NON TOCCATE I MARCHIGIANI - DELLA VALLE DI LACRIME - LAVITOLA PUÒ CHIAMARE DA DOVE VUOLE, E MASCHERARE IL NUMERO - VIVA DAVERIO, ABBASSO AVETRANA - IACONA, BARCELLONA NON È IL BENGODI - VASCO: “LIBERI LIBERI”, MA NON SI ERA RITIRATO? - IL CANCRO NON CURATO A PALERMO - FOSSATI, ROCK DE CHE? - LA FERRARI COME SCAJOLA? LE AVRANNO CANCELLATO L'OMBELICO A SUA INSAPUTA? - LEVI IL PORCELLUM, RESTANO LE LISTE...

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Caro Dago, più guardo la foto di Lavitola sul balconcino della sede de l'Avanti
! , in via del Corso, e più mi ricorda quella che occupò il povero Bettino dopo
essere stato cacciato da Segretario del Psi, sul lato opposto in fondo alla
foto. Si trattava infatti di un mega-appartamento di proprietà di Edilnord (
famiglia Berlusconi ) , se ricordo bene . Dopo qualche mese Craxi si trasferì
in un ammezzato in via Boezio. A chi appartiene la sede ? Magari a chi ha
acquistato Edilnord dai Berlusconi ? Pirelli Re? Ah, saperlo.

Lettera 2
Caro Dago, ha ragione quel tuo lettore, che lamenta il taglio del programma di Daverio, che è oggettivamente la cosa migliore non solo della Rai ma di tutte le reti televisive associate per ammorbare.
Cultura e buon gusto al potere, dunque, al posto delle cazzate e della morbosità.
Le tv tutte credo, infatti, che siano loro a commissionare i delitti più cruenti, sfruttando, poi, ogni goccia di sangue per imbastire programmi sadomaso.
W Daverio! Abbasso Avetrana!
Giancarlo Lehner

Lettera 3
"Dicevo così per dire". Il Ministro Giulio Tremonti innova ulteriormente: non serve più nemmeno la smentita. Basta darsi del coglione da solo e il gioco è fatto.
viper

Lettera 4
La Ferrari come Scajola? Le avranno cancellato l'ombelico a sua insaputa?
Caio Decimo

Lettera 5
Gentile Direttore
Rubo un po' del suo tempo per commentare, anche se leggermente in ritardo, la puntata di "Presa diretta" andata in onda il 2 ottobre su Raitre. Da italiano residente a Barcellona (da 12 anni) mi sono sentito chiamato in causa e, soprattutto, davvero poco identificato con quanto descritto nella puntata in questione. La Barcellona che il dott. Iacona descrive nel suo programma non esiste, o esiste solo nella mente degli italiani residenti in Italia e nella vita di poche, fortunate, persone che vivono qui.

Come tutte le grandi metropoli - Barcellona non lo è poi così tanto se la si confronta con altre capitali europee - anche la città, e la Catalogna, stanno attraverso un momento di crisi, e aggiungerei anche profonda. La notizia di questa mattina che in Catalogna ci sono 600 mila disoccupati stride con l'idea di paradiso lavorativo che il programma ha voluto, forzatamente, dare. Non dubito, anzi ne sono certo, che le persone intervistate abbiamo raggiunto degli obiettivi che in Italia probabilmente gli sarebbero stati preclusi, ma ci sono stati tanti, troppi, non detti.

Non si è parlato di tutto un gruppo di persone che risiede a Barcellona e che fa lavori molto più semplici e che fa fatica ad arrivare a fine mese, non si è parlato degli affitti - anche si sono mostrate tante belle case - che sono simili a quelli di Milano e che con uno stipendio medio che non arriva ai 1000 euro mensili bisogna necessariamente condividerli, non si è parlato dei contratti di lavoro a "tempo indeterminato" che danno comunque la possibilità al datore di lavoro licenziare i propri impiegati da un momento all'altro, non si è detto che se l'impiegato va via di sua spontanea volontà non ha diritto al TFR ma solo a un'indennità, non si è detto dei tanti contratti temporanei che esistono, delle ristrutturazioni selvagge che sono avvenute con al crisi, non si è parlato delle vere ragioni per cui molte persone vivono a Barcellona.

