clara soccini carlo conti

“SANREMO PURGATO DALLE POLEMICHE DI CARLO CONTI È UN NOIOSO POLPETTONE” – MOLENDINI: “EVITARE LE POLEMICHE SIGNIFICA EVIRARE IL FESTIVAL CHE, COSÌ, SI PRESENTA NUDO NELLA SUA POVERTÀ. LA CONDUZIONE DI CONTI È BASICA E I SUOI ABITI SONO DEGNI DELLA SARTORIA DELLE FERROVIE, LA MUSICA NON ESISTE, LE VOCI RESE IMPERSONALI DALL'USO SPROPORZIONATO DELL'AUTOTUNE. I CANTANTI NON HANNO ALTRO MEZZO CHE PUNTARE SULL'APPARENZA. TETTE E CURVE IN VISTA PER LE DONNE (MEGLIO, COMUNQUE LE TETTE DI CLARA DELLA SUA CANZONE)-VIDEO

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Marco Molendini per Dagospia

 

carlo conti

Il festival purgato di Carlo Conti è un noioso polpettone. Una sfilata di canzoni costruite sulla regola del riciclaggio: più è roba fritta e rifritta meglio è, così entra prima nelle orecchie (la cosa bella è che per scriverle si sono impegnati dei veri e affollati comitati di autori. Shablo, Guè e Joshua ne hanno otto e, forse, è un record mondiale. Achille Lauro e Rocco Hunt sette).

 

A rendere ancora più pesante quel polpettone c'è poi il dosaggio, la gara è stata inzeppata di canzoni per giustificare la messa al bando delle ospitate a rischio, con gli ospiti comici esclusi per timore di scantonamenti, di battute impertinenti capaci di urtare la suscettibilità assai pronunciata di chi governa. Ma purgare Sanremo è un controsenso, le polemiche sono sempre state il fertilizzante della settimana , l'adrenalina capace di scaldare il clima. Evitarle significa evirare il Festival che, così, si presenta nudo nella sua povertà.

 

clara soccini

La musica non esiste (col paradosso che questa edizione dà più spazio proprio alle canzoni), le voci si assomigliano tutte : distorte, corrette, rese impersonali dall'uso sproporzionato dell'autotune. I cantanti, vista l'omologazione, per farsi riconoscere non hanno altro mezzo che puntare sull'apparenza.

 

Tette e curve  in vista per le donne (meglio, comunque le tette di Clara della sua canzone), uomini tendenti al look coatto, orecchini, tatuaggi, vestiti improbabili (è un festival dello stilista improbabile). I testi delle canzoni sono tanto banali e insulsi che, per provocare un po' di emozioni, bisogna evocare la mamma o la malattia (temi su cui gli italiani sono assai sensibili).

 

clara

Così ecco la standing ovation per Cristicchi e l'invito a Bianca Balti (che va benissimo, ha tutta la solidarietà, ma resta difficile non pensare che sia stata chiamata per esibire la sua vicenda personale talmente forte che non serve neppure parlarne). Così ecco che fa bella figura Damiano dei Maneskin (ormai Damianeskin) soprattutto perché fa ascoltare una canzone, fra tanta pochezza: Felicità di Lucio Dalla.

 

Il Festival Conti sostanzialmente è un festival basico. Come basica è la conduzione. Se nella prima serata si sono alternati almeno tre presentatori di professione, ieri sera solo Nino Frassica ha dato un po' di sale con le sue battute surreali, mentre Cristiano Malgioglio annaspava nei suoi vestiti. Immaginiamo cosa sarà stasera con tre campionesse dell'intrattenimento, Elettra Lamborghini, Miriam Leone e Katia Follesa, a dar manforte al capostazione senza paletta (i completi di Conti sono degni della sartoria delle Ferrovie),

 

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Resta da chiedersi perché il successo di ascolti (anche la seconda serata è andata a gonfie vele). La risposta sta sicuramente nella total audience,nuovo sistema di rilevazione Auditel, che conta smartphone, tablet, on demand. Ma, pur facendo la tara, i numeri restano sbalorditivi. E allora non resta che una risposta: siamo narcotizzati.

 

Quanto al confronto con Amadeus (responsabile di aver contribuito in modo rilevante alla deriva del mondo musicale italiano con le sue scelte in un quinquennio sanremese e certamente non meno capostazione di Conti), non è proponibile: perché bisogna fare la tara della presenza di Fiorello.

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