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1 - WIKILEAKS VS "THE GUARDIAN"
Dagoreport dalla "Bbc" - http://bbc.in/reKuV9
à scontro tra Wikileaks e il quotidiano britannico "The Guardian", uno tra quelli con cui il sito di Julian Assange ha collaborato di più per la pubblicazione dei cablogrammi riservati della diplomazia americana. Al centro della rissa ci sono i 251mila file dell'archivio di Wikileaks finiti sul web tre giorni fa con i nomi di una miriade di informatori riservati e dati sensibili in grado di mettere a rischio la vita delle persone coinvolte.
Wikileaks tramite un messaggio diffuso via Twitter accusa un giornalista del "Guardian" di aver svelato, per "malizia o negligenza", password top secret in grado di far accedere all'intero archivio di cablogrammi del sito. Il quotidiano, contro cui Wikileaks ha già intrapreso le vie legali, dal canto suo respinge con forza le accuse, denunciando che all'origine dell'accaduto ci sarebbe stata una "violazione nel sistema di sicurezza".
2 - WIKILEAKS TORNA ALL'ATTACCO E POCHE ORE DOPO AVER SUBITO UN ATTACCO HACKER METTE ONLINE UN NUOVO FILE CRIPTATO
Da "La Repubblica"
Pubblicati su internet 571 megabyte di documenti sotto password: "Presto faremo un importante annuncio". Poche ore fa il sito è stato affossato da un attacco informatico ed è rimasto offline per tre ore. Negli ultimi giorni diffusi 134mila nuovi cablogrammi
Dopo l'insieme di file che sono stati definito "l'assicurazione sulla vita" di Julian Assange, diffusi nel luglio 2010, Wikileaks pubblica un nuovo gruppo di documenti protetti da password e fa sapere su Twitter: "Presto faremo un importante annuncio". Il nuovo dossier, su cui Wikileaks non lascia trapelare informazioni, pesa 571 megabyte ed è criptato: non può quindi essere aperto senza la chiave, che sarà rilasciata "al momento opportuno".
La nuova release arriva a poche ore da un imponente attacco informatico contro il sito nato per diffondere documenti segreti. Wikileaks è finito fuori linea per almeno tre ore, mentre stava pubblicando decine di migliaia di documenti e messaggi del Dipartimento di Stato inediti, alcuni dei quali coperti da segreto.
L'organizzazione di Julian Assange ha annunciato su Twitter di essere sotto attacco e poi, con un successivo messaggio, ha annunciato il ripristino della visibilità del sito, colpito da un attacco DDos, che ne ha saturato la banda per impedirne l'accesso.
Nei giorni scorsi WikiLeaks ha cominciato a pubblicare più di 134 mila documenti, tra cui l'intera raccolta di quelli riguardanti l'Australia e la Svezia, rinfocolando le polemiche, e le condanne ufficiali, soprattutto perché in alcuni di questi testi compaiono i nomi dei presunti terroristi e delle fonti che hanno fornito preziose informazioni ai diplomatici americani sparsi nel mondo, mettendo così a rischio la loro vita.
Wikileaks ha però smentito, via Twitter: "E' totalmente falso dire che tali nomi sono stati rivelati o che saranno rivelati". "In passato - ha detto però il ministro della giustizia australiano Robert McClelland - Wikileaks aveva omesso i passaggi che potevano permettere di identificare le fonti, ma questa volta non è successo".
I 134mila cablo diplomatici fanno parte del gruppo dei 251mila che Wikileaks ha cominciato a diffondere l'anno scorso e che sono stati anticipati a un totale di 90 testate giornalistiche in tutto il mondo. La nuova 'ondata' di pubblicazioni, che secondo Wikileaks è stata accolta nelle ultime 36 ore da ripetuti attacchi Ddos, il più grave dei quali quello di questa notte, avviene in un momento in cui l'interesse generale dei media per le rivelazioni era in forte diminuzione, e mentre Assange è in attesa della decisione di una corte di appello britannica, forse già nei prossimi giorni, sulla sua estradizione in Svezia, dove è accusato di abusi sessuali.
Il nuovo rilascio criptato ricalca lo stile dell'assicurazione sulla vita di Assange: in quel caso si parlava di un enorme archivio, pieno di presunti documenti compromettenti, che non può essere aperto senza una chiave che verrebbe diffusa in caso a Julian Assange dovesse succedere qualcosa. Un possibile bluff, certo, ma anche un'azione politicamente significativa e dal richiamo mediatico non indifferente.
Oggi Wikileaks dà vita a un'operazione simile, ma l'annuncio non è collegato a un evento futuro, bensì è dato per certo. Stavolta, per scoprire l'eventuale bluff, basterà attendere.
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