao di “Nomadland”, una regista donna vince i Golden Globes. E’ un segnale per gli Oscar.
“West Side Story” di Steven Spielberg vince per commedia/musical, e migliori attrici, sia la protagonista Rachel Zegler sia la non protagonista Ariana DeBose. Il film di Spielberg batte così “Cyrano”, “Din’t Look Up”, “Licorice Pizza” e “Tick, Tick… Boom!”. Anche in questo caso, aspettiamoci qualche Oscar almeno per le attrici.
Nicole Kidman vince però come miglior attrice in un dramma, anche se a me sembrava una commedia, per “Being the Ricardos” di Aaron Sorkin, che trovate su Amazon, superando così rivali come Olivia Colman, Jessica Chastain, Lady Gaga e Kristen Stewart. In questo caso sarei un po’ critico. Mi sembrava un po’ sopra le righe la Lucille Ball di Nicole Kidman.
Will Smith vince come miglior attore in un dramma per “King Richard”, che dovrebbe uscire al cinema in questi giorni al cinema, superando protagonisti forti come il Denzel Washington di “Macbeth”, Mahersala Ali, Javier Bardem e il Benedict Cumberbacht di “The Power of the Dog”. Andrew Garfield vince invece come miglior protagonista in una commedia per “Tick, Tick… Boom” di Lin Manuel Miranda.
Jane Campion, premiato per la miglio regia, “The Power of the Dog”, supera nomi prestigiosi come Steven Spielberg, Denis Villeneuve, Kenneth Branagh e Maggie Gyllenhall alla sua opera prima. Il premio per la migliore sceneggiatura va a Kenneth Branagh per “Belfast” dello stesso Branagh. Hans Zimmer vince per la colonna sonora di “Dune”, era un grandissimo lavoro. Miglior canzone quella di “No Time To Die”. Miglior film animato “Encanto” della Disney.
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Tra le serie, come ci si poteva aspettare, la potente “Succession” (HBO/Sky)è la migliore serie drammatica dell’anno, ma viene premiata anche per il miglior attore, il Kendall Roy di Jeremy Strong, e la migliore interpretazione femminile non protagonista, Sarah Snook che fa la sorella di Kendall.
Miglior attore non protagonista di serie è il vecchio di “Squid Game”, Oh Yeong-su. Trovate “Squid Game” su Netflix. Miglior attrice di serie drammatica è MJ Rodriguez per “Pose”, prima volta che un transgender vince ai Golden Globes.
Fra le commedie vince la serie, ignota in Italia, “Hacks” (HBO) e vince anche la sua protagonista, Jean Smart. Jason Sudeikis vince per il secondo anno consecutivo il premio come miglior attore di serie comedy, “Ted Lasso” (Apple tv). Tra le miniserie vincono la bellissima “The Underground Railroad” (Amazon) di Barry Jenkins, il regista di “Moonlight”, Kate Winslet come attrice per “Mare of Easttown” e Michael Keaton per “Dopesick” (Disney +).
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