CASO P4, I PM VOGLIONO IL PROCESSO-LAMPO - INDISCREZIONI SU tre nuove richieste di arresto nei confronti di altrettanti parlamentari; tre misure cautelari che sarebbero pronte ad arrivare presso le Giunte per le autorizzazioni e che, stando ai rumors che si rincorrono su Roma, non riguarderebbero Napoli ma altri distretti giudiziari....

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Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo per "il Giornale"

Ancora qualche settimana e la prima parte dell'inchiesta P4 approderà in un'aula di Tribunale. La Procura di Napoli ha infatti chiesto il giudizio immediato per il lobbysta Luigi Bisignani e per il deputato Pdl Alfonso Papa in relazione ai tre episodi di favoreggiamento e rivelazione di segreto contenuti nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nel giugno scorso dal gip Luigi Giordano. Si tratta, in particolare, delle fughe di notizie relative alle inchieste su Stefania Tucci e Vincenzo Bondanini e su Lorenzo Borgogni di Finmeccanica.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, nel primo caso Papa avrebbe rivelato a Bisignani informazioni giudiziarie coperte da segreto in cambio di un interessamento per l'elezione alla Camera dei deputati in occasione delle elezioni del 2008; nel secondo, invece, sarebbe stato l'imprenditore milanese Anselmo Galbusera ad attivare i due per scoprire eventuali misure cautelari a carico del direttore centrale delle relazioni esterne di Finmeccanica all'epoca delle prime attività d'indagine della magistratura partenopea sul colosso della difesa per presunti appalti pilotati e casi di corruzione.

La mossa dei pm Greco, Woodcock e Curcio mira evidentemente a chiudere la prima tranche del procedimento per i capi di imputazione che trattengono Papa in carcere e Bisignani ai domiciliari, in attesa che la Cassazione si pronunci sul reato di associazione per delinquere riconosciuto dal Riesame dopo una iniziale stroncatura da parte del giudice per le indagini preliminari.

Un'associazione per delinquere (non segreta come si era ipotizzato in un primo tempo, da qui l'acronimo giornalistico-giudiziario di P4) caratterizzata, secondo l'accusa, dall'uso di schede telefoniche «dedicate», intestate a ignari cittadini italiani ed extracomunitari, per evitare attività di intercettazione elettronica e dalla possibilità di accesso a informazioni riservate grazie a pubblici ufficiali infedeli (ancora in corso di identificazione) descritti recentemente dai giudici del Riesame con l'appellativo di «scagnozzi»).

La scelta della Procura comporta che gli avvocati difensori avranno 15 giorni, dal momento in cui il gip notificherà agli indagati l'accoglimento della richiesta di giudizio immediato, dunque presumibilmente agli inizi delle prossima settimana, per scegliere un eventuale rito alternativo (l'abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena, o il patteggiamento che implica, da parte degli imputati, il riconoscimento della propria colpevolezza) oppure affrontare direttamente il dibattimento, saltando così l'udienza preliminare.

Intanto, è stata fissata per il 14 settembre al Riesame la discussione dell'appello sulla richiesta di scarcerazione di Alfonso Papa. Il ricorso del politico, difeso dagli avvocati D'Alise e Di Casola, è in opposizione alla decisione del gip Giordano di non concedere gli arresti domiciliari a Papa a conclusione dell'interrogatorio di garanzia del 23 luglio scorso.

Una decisione che fu motivata dal giudice delle indagini preliminari sulla base del contenuto, ritenuto poco convincente, del racconto difensivo di Papa, che si era detto «vittima» di una trappola giudiziaria ordita ai suoi danni da Bisignani, senza però mai fare cenno alla causa scatenante di questa presunta macchinazione.

Nelle ultime ore, però, l'attività investigativa dell'ufficio giudiziario partenopeo sembra essere passata in secondo piano rispetto alle sempre più ricorrenti indiscrezioni su tre nuove richieste di arresto nei confronti di altrettanti parlamentari; tre misure cautelari che sarebbero pronte ad arrivare presso le Giunte per le autorizzazioni e che, stando ai rumors che si rincorrono su Roma, non riguarderebbero Napoli ma altri distretti giudiziari.

 

BISIGNANIAlfonso Papa a PoggiorealeStefania Tucci Guarguaglini e Lorenzo BorgogniWOODCOCK E FRANCESCO CURCIO