Non si è detto, infatti, che gli italiani, come tutti i lavoratori in regola, che lavorano qui hanno diritto, per ogni anno lavorato, a 4 mesi di sussidio di disoccupazione. E che molti, moltissimi hanno vissuto, e continuavo a vivere qui, anche solo grazie a questo.
Si è solo accennato al fatto che gli spagnoli stiano andando via alla ricerca di migliori opportunità. Perché lo farebbero se, come hanno cercato di farci credere, qui si vive e si trova lavoro, così facilmente?

Come vede ci sono troppi "ma" in questa favole moderna che il programma ha voluto mostrarci. Su una cosa hanno, senza dubbio ragione, la qualità della vita in città è altissima, il clima è fantastico e i servizi sono efficienti. Siamo quindi ad anni luce dall'Italia. Se si è fortunati, e io considero di esserlo stato, si lavora anche molto bene.
Ma le verità vanno dette tutte e non omettendo delle parti che non si rifanno alla linea editoriale di un programma o di una rete.
Bertrando Di Renzo

Lettera 6
Caro Dago, stavo guardando l'ultima puntata di "In Onda" su La7. Ospite Giancarlo Caselli, un signore di una certa età che mandò Andreotti a processo per mafia. Improvvisamente uno dei conduttori (quello che somiglia a Ciccio di nonna Papera con baffi e pizzetto) annuncia l'intervento di un artista impegnato con barbetta alla Ho Chi Min. Parte un monologo "indignado" incentrato su una metafora che ha come oggetto Berlusconi mafioso etc...

Niente di strano, se non il fatto che l'indignato in questione ha appena pubblicato l'ennesimo libro con la casa editrice del mafioso succitato. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno dei conduttori (magari quello con la faccia da pezzo di merda che fa la parte del cattivo e che lavora anche per il succitato mafioso) avesse chiesto a Castelli se ai suoi tempi uno tipo Pasolini (per dirne uno a caso che scriveva roba tipo "IO SO"...), avrebbe mai potuto pubblicare per un'eventuale casa editrice di proprietà di Giulio Andreotti:

Avrei altresì apprezzato se il conduttore avesse chiesto all'artista impegnato se anche lui, come Scajola, ignorasse la provenienza dei soldi dei suoi rendiconti editoriali. Però temo che domande del genere avrebbero ingenerato un pò di confusione nei ruoli del teatrino televisivo. Vaglielo a spiegare poi a tutti gli Homer Simpson che quello con la barbetta alla Ho Chi Min è in affari con Berlusconi...
p.s. la trasmissione si è conclusa informando il gentile pubblico che l'artista impegnato si sarebbe esibito al teatro tizio e caio etc...ma roba impegnata eh...mica il Bagaglino..
Beppe

Lettera 7
Una volta cantava "Liberi Liberi". E mo', sti cazzi? Povero menestrello, come si è ridotto. Ma non si era ritirato?
honeybump

Lettera 8
Caro Dago, perche Marina ha scritto solo al Ministro della Giustizia? Anche per Lei Papi
non conta più niente?

Lettera 9
Caro Dago,casualmente domenica sera sono passato da Buguggiate, teatro di una festa della Lega che, ho letto poi, avrebbe visto ospite il Bossi.
Per inciso, Buguggiate è quel paese che in occasione dei campionati del mondo di ciclismo di qualche tempo fa a Varese, ha pensato di abbellire una delle rotonde più trafficate del varesotto con una "scultura di arte moderna", sotto un aereo della gloriosa AerMacchi, per la quale addirittura il New York Times ha pensato di prenderci per il culo ( http://www.nytimes.com/2009/09/01/world/europe/01italy.html?_r=4&ref=global-%20home ).
In parole povere il sindaco di Buguggiate, in un impeto di devozione, ai tempi ha finanziato un'opera in cui sono raffigurati in sella ad una bici nell'ordine : Umberto Bossi ( in fuga solitaria, e già fa ridere ), Roberto Maroni, Marco Reguzzoni, Giancarlo Giorgetti, e per ultimo sè stesso ( questo è il livello... )
Ah, la "scultura" è stata commissionata all'ex senatore leghista Giuseppe Leoni, così, giusto per tenere i soldi in famiglia.

