COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Marco Giusti va in pensione? saluti e sberleffi da attori e registi
1. (AVERE) 20 ANNI STRACULT/20 ANNI (DI RICERCHE) STRACULT
Rocco Moccagatta per ''FilmTV''
andrea delogu fabrizio biggio marco giusti roberto d agostino
Dietro Stracult (20 anni in questo assurdo 2020!) c’è Marco Giusti con i suoi quadernetti, fitti fitti di annotazioni, compilati con acribia filologica da ragazzino, spettatore compulsivo in sala (“praticamente ogni giorno, dal 1963-64 a fine anni’70, avevo la tessera gratuita, mio padre era questore”), ideale preludio alla titanica opera di catalogazione dei generi popolari che attraversa i suoi fortunati dizionari (l’ultimo, imperdibile, sulla commedia sexy). Addirittura alla lettera – scherza lui – “perché i flani in studio arrivano quasi tutti dalla mia collezione, ne ho ritagliati a migliaia in quegli anni, e, guardando bene, si leggono pure le mie annotazioni dell’epoca…”.
Se la retorica dello stracult è croce e delizia per tanti critici e cinefili, è innegabile che Stracult, ora in versione late night (condotto da Giusti con Andrea Delogu e Fabrizio Biggio), sia oggi “l’unico programma serio sul cinema in Rai, che pure produce ormai l’80% dei film italiani”. Chiuderlo, o, come si sussurra, farlo ritornare in futuro senza Giusti pare abbastanza insensato.
stracult night show fabrizio biggio andrea delogu
Perché Stracult deve finire?
Diciamo ufficialmente per sopraggiunti limiti di età miei, che dovrei andare in pensione. Già in piena emergenza Covid, avendo dovuto finire anzitempo, si era provato a chiuderlo, però lì mi ero imposto e siamo ripartiti in autunno.
Ormai siete in onda quasi tutto l’anno.
All’inizio era un programma estivo a magazine, che chiudeva con il Festival di Venezia, poi in versione show siamo andati più verso lo spettacolo, in una forma meno pura, però cercando sempre di dare un tocco di modernariato al passato. E trattando anche i film italiani di oggi, che chissà se diventeranno cult un domani. Abbiamo sempre fatto, a modo nostro, servizio pubblico di approfondimento culturale sul cinema.
Stracult ha avuto negli anni molte declinazioni, rimontaggi e spin-off.
Oggi molte cose non le possiamo più fare: per es., i trailer, i backstage e le sequenze di film che non sono in diritti Rai non si possono più mostrare liberamente, costerebbero tantissimo, ora c’è una sensibilità maggiore dei titolari di library.
marco giusti dizionario stracult della commedia sexy
Però, Stracult è stato soprattutto un lavoro minuzioso di ricerca e di riscoperta del cinema italiano più segreto, in decine di interviste a registi, produttori, sceneggiatori, attori, tecnici altrimenti dimenticati.
Proprio la sorte di quell’immenso archivio, messo insieme in vent’anni, mi preoccupa, anche solo andandomene via. Di quelle interviste in onda è andata solo una parte, i diritti sono della Rai, sono cose spesso uniche e altrimenti introvabili.
Ma non c’è solo questo: ci sono tutti i buchi che la Rai ha sulla sua programmazione, anche nelle teche, intere annate di programmi non conservati oppure oggi invisibili (perché in formati non digitalizzati e non accessibili) che noi di Stracult abbiamo cercato di ritrovare attraverso la rete dei collezionisti che li hanno registrati all’epoca in vhs.
Oggi, il primo anno di 90°minuto, intere annate di Domenica In e L’altra Domenica, buona parte degli anni Rai dal 1977 al 1985 non ci sono più, tra l’altro in concomitanza con l’ultima ondata del cinema di genere italiano di allora. Anche questi materiali, così faticosamente recuperati, soprattutto da Luca Rea, non devono cadere nelle mani sbagliate. E si dovrebbe continuare a cercarli.
