intelligenza artificiale motore di ricerca

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE FA ANCHE COSE BUONE: METTE FINE ALLA TIRANNIA DEGLI "ESPERTI DI SEO" – CON L’AI SI CHIUDE L’ERA DELL’OTTIMIZZAZIONE DEI MOTORI DI RICERCA, CHE HA TENUTO IN OSTAGGIO PER ANNI L’EDITORIA ITALIANA (MA NON DAGOSPIA, CHE HA MANTENUTO GRAN PARTE DEL TRAFFICO DIRETTO DA HOME-PAGE E NON DA GOOGLE O SOCIAL) - I GIORNALI DOVREBBERO GIOIRE, E INVECE INGAGGIANO L’ENNESIMA BATTAGLIA DI RETROGUARDIA CONTRO I RIASSUNTI FORNITI DA GOOGLE E DALLE ALTRE AI, SENZA CAPIRE CHE I VARI CHATGPT, PERPLEXITY E GEMINI HANNO BISOGNO DI CONTENUTI DI ALTA QUALITÀ - IN UN MONDO IN CUI BASTA UN PROMPT PER RISCRIVERE UN ARTICOLO, ANCHE LE CROCIATE SUL COPYRIGHT SONO INUTILI...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

L’ENNESIMA BATTAGLIA DI RETROGUARDIA DEI GIORNALI ITALIANI – GLI EDITORI DELLA FIEG PRESENTANO UN RECLAMO ALL’AGCOM CONTRO IL SERVIZIO “AI OVERVIEW”, I RIASSUNTI CHE GOOGLE MOSTRA DOPO UNA RICERCA – CHE SENSO HA SCAGLIARSI ORA CONTRO UNA TECNOLOGIA CHE È GIÀ CONSUETUDINE? NON SOLO: GOOGLE STA GIÀ SUPERANDO LE OVERVIEWS CON LA "AI MODE", ANCORA PIÙ EFFICIENTE. SECONDO, ESSERSI RESI SCHIAVI DELL’ALGORITMO DI RICERCA PER INTERCETTARE LETTORI ORA PRESENTA IL CONTO – IN UN MONDO IN CUI L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È IN GRADO DI RISCRIVERE ARTICOLI, CREARE IMMAGINI E VIDEO, ANCHE LA DIFESA A OLTRANZA DEL COPYRIGHT NON HA PIÙ SENSO…

https://www.dagospia.com/media-tv/l-ennesima-battaglia-contro-i-mulini-vento-dei-giornali-italiani-in-450545

 

 

AI, LA RIVINCITA DELLE NEWS

Estratto dell’articolo di Marco Bardazzi per “il Foglio”

 

intelligenza artificiale 2

In un mondo dove aumentano i tiranni, c’è una tirannia che invece sta finendo, ma chi l’ha subita non sembra festeggiare. Anzi, chiede di poterla preservare ancora un altro po’, non si sa bene in attesa di cosa.

 

E’ la tirannia dell’algoritmo, che da una quindicina d’anni ha imposto a una serie di professioni, dal marketing al giornalismo, di adeguarsi alla logica della Seo (Search engine optimization) e quindi di organizzarsi per andare a caccia di traffico […].

 

La Seo adesso se non è proprio morta, è comunque in uno stadio terminale e per il giornalismo dovrebbe essere una buona notizia. […] Con l’arrivo sul principale motore di ricerca al mondo, Google, delle opzioni Overview e AI Mode, si è cominciato a vedere l’effetto della rivoluzione in atto.

 

GOOGLE MOTORE DI RICERCA

Dopo anni in cui gli editori sono andati a inseguire l’algoritmo, costruendo fabbriche di contenuti “Seo oriented” tutti mirati a portare traffico ai propri siti di news, adesso è l’algoritmo che insegue i giornalisti per valorizzare contenuti autorevoli.

 

E’ arrivato il momento in cui la qualità vince sulla visibilità, è finita la schiavitù dei titoli scritti con le parole chiave scelte per cercare di adescare il motore di ricerca, dei tag e delle keywords prodotte su scala industriale […]. Presto non saranno più premiati quei siti […] dove si apre la pagina con i sedicesimi di finale di un torneo di tennis dall’altra parte del mondo, solo perché così si può usare la preziosa parola-chiave “Sinner”, che crea traffico ormai come le ben rodate “Ferragni” e “Fedez”.

 

ROBOT GIORNALISTA - IMMAGINE CREATA DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI MIDJOURNEY

L’era della Seo tramonta, si entra nell’epoca dell’Aio (Artificial intelligence optimization) e a vincere saranno le fonti che l’AI riterrà più autorevoli. […] Sorprende per questo vedere iniziative come quella lanciata nei giorni scorsi dalla Fieg, la Federazione degli editori, che ha presentato un reclamo formale all’Agcom contro il servizio AI Overviews di Google.

 

[…] Il punto chiave dell’azione degli editori è quello di accusare la multinazionale americana di star diventando un “traffic killer” perché adesso mette in evidenza, sul proprio motore di ricerca, le risposte dell’AI prima dei preziosi link che portano alle fonti originali, cioè alle pagine delle news.

