fabrizio salini

RAI, DI TUTTO DI PIU’ - LE NOMINE DI VIALE MAZZINI APPESE AL VOTO EMILIANO. IL MINISTERO DELLO SVILUPPO SMENTISCE LA SFIDUCIA A SALINI. I PENTASTELLATI, OBTORTO COLLO, LO DEVONO SOSTENERE. PERDERE IL TG1 PER I GRILLINI SAREBBE MOLTO GRAVE - AL MOMENTO GLI UOMINI DI AREA PD HANNO LE DIREZIONI PIÙ PESANTI…

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Da la Stampa

 

FABRIZIO SALINI

Le elezioni regionali riscriveranno l' organigramma Rai. Intanto il Mise smentisce la sfiducia all' ad Fabrizio Salini; nessun congelamento risorse, anzi, si rassicura l' Azienda circa lo stanziamento dei fondi, 80 milioni di euro, previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno.

 

Il fatto è che i Cinquestelle hanno fatto i conti della casalinga, numeri alla mano hanno tracciato la loro somma. Salini non è il loro uomo ideale: troppe indecisioni. Però perderlo significherebbe abbandonare per sempre quella posizione e forse non riaverla mai più. E poi, perché fare un favore al Pd che da tempo martella contro Salini alla ricerca della sfiducia? Obtorto collo, i pentastellati lo devono sostenere.

GIUSEPPINA PATERNITI

 

Questo considerava con i suoi "il reggente" del Movimento, Vito Crimi, che al tempo stesso invita Salini a dare segnali di rottura. Lo stesso discorso numerico vale per il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni. Uomo di macchina, accusato di perdere ascolti e di non avere la redazione dalla sua. Anche abbandonare il Tg1 sarebbe molto grave, posizione privilegiata, certamente non replicabile. Tant' è che Luigi Di Maio, incontrando Carboni venerdì mattina all' inaugurazione dell' Anno Accademico Ufficiali dell' Arma, lo ha rassicurato sul fatto che nessuno l' avrebbe toccato.

 

Ora Salini dopo tante insistenze, e tolto il tappo Di Maio, è pronto ha sbloccare il nodo Tg3 e consentire l' ingresso di Mario Orfeo come il Pd pretende da tempo. A questo punto, per creare meno rivoluzione possibile, Giuseppina Paterniti sarebbe spostata dal Tg3 a una delle due caselle rimaste libere delle maxi strutture, quella chiamata "la ex Verdelli", vale a dire la direzione del pluralismo e dell' informazione all' interno dei Tg. Ecco lo scenario che però non tiene conto del risultato alle urne.

mario orfeo foto di bacco

 

E degli equilibri dei partiti sempre secondo il calcolo della casalinga. A tutt' oggi la Lega ha il Tg2 e la TgR; i Cinquestelle hanno il Tg1 e il Tg3, Meloni di Fratelli d' Italia ha Rai2, il Pd ha Rai1, Rai3, Luca Mazzà direttore del giornale radio e Antonio Di Bella a Rainews. Tirate le somme, il Pd è quello che ha di più, senza contare che Rai1 vale doppio, visto che al suo interno ha molta informazione spalmata su tutta la giornata e la corazzata "Porta a porta". E questo aspetto contabile potrebbe fare la differenza. (m. tamb.)

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