In codesto contesto, e con la partecipazione del capo, a posteriori mi sono stupito di aver visto 4 gatti contati. Un po' è il segno dei tempi, un po' è il risultato degli ultimi salvataggi operati dalla Lega in Parlamento, a tutela di cricche e mafiosetti, come facilmente previsto.
Tant'è che la Festa della Zucca di Gavirate, a 10 km di distanza, era piena di gente...
Qualcuno, illuso, si aspetta faville dall'elezione del prossimo segretario provinciale della Lega, come se non fosse stato anche Maroni a salvare il culo ai magnaccioni romani;
il fatto è che se non fanno cadere il governo, al prossimo giro dopo le votazioni si troveranno tutti e 5 i superstiti per un tressette...
PotereAiPiccoli

Lettera 10
Caro Dago, secondo i legali Fininvest, nel dispositivo della sentenza, che ha consentito a Cir (De Banedetti) di incassare 560 milioni di Euro, sono state omesse parti salienti di una pronuncia della Cassazione che, non compiutamente citata, avrebbe, secondo gli stessi, alterato il significato quasi rovesciandolo.

Voci di corridoio danno per scontato che il responsabile sia il tipo che da anni è rinchiuso nella sala fotocopie di Travaglio. Rimasto senza carta, non sarebbe riuscito a completare per bene il lavoro.
Max

Lettera 11
Il cancro è una brutta bestia. E' una malattia che modifica non solo la vita di chi ce l' ha e di chi gli vive a fianco, ma modifica fortemente il tuo modo di pensare la vita stessa. Al mattino ti svegli con la consapevolezza che una bomba ad orologeria è stata innescata dentro di te e, presto, avverà la deflagrazione. Vivi una vita a tempo determinato. Cio che può fare la differenza, quando sei in queste condizioni, è la qualità che tu puoi dare alla tua vita: eliminare il più possibile le sofferenze e gli effetti collaterali del male è la prima sfida che la medicina si pone. Ma, secondo le ultime inchieste, pare non sia così ovunque, pare anzi che il codice dontologico per alcuni sia una parentesi rosa tra le parole "soldi" e " gestione".

Quanto accaduto a Palermo, se confermato, è di una violenza etica e fisica da far impallidire i peggiori malfattori: togliere il Tad, il disintossicante generalmente somministrato ai malati di tumore dopo la chemioterapia equivale ad effettuare una tortura ad un essere umano, in virtù di un mero ordine economico.

Secondo l' inchiesta pare infatti che chi entrava in clinica con un "day service", per cui la Regione rimborsa solo 100 euro a seduta, essendo una "rimessa" per l' ospedale, veniva rimandato a casa senza il tad, un farmaco il cui agente principale,il glutatione, è in grado di prevenire l'accumulo iniziale di platino nei gangli delle radici nervose posteriori.

Sono ancora le intercettazioni dei carabinieri ad aver svelato il loro dramma. Leggere le parole di Salvatore è stato un ceffone in pieno viso, immaginare le sue sofferenze, un dramma in questa bella giornata di inizio ottobre. L' etica è morta, cosi come la deontologia professionale, tutto asservito al dio denaro.

Sull'accaduto ha chiesto una relazione Leoluca Orlando, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori nel sistema sanitario. Ma oramai il danno, per molte, moltissime persone è fatto, e, ancora una volta, a farne le spese, sono stati i più deboli...
Daniela Sgambellone

Lettera 12
Caro Dago, volevo replicare (senza polemica, visto che tra l'altro ammiro il politico per la sua storia personale e la sua arguzia, seconda a Giuliano Ferrara) a Giancarlo Lehner, circa i suoi apprezzamenti sulla gente marchigiana (a cui mi ascrivo, da varie generazioni), in modo particolare riguardo allo scarparo di Casette d'Ete, di cui ho sempre fortemente dubitato delle sue capacità politiche, e di cui ho ho recentemente apprezzato giusto la sua munificenza (che ritengo in buona parte disinteressata) circa il restauro del Colosseo.