 

Non c’è dubbio che, a prima vista, si tratti di una preoccupazione legittima. Un paio di studi condotti negli ultimi mesi prima dalla società Authoritas e poi dall’autorevole Pew Research Center americano, indicano che nei paesi dove gli utenti hanno a disposizione la risposta dell’AI – tra questi l’Italia – il numero dei click sui link sia crollato in maniera drammatica, fino all’ottanta per cento.

 

Google Search

Le risposte dell’AI sono molto più interessanti e convincenti della tradizionale lista di siti web proposta da Google Search e stanno provocando un altro fenomeno significativo: invece di inserire nella “buca” delle domande del motore di ricerca solo alcune parole, le persone si stanno abituando a fare domande di senso compiuto, lunghe elaborazioni sempre più vicine a quelle di una discussione naturale, non di una richiesta a un computer.

 

[…] E’ vero, dunque, che per gli editori c’è un problema. […]  C’è la prospettiva della perdita di molti posti di lavoro e del crollo di modelli di business pubblicitari costruiti sul traffico. Ma fare la battaglia contro i “traffic killer” è una risposta che poteva andare bene nel 2010, quando si cominciavano a vedere gli effetti del digitale sul futuro dei giornali.

 

ROBOT GIORNALISTA - IMMAGINE CREATA DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI MIDJOURNEY

Quell’anno con Massimo Gaggi pubblicammo un libro-inchiesta, “L’Ultima Notizia” (Rizzoli), che metteva in guardia sulla necessità di cominciare a considerare le news come una commodity ormai priva di valore e a lavorare su un ecosistema nuovo dell’informazione, basato su analisi, approfondimenti, inchieste, oltre che su una miriade di nuove fonti d’entrata (eventi, academy, newsletter).

 

Era anche il momento in cui si discuteva molto sulla necessità o meno di alzare dei paywall per proteggere il valore dei contenuti giornalistici e creare comunità di lettori disposte a pagare per l’informazione di qualità.

 

Gran parte degli editori rimasero immobili, chiusi a difendere l’esistente e lenti a reagire alla sfida del digitale. Adesso, nel 2025, ci si attiva per una battaglia che andava fatta nel 2010 e si chiede alle varie authority di intervenire per costringere la gente a cliccare sui link e a non lasciarsi catturare da risposte generate dall’AI, che sono assai più interessanti e utili.

 

intelligenza artificiale 3

E’ come se si chiedesse a una qualche autorità di forzare le persone ad andare in edicola a comprare un giornale di carta, anche se non ne riconoscono più l’utilità.

 

Quello che sfugge – o che non si vuol vedere – è che l’AI non sta distruggendo il traffico, sta togliendo valore al traffico “vuoto”, quello fatto di contenuti ripetitivi, prodotti in serie e basati sulla dittatura della Seo.

 

Si apre una grande opportunità, perché ChatGpt di OpenAi, Gemini di Google o Claude di Anthropic hanno un grande bisogno di contenuti e fonti originali e di alta qualità e valorizzeranno sempre di più questi, rispetto ad articoli scritti dalla Seo o scritti dalla stessa AI.

 

In sostanza, l’algoritmo adesso agisce non inseguendo parole chiave, ma la reputazione. […]

 

GIORNALISMO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’AI non sta distruggendo il modello di business degli editori, ne sta solo mostrando l’intrinseca fragilità. Per chi non ha voluto farlo nel 2010, adesso è un momento in cui non si può più evitare di costruire nuovi modelli di ricavo basati sulla brand authority, sugli abbonamenti digitali, sulle attività collaterali che offrano un sostegno a un prodotto, la notizia, che da solo non ha più valore sufficiente per tenere in piedi la catena alimentare.

 

E’ anche il momento giusto, non c’è dubbio, per alzare la voce con i colossi dell’AI e per chiedere ai regolatori di intervenire per definire bene le regole del gioco. Ma non per proteggere il traffico. La Seo Economy è sulla via del tramonto e, come la carta, non tornerà.

 

[…]  Nel 1890 negli Stati Uniti c’erano 13.800 società che producevano carrozze per cavalli.  Tutto l’ecosistema era costruito intorno al cavallo e al suo “traffico”, l’equivalente dei preziosi link che oggi si vorrebbero preservare.

 

SEARCHGPT - IL MOTORE DI RICERCA DI CHATGPT

Di fronte all’arrivo delle prime automobili, si provò di tutto per salvare l’industria delle carrozze: ruote più forti e innovative, cavalli di razza più performanti. Poi si chiese alle autorità di mettere divieti stringenti alla circolazione delle auto, accusandole di essere pericolose e inquinanti. Fu tutto inutile. Nel 1920 erano rimaste solo 90 società che producevano carrozze e dopo di allora sopravvissero solo quelle che si trasformarono in case automobilistiche (General Motors ha le proprie radici in quel mondo).

 

SEARCHGPT - IL MOTORE DI RICERCA DI CHATGPT

La velocità con cui è arrivata la rivoluzione dell’AI non può essere fermata cercando di proteggere i cavalli – un po’ azzoppati a dire il vero – dell’attuale ecosistema delle news. C’è l’opportunità di una nuova stagione di libertà per il giornalismo, pur con tutte le battaglie che saranno necessarie per farsi riconoscere autorevole dall’AI. Ma combattere a favore della Seo e contro i “traffic killer” è una scelta di retroguardia.