DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Malcom Pagani per Il Fatto Quotidiano"
Stefano Bettarini, ex marito di Simona Ventura, ex terzino di Fiorentina e Sampdoria, ex intrattenitore, ex tutto a libro paga del Chievo, amava scommettere. Ogni maledetta domenica, nei secoli dei secoli. à lui "il bello" delle intercettazioni telefoniche in cui calciatori, maneggioni e allibratori riferivano presunte dritte "sicure" e consigli di un ex ragazzo con la passione per la discoteca, che il campo delimitato dalle linee, lo conosceva bene. Il senso di Bettarini per la giustizia è tutto in un'intercettazione telefonica agli atti. à l'inizio di agosto del 2011 e Bettarini parla con il suo avvocato Ernesto De Toni dell'interrogatorio a cui è stato sottoposto. I giudizi (e i luoghi comuni) sugli inquirenti sono desolanti.
IL PM? UN MANIACO SESSUALE
DE TONI : "Incomincia questa roba qua eh.... che c'erano dei begli articoli sui giornali dopo il caso Strauss-Khan... Mentre in America l'accusa con grande umiltà , con grande ragionevolezza ha fatto marcia indietro dicendo, si cazzo stiamo sbagliando.... non è come pensavamo... In Italia soprattutto quando uno viene arrestato e qui hanno arrestato personaggi famosi, adesso stì qua pur di far vedere che avevano ragione faranno... carte false ma le fanno i pubblici ministeri, i poliziotti, i dirigenti, mentre in America il pubblico ministero dice âcazzo ho sbagliato mi dimetto...' (ride)... qua?... Ma tu l'hai vista la faccia di quello che ti interrogava? Sembrava un maniaco sessuale...."
Bettarini: "Sì, sì, sì, ... con questa linguina lì...".
De Toni: "...Ma che tic ha, ma che brutto tic ha? Cioè io non ho mai visto un uomo così schifoso....".
Dopo aver elogiato i pm, senza immaginare di essere ascoltato, Bettarini passa alla parodia degli investigatori.
Bettarini: "Sì, ma avvocato anche lei registra? Che cazzo registra lei?"
De Toni: "Ma và a cagare!"
Bettarini: "Non ti ho mai visto tappare la vena in quel modo ... son riusciti a farti tappare la vena...".
De Toni: "Zio cane..."
UNA ZARINA DI NOME GINESIO
In un panorama fosco, in cui per distinguere reati, partite combinate e reali responsabilità non basta la bussola, la millanteria è un notevole grimaldello per forzare la fantasia degli interlocutori. Così non stupisce che un'assistente del giudice sportivo, deputata a trascrivere i comunicati disciplinari rassicuri l'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, dia giudizi poco benevoli sui suoi diretti superiori, direttamente tratti dall'epica gergale della Gialappa's band ("Il giudice Artico è abbastanza ottusangolo") e prometta più di quanto non possa.
In ogni caso, il 4 agosto del 2011, nel primo pomeriggio, dopo le sentenze della giustizia sportiva, Ginesio colloquia a lungo con Doni e gli telefona da un'utenza della Lega Calcio. Oggi, scoperta, Ginesio proclama con relativo pudore: "Tutti sanno come sono fatta". Ieri rassicurava l'imputato Doni dalla stanza dei bottoni e gli consigliava di assumere per la difesa l'avvocato Luigi Chiappero, storico avvocato della Juventus.
Ginesio: "Cristiano....".
Doni: "Ciao Stefi, disturbo...?" .
Ginesio : "Ma no, figurati...ma chi è questo Salvatore Pino, il tuo Avvocato....?".
Doni: "Ã un avvocato di Milano....bravo...".
Ginesio: "Sì ma...è penalista?.... Sa di diritto sportivo?"
Doni: "Sì penalista e diritto sportivo....tutti e due...".
Ginesio: "Sicuro ? ...sennò appoggiatevi a Chiappero...chiedete aiuto a lui".
Doni: "E sì..ma...lavorano insieme"
Ginesio: "Ah...stanno lavorando insieme...perché Gigi è il migliore che c'è sulla piazza".
Poi i due proseguono nella conversazione. La Ginesio riferisce a Doni di aver letto l'ordinanza, lui si giustifica: "Io non so chi è sta gente", getta la croce addosso a Santoni: "Era lui che conosceva stì qua, ha usato il mio nome".
Poi ritenendo di non essere stato mai intercettato afferma sicuro: "Ce la giochiamo". I due concordano sul punto. Poi discutono dell'interrogatorio dell'ascolano Vittorio Micolucci, l'ex difensore "pentito" che, pentendosi, aveva portato alla luce il tentativo di combine tra la sua squadra e l'Atalanta.
Qui la Ginesio offre una "lezione" deontologica.
Ginesio: "Ma... Micolucci ... ho letto che ...".
Doni : "Ha collaborato...".
Ginesio: "Ha collaborato...".
Doni:"Ho capito ma, noi come facciamo.. a collaborare che non sappiamo un cazzo. ..?"
Ginesio: "Ma tu, non devi assolutamente collaborare...! Se non sai niente... poi...poi dalla vostra avete questa antipatia dei giornali, perché .....chiaro che poi ....vi attaccano....
Doni: "No, ma infatti...ci han massacrati i giornali....ed è la cosa che mi fa...più paura ....".