Il detto, citato a (s)proposito, in verità (e lo dico per rendere edotti i lettori di questo sito, che ritengo l'unica boccata di ossigeno nell'attuale asfittico e grigio panorama nazionale) prese voga dall'epoca di Papa Sisto V, il primo papa di origine marchigiana (figlio tra l'altro di un ortolano in quel di Grottammare, allora Marano) che, alla faccia dei soli cinque anni di pontificato, incominciò a rivoltare Roma come un calzino ed affidò alla gente marchigiana, tanto da farne una sorta di "privativa di fatto" fino al 1860 almeno, uno dei compiti che sono tuttora tra i meno graditi verso le dirette controparti: le esazioni delle imposte.

Questa, più che una pratica "nepotistica" (visto che tra l'altro i successivi papi originari della terra di Marca furono in numero inferiore alle dita di una mano), venne mantenuta per il semplice fatto che erano riconosciuti come gente onesta e difficilmente corruttibile, al contrario di certi personaggi contemporanei già bracci destri di ministri del settore. Di conseguenza, si capisce che l'affacciarsi di questi personaggi alla porta di casa era tutt'altro di buon auspicio, ma in quel caso se la dovevano prendere con il sistema fiscale pontificio, di cui gli incolpevoli agenti marchigiani erano l'ultima uota del carro...

Pertanto, ribadisco il carattere della gente marchigiana, sobrio e tutt'altro che piacione, ma in fondo di sostanza, parco e lavoratore, anche se purtroppo con punte di conservatorismo sociale e diffidenza verso "l'esterno", che impedisce di fare quel famoso "salto di qualità" (anche politico) che tiene tuttora la regione nell'ombra rispetto ad altre realtà anche circostanti.

Concludendo, ribadisco il mio apprezzamento che le sue "amicizie marchigiane", ma mi creda, dott. Lehner, lo scarparo come politico (e tantomeno come futuro Leader) la maggior parte di noi non ce lo vede proprio...Forse certo, controllare i giornali, soprattutto il Corrierone, avrà capito è sicuramente meno rischioso "stare dietro le quinte" che esporsi direttamente e mediaticamente in tutti i sensi, come sta facendo dal 1994 l'attuale Presidente del Consiglio. I miei più cordiali saluti ed apprezzamenti per le sue battaglie.
Il Duca di Ancona

Lettera 13
Caro Dago, grazie per aver pubblicato l'antiproclama del Foglio. Finalmente togliamo il velo a questi imprenditori (ma siamo sicuri che lo siano davvero???) che parlano e pontificano dai salotti del potere, dove tutto fanno tranne che pensare a far crescere l'economia del paese e dare un futuro alle prossime generazioni.

Pensano a come acquisire partecipazioni in banche da cui si fanno prestare i soldi a tassi non di mercato (e non è conflitto di interessi questo???), a partecipazioni in giornali da cui scrivere titoli che fanno loro comodo, a trasferire produzioni all'estero e conti in paradisi fiscali, tutto lecitamente ovviamente.

Ma questi sedicenti imprenditori per caso vanno a parlare con i loro dipendenti, chiedono loro dei problemi reali della gente, si interessano su come magari guadagnare qualche milione di euro di meno (tanto la loro vita non cambia....) per destinarlo allo sviluppo delle loro attività e al benessere dei loro collaboratori???

La Marcegaglia sembra uscita da un film di Totò: continua a vendere fumo. E per non perdersi nulla adesso fa comunella con un sindacato rimasto indietro nel tempo e tenacemente ancorato a logiche di lotta di classe sparite oramai dalla storia.
Ma questi imprenditori, che vanno a braccetto con i "grandi banchieri" che spacciano per titoli di risparmio i titoli spazzatura a centinaia di migliaia di risparmiatori onesti e inconsapevoli, ecco questi imprenditori non si vergognano???

Se continuiamo ad impoverire la gente per questi interessi personali e corporativi, tra poco dovranno chiudere le aziende perchè nessuno potrà più acquistare i loro prodotti. Ci hanno mai pensato??? E i banchieri che truffano i risparmiatori come mai non sono in galera per almeno 30 anni??? Ecco Signor Della Valle, perchè siamo in molti a non credere alle sue parole, ma a vergognarci di avere una classe imprenditoriale che pensa alle copertine dei giornali e agli yacht lussosi.

