URLO DUNQUE SONO! - SCALFARI ‘VERGOGNA’, DELLA LOGGIA ‘CRETINO’: SALLUSTI URLATORE - ‘USO ANCHE IL TURPILOQUIO, SE NECESSARIO, CONTRO L’IPOCRISIA’ – ‘L’URLO È SCORRETTO ED EROICO, L’URLO È IL QUADRO DI MUNCH: UNA LIBERAZIONE’

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Salvatore Merlo per ‘Il Foglio'

Dice Alessandro Sallusti: "Io urlo con i miei titoli e i miei editoriali. Nell'urlo c'è qualcosa di eroico. Urlano gli indiani nei film, ma urlano anche i soldati blu che li inseguono a pistolettate. I kamikaze urlano ‘banzai', i cavalleggeri urlano ‘avanti savoia'. L'urlo è un bisogno liberatorio. Solo i mediocri non urlano. Forse nell'urlo non c'è il pensiero, lo ammetto. Spesso sono i folli a urlare. Ma dietro l'urlo, a provocarlo, c'è ben più d'un pensiero. C'è qualcosa che sublima il pensiero. Nell'urlo si nasconde una sostanza forte, viva, carnale.

Ecco, forse uno che non urla mai non è vivo". Aggressivo, abbaiante, muscoloflettente, così Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, viene da molti giudicato. E si sa che i suoi avversari gli imputano una violenza d'altri tempi, arrivano a scorgere in certe sue poco vellutate iniziative, in certi suoi atteggiamenti, nei suoi urli - "Le vergogne di Scalfari", "Traditori" agli alfaniani, "E' stata la culona" ad Angela Merkel - un on ne sait quoi di minaccioso, persino di mussoliniano. Lui sorride. "Urli quando subisci un torto", dice.

E allora Sallusti racconta di Eugenio Scalfari, "che non ha le carte in regola per vergognarsi di Berlusconi", e al quale il Giornale ha dunque dedicato anche ieri un titolo, ovviamente urlato: "Tutti zitti sul buco nero del moralizzatore Scalfari".

E poi Sallusti cita anche Ernesto Galli Della Loggia, l'editorialista del Corriere della Sera, "che mi ha dato del cane scodinzolante. E io allora gli ho urlato: cretino". Obiezione: chi subisce un torto urla, ma più spesso a urlare è chi è in torto. Urlando sopravanzi, distrai, copri il fatto d'essere dalla parte sbagliata. "Il dolore, più spesso, è silenzioso", ammette Sallusti.

"Ma io quando provo dolore non sto zitto. Uso anche il turpiloquio, se necessario". Troppo fegato, troppe viscere. "Non capisco perché quando lo faccio io tutto diventa pancia o viscere. E quando invece esagerano Scalfari, o Della Loggia, la loro è testa.
Qualcosa non torna. Io urlo, e non me ne vergogno. Urlo contro l'ipocrisia. La storia di Boffo era ipocrisia. Ed è ipocrisia anche quella di Scalfari, che da condannato si fece eleggere dai socialisti per avere l'immunità. L'urlo è scorretto. L'urlo è il quadro di Munch. Ed è una liberazione".

Anche Beppe Grillo urla: vaffanmerkel. "Un politico che urla e basta non serve a niente. Dopo l'urlo deve esserci un fatto, un'azione. Altrimenti ciao". E un giornalista che urla e basta? "Un giornalista se lo può anche permettere. Non ha altre responsabilità". Berlusconi è un urlatore? "E' un cantastorie melodico". E Renzi? "Era un urlatore alla Celentano" (Io son ribelle / non mi piace / questo mondo / che non vuol / la fantasia...).

"Ma adesso è più Claudio Villa. Adatta lo stile al momento politico" (Ah, tu stai vivendo un mondo tutto tuo / senti i ruscelli vedi farfalle / sogni ricchezze mai possedute / mai, mai...). Ma urlare fa anche vendere i giornali, dice Sallusti. "Se urlo che Alfano è un traditore faccio un botto in edicola. Ma l'urlo dev'essere ben mirato", precisa il direttore. "Se urlo contro Renzi non vendo. Renzi per i miei lettori non è un nemico".

E il picco di vendite Sallusti lo ha avuto con questo titolo qui: "Ncd scarica Alfano" (commento di Sallusti, tra il sornione e il compiaciuto: "Titolo forzato. Lo so. Ma rende". Sorriso perfido). E' la mattina del 30 aprile 2014. I titoli dei giornali dicono che il governo è alla svolta, che Marina Berlusconi non entra in politica ma chissà, che Renzi per evitare il peggioramento della situazione affronta "i nodi politici ed economici".

Dice Sallusti: "Non è vero niente. Marina che non entra in politica, ma forse un giorno lo farà, non è una notizia. Non è un cazzo. E sono trent'anni che il governo è in curva e sta per sciogliere i nodi. Ma non svolta e non scioglie proprio niente. E i giornali lo sanno. I giornalisti fingono lo stesso di credere che da domani il governo sciolga, snodi, e faccia la svolta. Ecco, in questi casi è meglio urlare". Dunque il Giornale attacca Scalfari. "Appunto". Ma il riflesso condizionato della noia dovrebbe essere lo sbadiglio, non l'urlo. "Le urla coprono il silenzio". E anche il vuoto.

 

LO SCONTRO TRA SALLUSTI E CICCHITTO A BALLARO alessandro sallusti daniela santanche shopping courmayeur vacanze dicembre twiga sallusti e santanche FACCI MASCHERATO DA SALLUSTI ALLA PRIMA DELLA SCALAL'ARRESTO DI SALLUSTISANTANCHE E SALLUSTIFOTOMONTAGGIO - ALESSANDRO SALLUSTI IN CARCERE