NATALE, BELLAVISTA BATTE CASSA
A fine novembre del 2011, il giorno 27, l'ex calciatore del Bari Antonio Bellavista, abituale scommettitore in costante collegamento con le bande intente a inquinare la regolarità dei campionati di serie A, B e Lega Pro, spedisce frenetici sms al sodale Stefano Bettarini. Vuole che gli tornino indietro 6.500euro. Prima li chiede gentilmente. Poi perde la pazienza e la trattenuta educazione si trasforma in rabbia: "Ma che cazzo dici?". I toni usati dal duo non avrebbero sfigurato nei grandi classici della commedia all'italiana o nei dipinti surreali di Luciano De Crescenzo. In effetti, "Così parlò Bellavista" .
Bellavista: "Ciao Ste, sono Antonio Bellavista come stai? Mi auguro bene. Scusa se ti disturbo ma ho bisogno di rientrare di quella cifra, 6500, con urgenza, avevo dato mandato al mio avvocato di prendere accordi con il tuo ma è un mese e non ho ricevuto risposta. Se gentilmente provvedi ti ringrazio. Ti mando l'Iban?"
Bettarini: "Ciao Anto, te li restituirei volentieri ma non sono nelle possibilità di farlo...Avanzo ancora 11.250 da Ivan (Tisci, ex centrocampista indagato a Cremona, ndr) e in questi ci sono i 6.5 di Livorno-Ascoli che perdemmo.... Appena rientrerà provvedo! Ti abbraccio".
Qui Bellavista inizia ad alterarsi.
Bellavista: "Stefano, se fossero stati giocati da me sarebbe diverso, io sto facendo da tramite e tu lo sai cosa devo dire? Stanno premendo. Immagina cosa sto attraversando, tu devi rientrare con loro tutto qua o se vuoi ti metto in contatto direttamente con loro".
Bettarini: "La giocata l'ha fatta Ivan e tu lo sai perché eravamo a tavola insieme da Mimmo...la sera che Livorno-Ascoli giocavano e l'Ascoli pareggiò al 90'...Non posso pagare pure le scommesse di altri. Oltre tutto quello che c'è stato...Mi sembra di aver pagato più del dovuto..... Le mie giocate e lo sai, le ho sempre pagate .... Chiama pure Ivan".
Scoperta l'inclinazione di Bettarini, Bellavista gli dà del bugiardo ed esonda. L'altro non recede di un millimetro.
Bellavista: "Che cazzo stai dicendo? I 6500 sono frutto delle giocate che facevi tramite me, non di Livorno, ma di giocate normali schede tue e non di Ascoli. E anche fossero di Ascoli-Livorno, rimane sempre il debito di 6500 che tu hai, quindi devi pagare ...".
Bettarini: "Sto dicendo le cose come stanno.... !!! Quei soldi li deve Ivan. E non appena risolve i problemi te li pagherà . Chiamalo e senti ..... le mie giocate come dici tu sono per 1..5 di bigliettini vari di 100, i 5 mila sono suoi ....E qui chiudo!!"(...)".
SIGNORI, I RISTORANTI E GLI OPERAI
Nelle informative delle molte questure impegnate sul caso, si offre un quadro anche extrapallonaro non proprio commendevole. Da quando il calcio è un orizzonte telematico e gli stadi hanno smesso di invocarlo, Beppe Signori studia altre vie. Ha deciso di aprire un ristorante a Bologna. Ma esiste qualche ostacolo di licenze (e non solo) da superare. Beppe scarta in dribbling e non si intimorisce. Il 26 luglio 2011 contatta il suo socio Giampaolo Zani e gli riferisce che un'amica gli avrebbe riferito che l'architetto preposto al progetto si è ritirato e non vuole assumersi ulteriori responsabilità .
Come trascrive lo Sco, Beppe e Zani hanno la soluzione: "In sostanza i due intendono fare dei lavori abusivi nel ristorante, l'architetto non ha avallato le operazioni....allora Signori propone di scaricare la responsabilità sugli operai, (una ditta di Bergamo inviata a Bologna dal di lui padre)".
QUADRINI E GLI UTILI IDIOTI
A fine luglio del 2011, Daniele Quadrini, ex promessa di Roma e Lazio, poi emigrato a Sassuolo e squalificato per un anno dalla giustizia sportiva, discute con un anonimo interlocutore non ancora identificato. Quadrini ha seri dubbi sulla "statura" dei principali indagati e sospetta un livello superiore.
Quadrini: "(...)A quanto pare, siccome non hanno trovato niente, no?".
Uomo: "Sì in concreto non hanno trovato un cazzo... "
Quadrini: "...Eh.... tu dimmi se hanno trovato una partita che è stata combinata ancora? Uomo: "No, di concreto no!"
Quadrini: "... Allora mò che devono fare questi? Devono deferire quel minimo che c'hanno.... quindi chi ci sta in mezzo anche minimamente daranno delle sanzioni.... e quelli di primo grado, secondo grado gli daranno certe batoste...per far vedere che hanno usato la mano pesante..... ma in effetti....che cazzo tutto sto.. sto casino chi l'ha fatto.... chi l'ha creato? non si sa che.... non è possibile un Paoloni, un Erodiani, un Pirani hanno creato un macello del genere....tre deficenti .... un dentista, uno che c'ha un'agenzia e un mezzo portiere.... quello che stanno facendo adesso è fatto...poi dopo non si può riaprire un caso sportivo, hai capito? Se eventualmente dopo usciranno i veri nomi, capisci? Quindi questi qua pure non è che avranno detto tutto, tutto tutto...Paoloni, ha avuto una difesa sua personale, ma non ha detto tutto, poi uscirà dopo,vedrai...come adesso di Moggi no? Dopo 5 anni si viene a sapere che lo scudetto dell'Inter ....capito?".
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