Meno male che la maggioranza degli imprenditori, quelli veri , quelli che soffrono e lottano tutti i giorni, quelli a cui le banche fanno penare anche un solo prestito di 10.000 euro, ha ancora voglia di credere che ce la possiamo fare. Possibilmente senza di voi.
Un Italiano fiero di esserlo.

Lettera 14
Caro Dago, noto con stupore che nel manifesto di CONFINDUSTRIA manca un punto, cioè: "Disincentivare chi delocalizza l'impresa in paesi con costo del lavoro minore o trasferisce la sede societaria in paesi con regime fiscale favorevole". Tu sai il perche di questa mancanza?
Ilm'ot

Lettera 15
Lavitola da Panama o da Sofia? esistono dei sistemi non so se legali o meno che permettono di telefonare ovunque e sul telefonino o fisso del ricevente appare il numero di telefono o telefonino che si vuol far apparire. percui io da los angeles posso chiamare dago che sta a roma e sul suo telefonino appare il numero del fisso di sua cugina che abita a sidney. un cordiale saluto

Lettera 16
Se, come dice Napolitano, il popolo padano non esiste, deve però ammettere che esiste un popolo meridionale. Basta leggere i quotidiani.
Enrico C.

Lettera 17

Lo Scarparo voleva far vedere che ha le palle. Gli son venuti fuori dei pallini. E all'Italia le lacrime. Una Della Valle di lacrime.
Vittorio Mafascarpeinitaliadài InFeltrito

Lettera 18
Signor Presidente della Repubblica
in questi giorni Lei ha lanciato un attacco di natura politica a quanti vedono l'unità nazionale come un relitto storico da superare. Aggiungendo il giorno dopo un'invito a una "crescita comune". La seconda esternazione è banale: è chiaro che un sistema economico unitario trae giovamento se tutte le sue componenti si danno da fare. La prima invece lascia l'amaro in bocca a chi come me ha sempre pensato l'unità come un valore.

Infatti l'unione della nazione non riposa in un articolo della Costituzione ma in un sentimento comune, che nei decenni si è andato degradando: colpa di molti fattori, il primo dei quali (a mio irrilevante avviso) l'incapacità delle generazioni di politici (di cui lei fa da sempre parte) di andare contro all'obiettiva diversità fra nord e sud, di accorciare le distanze, di far sentire tutti uguali.Da ragazzo sentivo dire che "a Milano gira il contatore e a Roma accendono luce": innegabile, e da sempre, basta vedere il sito ISTAT sul PIL prodotto nelle varie regioni.

Di fatto, in quattro regioni dell'Italia centrale comanda dal dopoguerra il Suo (ex)partito, e nell'Italia meridionale (quantomeno in tre sue regioni) non si fa nulla se non ci guadagna qualcuno.Solo dal Po in su chi scrive (in larga compagnia) si sente in Europa.

L'unico collante sembra oggi essere quello della convenienza e del conformismo, ed è questo il punto: alle persone piu' avvedute questa convenienza sembra essersi erosa al punto di risultare irrilevante. Sul piano internazionale, la stessa cosa esiste nei rapporti fra i "ricchi" e i "poveri" della UE. non a caso tanti tedeschi si chiedono oggi se è giusto e conveniente tenersi sul gobbo i debiti dei paesi UE di secondo piano.
Lei dice che non esiste il popolo padano. La Lega oggi come oggi sembra piu' portata alla sceneggiata inconcludente, matrimoni celtici, bevute di acqua del Monviso ecc.; questo perchè finora il sistema ha tenuto.

Ma presto quello che accadrà in Grecia ci dara' la misura di quello che rischiamo, e un crollo analogo dell'economia (Dio non voglia) renderà di colpo tutto diverso e possibile anche qui. Costituzione o meno. Con rispetto
BLUE NOTE

Lettera 18
Buongiorno, lei scrive o riporta seguente frase all'interno di un articolo sul '68: PUÃ’ FUNZIONARE UNA DEMOCRAZIA SE LE CLASSI DIRIGENTI NON HANNO, A PRESCINDERE, LA FIDUCIA DEL POPOLO

Nel sottotesto di questa frase esiste un'allusione pericolosa all'eventuale funzionamento di una dittatura, io leggendo questo articolo non ho potuto che pensarci e credo questo valga anche per anche altri.
Esprimo il mio pensiero, per quanto possa essere inutile o anonimo:

Una Democrazia, e lo scrivo consapevolmente con la maiuscola, non può funzionare quando è in mano a ladri, corrotti e mafiosi, e di conseguenza (!) il popolo perde la fiducia nella classe dirigente. Se l'uomo vuole evolversi davvero a questo punto della nostra storia dobbiamo cominciare ad usare l'intelligenza al posto della forza bruta, altrimenti come "specie animale" su questo pianeta, abbiamo le ore contate.