Oltretutto il termine “Stracult” l’hai coniato tu, no?
Certo, ancora ai tempi di Blob (un’altra ferita aperta…), quando mi divertivo a trovare tutti questi titoletti, Blobbone, StraBlob, Blob Cult, e per le cose più strane scrivevo Stracult. Da lì l’ho usato per il mio dizionario dei film Stracult, dove ho inventato anche il logo, poi passato al programma.
Ha senso Stracult senza Marco Giusti?
Ci ho portato dentro la mia cultura e il mio gusto da cinefilo pazzo e un programma con Pino Insegno o altri non penso c’entri nulla con il mio, il nostro, progetto di questi vent’anni. Né m’immagino a farlo altrove. In fondo, sono come l’Uncle Tom del cartoon di Tex Avery Uncle Tom’s Bungalow (1937) che dice “Il mio corpo forse vi appartiene, ma la mia anima appartiene alla Warner Bros.”. La mia appartiene alla Rai. Comunque.
E L'ULTIMO CHIUDA LA PORTA
Mauro Gervasini per ''Film-TV''
Lunedi 23 novembre, come al solito a tarda sera e sempre su Rai2, l’ultima puntata di Stracult. Ultima davvero, dopo 20 anni di messa onda in giorni diversi (la collocazione migliore, naturale, era quella del giovedi in seconda serata, adesso va il lunedi e fa piu fatica con gli ascolti) e una incalcolabile quantita di materiali originali dedicati ai figli di un Dio cinematografico minore ma non solo, perche dalle maglie larghe della trasmissione e passato di tutto, dal mainstream all’infinitamente piccolo.
Stracult nasce con lo stesso nome del mitico dizionario di Marco Giusti (vedi a pagina 16, ndr), ideatore e principale autore (ma doveroso citare almeno Luca Rea, squisito archivista), pubblicato nel 1999 da Sperling & Kupfer rielaborando anche vecchio materiale che lo stesso Giusti e il compianto Giovanni Buttafava (al quale il libro era dedicato) non riuscirono a pubblicare negli anni della militanza cinefila giovanile. L’epigrafe del dizionario era una frase di Roberto Rossellini. Poi pero si parlava di Lilli Carati, Alvaro Vitali, Salvatore Baccaro, Novelle licenziose di vergini vogliose e Uomini si nasce poliziotti si muore.
La trasmissione in 20 anni ha cambiato piu volte pelle benche con Giusti sempre presente restassero saldi i principi della sua turbocritica situazionista. Per intenderci: Franco
PER APPROFONDIRE
Maresco (che realizzava inserti magnifici) e Sal Borgese, Guy Debord e Enzo G. Castellari. La critica ortodossa ha sempre storto il naso considerando il cinema “stracult” come roba da libera uscita (da caserma insomma) per non dire di peggio, ma poi ha cominciato a non contare piu nulla e ad asserragliarsi nelle sue nicchie, mentre Stracult ha proseguito imperterrito a solcare il mare impetuoso dell’alto e soprattutto del basso. Timoniera straordinaria negli ultimi anni Andrea Delogu, perfetta anche nella sinergia con G Max (presenza storica del programma), Fabrizio Biggio e lo stesso Giusti; piu faticoso invece l’inserimento di altri, tipo di recente i The Pills.
Ma gli esperimenti di conduzione hanno portato a scoperte (come Lillo & Greg) e situazioni inedite non solo in Rai ma nella televisione tutta, tipo i divani alla Paolo Limiti pieni pero della gente piu improbabile, tra i quali anche qualche giovane critico oggi direttore di festival o affermato in altro campo. Stracult manchera, inutile far finta di niente. Chiude non si sa bene perche, anche se Marco e prossimo alla pensione e la Rai tutta e in crisi di idee e di ascolti (come evidenziato da una “analisi di scenario” dell’azienda rivelata da “la Repubblica” lo scorso 15 novembre). Qualunque sia la verita, finisce un’epoca
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