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Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, è un punto fermo della mia Costituzione personale non andare mai alle feste e nei luoghi dove si assiepano in molti. Alla festa organizzata dal duo Labate/Parenzo, che pure mi stanno simpatici e di cui sono amico, e tanto per fare un esempio, non sarei andato neppure morto. Come a nessun’altra. A giudicare dalle foto “Cafonal” apparse sul tuo sito, non mi sono perso niente.
E’ mia profonda convinzione che ognuno dia il peggio di sé quando si è in molti, e l’importante è far baccano. Ho a casa mia quasi tutti i vinili originali dei Velvet Underground, e tra l’ascoltare uno di questi vinili e ascoltare Chicco Testa (lo saluto amicalmente) che canta non credo ci sia problema a scegliere.
parenzo e labate con la torta del programma (2)
Non ho una grandissima opinione del prossimo mio in quanto tale, e meno che mai di quelli che stanno nel mio settore professionale, ma di tanti di loro ho piacere ad averli di fronte, conversare, ridere, accennare ai libri letti e ai film visti. (Tutto ciò è divenuto difficilissimo. Cito libri e film che per me sono imprescindibili, e vedo lo stupore disegnarsi sui loro volti.)
Ho piacere, molto piacere, a invitare a cena tre o quattro amici alla volta, chieder loro le cose che contano, come va il loro matrimonio, per chi voteranno al referendum, quali giornali hanno letto al mattino, se conoscono qualcuno che sia dei Cinque Stelle e che faccia ha, se ultimamente hanno avuto un’amante, insomma dei discorsi che abbiano un senso, un costrutto, che mi servano a capire meglio la commedia umana.
labate parenzo e razzi cantanti con paola e veronica
Altrimenti, a che serve stare assieme? Ho avuto a cena pochi giorni fa una ragazza giovane e intelligente, tra quelle fotografate nel tuo “Cafonal”. Le ho suggerito: “Sei in un momento della tua vita in cui devi pensare ad affinarti, non a frequentare feste, che è tempo perso”.
O forse non è tempo perso per le public relations, per il sussurrare alle orecchie di tutti quello tutti che vogliono sentire, per fare il “piacione” a costo zero, per dire “c’ero anch’io”. Certo, per tutto questo è utilissimo andare a una festa.
Non ci andavo neppure ai tempi lontani della mia giovinezza, un tempo che ho dedicato molto ad “affinarmi” per affrontare la lotta per la vita, che non era facile per uno povero, senza maestri, senza compari e che aveva vissuto in provincia.
E a proposito di affinarmi, e dato che sto per finire il bel romanzo di Mario Desiati (per me particolarmente stuzzicante, perché come lui sono suggestionato dalla pornografia), stasera non so ancora se comincerò il libro di Ernesto Galli della Loggia, o il libro di Hans Fallada da cui è stato tratto il bellissimo film “Lettere da Berlino” o l’antologia einaudiana dedicata ai migliori fumettari odierni.
In ogni caso niente schiamazzi e niente canti e niente ghigni grotteschi mentre ti stanno fotografando.
Giampiero Mughini
raffaella mangini elena borgapaola e veronica le ragazze dello champagne
razzi parenzo e paola concia (2)raffaella mangini chicco testa
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