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FLORIS BOLDRINI CROZZA BY BENNY
Alessandro Comazzi per La Stampa
Maurizio Crozza ha appena compiuto 57 anni, e per festeggiare si regala la fine del Paese delle meraviglie , stasera alle 21,10 su La 7. Ultima puntata di un programma su rete generalista consolidata, ancorché più defilata delle altre. Non a caso, quando la Rai 1 di Giancarlo Leone pareva volerlo a tutti i costi, lui alla fine aveva detto no. Dal pubblico di Giovanni Floris si è congedato martedì, con una nuova imitazione, quella di Gentiloni: «Da Renzi a Gentiloni, da un Ego smisurato a un Ripiego esagerato».
Si è congedato ma non troppo, lasciando aperto uno spiraglio per il ritorno. E in effetti, come già accadde in passato, con Rai 3 e con La 7, potrebbe continuare a introdurre DiMartedì su La 7, e realizzare la nuova trasmissione su La Nove. Dove il suo debutto è atteso in gennaio, ma forse un po' più in là, a marzo.
La Nove è la rete del gruppo Discovery più in alto sul telecomando. E del gruppo fanno parte Real Time, DMax, tutti canali pieni di «factual», quel genere con una sceneggiatura che ricostruisce in forma romanzata, più o meno rigorosa, fatti realmente accaduti: canali amatissimi dai giovani, che li seguono su tutti i mezzi, dal tablet al telefono. Mentre il televisore, inteso come apparecchio, è l' ultima ruota del carro. Con Crozza, si muoverà tutta la sua squadra, Andrea Zalone, spalla e coautore, in testa.
Il comico ha cominciato frequentando la scuola del Teatro Stabile di Genova. È un attore, e si vede. Nella tv del passato si improvvisava molto, Arbore più di tutti, che sempre teorizza lo stile. Crozza non improvvisa mai, ma interpreta un testo scritto.
Zalone ebbe a commentare: «Non è un cabarettista. Quello che dice nel Paese delle meraviglie è tutto scritto, certo. Però lo dovreste vedere quando scriviamo. È lì che improvvisa, inventa, e noi che lavoriamo con lui prendiamo appunti, elaboriamo. È facile fargli da spalla: quando interpreta qualcuno, Crozza non è più lui, si cala nel personaggio, lo diventa, è come in trance. Andare oltre è dura, ci arrendiamo al suo talento».
Anche nella pubblicità: stanno imperversando gli spot del caffè Lavazza. Lui sulla nuvoletta fa Fuffas, l' architetto, un archetipo, che più che un personaggio è da solo una satira di costume, e fa anche Dio che prende in giro Fuffas. Un gioco en abîme, in pratica. Crozza che, sempre, sceglie i personaggi da imitare basandosi sull' attualità più imminente e immanente, cosa farà sul Nove di Discovery, il canale dove già sono approdati Fabio Volo e un pezzo di Saviano? Sarà qualcosa di totalmente innovativo, si dice.
Ma chissà chi lo sa che cosa sarà, lui è stato sempre impegnatissimo con La 7, quindi non ha ancora studiato bene la nuova trasmissione. E non sarà una striscia. Per Urbano Cairo è una bella perdita, ma si sa che Cairo non ragiona come gli altri imprenditori, prende e cede secondo criteri tutti suoi. E non necessariamente è sempre e soltanto questione di soldi.
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