1- MAL DI MALDIVE FORZA NOVE TRA LA MOGLIE DI RUTELLI E L’EX MARITO DELLA RODOTÀ 2- LA PALOMBELLI DEI TROPICI SPARA ALLA CASTA DEI PARA-GURI D’ITALIA: “NELL’ERA DEL LODEN, TUTTI I RADICALCHICCOSI SI STANNO RIPOSIZIONANDO. LA CORSA A RIMUOVERE LE VACANZE A SPESE DEL DEFUNTO AVVOCATO O DEI VARI INGEGNERI O A CARICO DELLE STAR DELLA MODA È AFFANNOSA. COSÌ COME L’ANSIA DI FAR DIMENTICARE I BEI TEMPI, QUANDO LE MACCHINE LE PRESTAVA IL DOTTOR ROMITI A TUTTI, DESTRA E SINISTRA, LE CASE LE AFFITTAVANO INA E ASSITALIA A UN’INEZIA E POI LE REGALAVANO ANCHE AI CAPOREDATTORI ORA DIVENTATI OCCHIUTI MORALISTI E MORALIZZATORI” (FUORI I NOMI E COGNOMI!) 3- GRAMELLINI DI SABBIA: “CHI PUÒ ANCORA FAR FESTA DEVE ALMENO AVERE LA DELICATEZZA DI DIVERTIRSI SOTTO TRACCIA. ORA L’OSTENTAZIONE È IL PEGGIORE DEI VIZI. SPECIE SE CHI OSTENTA FA UN MESTIERE CHE GODE DI VASTO DISCREDITO SOCIALE. LA MOGLIE DI RUTELLI HA ACCUSATO I CRITICI DI IPOCRISIA. MEGLIO IPOCRITI CHE ABBRONZATI”

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1- LA PALOMBELLI DEI TROPICI SPARA ALLA CASTA DEI PARA-GURI D'ITALIA
Barbara Palombelli per "il Foglio"

Nell'era del loden, tutti i radicalchiccosi si stanno riposizionando. C'è poco tempo, gli strali del popolo del Web raggiungono anche insospettabili giornalisti in prima linea contro la casta e anziani signori con figli ben piazzati dentro e fuori dal governo.

Non basta villeggiare di nascosto in qualche magione lussuosa, o riparare a New York con la solita scusa del figlio che studia oltreoceano. Nemmeno la noia di Todi, Cetona e San Casciano dei Bagni - età media nelle cene sopra agli ottanta - consente di vivere tranquilli, al riparo delle polemiche e delle pagelline.

La piscinetta-vaschetta potrebbe un giorno rovinare il sonno anche degli improvvisati viticoltori umbri e piemontesi, chissà che condono hanno mai presentato. La corsa a cancellare e rimuovere le vacanze a spese del defunto Avvocato o dei vari Ingegneri - il torinese e il nostrano - o a carico delle star della moda e della pubblicità è affannosa. Così come l'ansia di far dimenticare i bei tempi, quando le macchine le prestava il dottor Romiti a tutti, destra e sinistra, le case le affittavano Ina e Assitalia a un'inezia e poi le regalavano anche ai caporedattori ora diventati occhiuti moralisti e moralizzatori.

Ci vuole ben altro. La soluzione, come capita spesso, è a portata di moda. Segnatevi questo nome: Serge Latouche. Se non lo conoscete, se non comprate o leggete tutti i suoi saggi non siete pronti per l'ingresso nel regno del Sobrio. E' un filosofo francese settantenne, teorico della decrescita (sul sito dell'associazione torinese www.decrescita.it c'è tutto, perfino un comodo adesivo anti Suv da mettere seduta stante sulla Panda 4 x 4 d'annata, unico veicolo ammesso in certe situazioni gravi dove c'è molto da espiare).

Per Natale - a sue spese, per carità - il parlamentare Luigi Zanda, da sempre icona assoluta del radicalchicchismo, allievo preferito del principe Carlo Caracciolo, ha regalato un piccolo Latouche agli amici. Il librino di Zanda ha incuriosito molti, a tutti è sembrato più che un segnale. Un dietrofront cui obbedire immediatamente. Ci si batterà, d'ora in poi, per "una società equa, sostenibile, partecipata". Signora mia, come si fa?
A questo risponde una guida pratico-teorica compilata dal meteorologo di Raitre Luca Mercalli, "Prepariamoci" (chiarelettere).

Una miniera di consigli, il migliore mi pare mettere il contatore elettrico in cucina, in bellavista, un esperimento inglese molto riuscito, pare che mentre accendi il tostapane vedendo quanto consuma ti impressioni al punto di non ritorno e diventi sobrio per sempre. Vivere in campagna, mangiare quel che si produce o si compra dal vicino, scaldare con pannelli... Uno dice: che mi riaffiora nel cervello? Una parolina magica, anche se molto fascia: autarchia! Contare su se stessi.

Almeno il copyright restituiamolo a Benito. Ma non basta, prima o poi dovremo comunque muoverci. E lì sono guai. Immaginate quelli che arrivavano in campagna o al mare con i loro mostruosi automezzi finto sahara supergommati e presi prima del blitz di Cortina. Li vedrete sopraggiungere dalle parti di Capalbio a piedi, o a dorso di mulo, perché "quelli che sgasano, sprecano, consumano per sentirsi ciò che non sono, hanno un problema di identità". I comportamenti giusti per la nuova era sono riassunti così dal Mercalli: "Guardare un fiore, avere amicizie sincere, leggere ‘Guerra e Pace', ascoltare Pergolesi...". Solo se uno l'ha fatto almeno tre volte può partire in pace per le Maldive.

2- MEGLIO IPOCRITI CHE ABBRONZATI
Massimo Gramellini per "la Stampa"

Prima di Natale un imprenditore famoso mi disse: «Quest'anno ho abolito il turismo esotico. Non è il momento di farsi vedere in giro abbronzati». Aveva fiutato l'aria. In effetti non si placa il mal di pancia del cittadino semplice per le vacanze dei politici alle Maldive. A incrementarlo sono le foto che ritraggono Schifani e Rutelli su un atollo mentre brindano con champagne di marca e le dichiarazioni della compagna del sub Fini a proposito della fatica di perlustrare ogni giorno la barriera corallina.

Non c'è nulla di male nel fraternizzare con un avversario (per quanto un tifoso della Roma non sarebbe stato felicissimo di vedere Totti, anche lui alle Maldive, mentre brinda con Lotito), né nell'andare in vacanza in un resort che costa come tanti altri luoghi di villeggiatura considerati meno offensivi dal popolo votante. Si tratta però di una colossale dimostrazione di insensibilità.

E le giustificazioni dei vacanzieri («Era il viaggio di nozze che non avevamo mai fatto», «Sessant'anni non si compiono tutti gli anni») confermano che questa gente ha perso ogni aggancio con la realtà. Quando c'è una tragedia, la festa si ferma. E oggi per milioni di italiani il presente è una tragedia.

Chi può ancora far festa deve almeno avere la delicatezza di divertirsi sotto traccia. In questo momento l'ostentazione è il peggiore dei vizi. Specie se chi ostenta fa un mestiere che gode di vasto discredito sociale. La moglie di Rutelli ha accusato i critici di ipocrisia. Può darsi. Ma c'è qualcosa che irrita molto più dell'ipocrisia. È la mancanza di rispetto.

 

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