La nostra non è già più una democrazia, ma questo non significa che l'idea e il concetto stesso di democrazia sia fallita ma che è fallito quell'uomo che l'ha presa in consegna tradendola. Saluto cordialmente,
Christiane Horedt

Lettera 19
Caro Dago, Fossati, decisione ritiro è 'vera e netta', e chissene..., sono trent'anni che la sua banda non suona più il rock.
Delirium

Lettera 20
Dago darling, volevo cazzeggiare sull'autunnale "primavera americana" con annesse manette di dura plastica democratica (a insaputa di Sant'Obama, ovviamente), ma dopo due volte di fila che mi hai messo il bavaglio, me ne sto zitta. Mi consolo sentendo il grande Frank Sinatra cantare: "Autumn in New York - Why does it seem so exciting - Autumn in New York - It spells the thrill of first-knighting...".
"Take care of yourself", americanamente.
Natalie Paav

Lettera 21
Egregio Direttore, quale differenza c'é, in sostanza, tra l'attuale legge elettorale e quella che si vuole ripristinare, riveduta e corretta? Poco o nulla! La modifica è richiesta solo per mettere l'opposizione in condizione di avere più probabilità di vincere: punto e basta! Infatti si vuole nascondere che lo sbandierato sistema delle preferenze è fittizio: si esercita su un elenco di nomi scelti dall'alto ed in precedenza mediato tra lotte interne epocali.

L'elettore mette un segno di preferenza a fianco di un nome scelto a monte: dov'è la differenza? In una sceneggiata di pseudo libertà di voto! Comunque la si voglia rigirare, questa democrazia è, nelle sue espressioni elettorali, come diceva qualcuno, il meno peggio dei sistemi di governo di un popolo. Tanto varrebbe un uomo forte, che sceglierebbe i suoi collaboratori e resterebbe però improrogabilmente 5 anni: ma, essendo forte, andrebbe via? Consideriamo il "porcellum", come male immutabile della vita e pensiamo ad altro, forse è meglio! Grazie per l'attenzione e buon lavoro
L. C. G. - Montepagano (Te)

Lettera 22
Per i pagamenti in contanti ci sono dei limiti, al fine di ottenere una maggiore tracciabilita' delle transazioni. Oltre questi limiti c'e' l'obbligo di assegni di c/c ,assegni circolari carte di credito. Ma se devo incassare una grossa cifra, anche se l'operazione e' lecita, posso rifiutare gli assegni?. La carta moneta emessa da uno Stato e' il mezzo generale per i pagamenti; assegni, carte ecc. sono mezzi nati per evitarne il maneggio ed il trasporto, quindi oserei affermare che le disposizioni limitative in matera non sono legalmente proponibili. Ho ragione o mi sbaglio?
Claudio Baffoni

Lettera 23
Caro Dago, Ma smettila di chiamarlo Diego Laqualunque! Dopo aver letto il suo comunicato su Mediobanca infarcito di "si preferisce valutare", "ivi previsti" e "futuri investimenti nella medesima" , e' chiaro che il suo soprannome ufficiale e' Diego Il Caramba. Neanche in una caserma della Benemerita saprebbero esprimersi con cotanta eleganza...

 

Valter LavitolaPHILIPPE DAVERIO GIULIO TREMONTI RICCARDO IACONA E SIGNORA Gian Carlo CaselliLUCA TELESE ISABELLA FERRARI SENZA OMBELICOVASCO ROSSIMarina BerlusconiCARLO DE BENEDETTIGiancarlo LehnerDella ValleMARCEGAGLIA NAPOLITANO Bossi Calderoli IVANO FOSSATI