
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Arrivati in vista del tornante più delicato, quello dell’elezione del capo dello Stato, non si vede per quale ragione i contraenti del Patto del Nazareno dovrebbero buttare tutto all’aria. Se davvero Re Giorgio si dimetterà a inizio 2015, la nuova legge elettorale passerà in secondo piano e a gennaio le Camere saranno impegnate nella scelta del suo successore.
Renzie esige risposte precise da Berlusconi su premio di lista e soglie di sbarramento, e le vuole in tempi stretti. Ma sa benissimo che l’ex Cavaliere non controlla tutta Forza Italia e ha bisogno di qualche giorno in più. In un modo o nell’altro vedrà di concederglieli perché alla fine conta su una risposta positiva. Del resto anche i figli e Confalonieri non si stancano di ripetere all’ex premier che il patto con Renzie non va rotto.
La partita vera, dunque, è sul Quirinale. E qui, la parte segreta del Patto del Nazareno avrà tutto il suo peso. Questo sito scriveva da tempo che Re Giorgio si sarebbe dimesso a Capodanno e che al suo posto andrà Anna Finocchiaro. La senatrice piddina dà ampie garanzie anche al fronte berlusconiano e Gianni Letta la stima enormemente. Ma i contraenti del Nazareno hanno sicuramente anche altri nomi di riserva, essendo d’accordo sul metodo.
Se salta il Patto del Nazareno salta tutto e lo stesso governo traballa. Renzie dovrebbe andare da Grillo e discutere con lui del Quirinale, infilandosi in una via crucis di trattative alla luce del sole, “verdetti della Rete”, “stop and go” e diktat vari. Se non sarà costretto, non lo farà. E Berlusconi, facendo saltare il patto, rischierebbe un presidente antiberlusconiano. Insomma, a Berlusconi e a Renzi conviene ancora far funzionare il loro patto, specialmente nella sua parte segreta. Per la legge elettorale c’è tempo.
2. QUIRINAL PARTY
Re Giorgio emette un comunicato in cui non conferma e non smentisce le sue dimissioni a fine anno e sottolinea che deciderà lui quando lasciare: “Caso dimissioni, interviene Napolitano. E richiama la pienezza dei suoi poteri. Nota del Quirinale che esprime sorpresa: responsabilità del capo dello Stato le decisioni che saranno prese” (Corriere, p. 2).
Intanto iniziano le danze per la sua successione. L’indiziato numero uno in caso di accordo Pd-M5S si chiama fuori: “Prodi sgombera il campo: non ci ho mai pensato. ‘Nessuna intenzione di fare il presidente. I 101? Non c’era una ferita da chiudere” (Corriere, p. 2). Mentre la Boldrinmeier dice che è l’ora di una donna sul Colle (Corriere, p. 3), anche se per modestia evita di indicare se stessa.
Il Messaggero riporta il primo paletto fissato dal premier: “Quirinale, si apre la partita. Renzi: il nome lo indica il Pd. C’è già un candidato ‘coperto’, verrà tirato furori solo dopo il quarto scrutinio” (p. 3). Il Giornale punta sulle donne: “La Boldrini subito si candida, ma favorita resta la Pinotti. Dopo la battaglia per la Mogherini come Lady Pesc, Renzi sogna una donna per il Colle. E la numero uno della Camera si fa avanti: ‘Il Paese è pronto per una presidente donna” (p. 2).
3. IL BRACCIO DI FERRO SUL NAZARENO
Tra Renzie e Berlusca siamo in pieno gioco delle parti, tra finti ultimatum e manovre di partito. “Renzi esclude il voto anticipato. ‘Alla fine il Cavaliere dirà di sì’. Il messaggio di Palazzo Chigi: avanti con urgenza, ma l’orizzonte è quello del 2018” (Corriere, p. 5). La Repubblica dei renziani si fa latrice della voce grossa di Matteuccio: “Colle e legge elettorale. Renzi avverte Berlusconi. ‘Se si sfila dalle riforme è fuori da ogni partita” (p. 2).
Invece la Stampa racconta una linea completamente diversa: “Renzi rilancia con Berlusconi. ‘Italicum rinviato a primavera’. Ritirato l’aut aut del premier. Questa sera vertice di maggioranza. L’intesa con Forza Italia resta il pilastro delle riforme costituzionali” (p. 3).
Sul fronte dell’ex Cavaliere ci si fa scudo con i problemi interni: “Ora Berlusconi frena: decido con il partito. Le parole di Napolitano inducono il leader di FI a prendere tempo per la trattativa sull’Italicum. Ai suoi dice: avvertite Renzi che la risposta non arriverà. Vogliono andare avanti? Buona fortuna” (Corriere, p. 6). Repubblica: “Berlusconi va alla resa dei conti con Fitto. I figli a consulto: ‘Non rompere con Renzi’. Nei prossimi giorni il comitato di presidenza e l’assemblea dei gruppi. Ma il consenso della fronda cresce” (pp. 4-5). Per il Messaggero, accordo vicino: “Italicum, sprint finale. Ok di Berlusconi al Pd: ma no urne anticipate” (p. 4).
Il Giornale di Paolino Berlusconi conferma: “Quirinale, Berlusconi decisivo. Confermato il patto del Nazareno. L’intesa con Renzi avrà un seguito nell’elezione del dopo Napolitano. Sull’Italicum si tratta ancora, le concessioni del Cav in cambio della rinuncia del premier al voto anticipato” (p. 4).
4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non c’è pace per i conti pubblici italiani, in Europa. “La Ue avverte l’Italia: pronti alla procedura. La Commissione Juncker minaccia una nuova correzione da 3,3 miliardi sul 2015 e un early warning sul debito. Palazzo Chigi spinge sul Jobs Act: entro dicembre, anche con la fiducia. Ma in Parlamento i tempi sono stretti” (Repubblica, p. 9).
Silvio Berlusconi RUDY CAVAGNOLI
Intanto la Stampa fa i conti con la cosiddetta “Local Tax”: “Ecco la nuova tassa comunale. Mano libera su aliquote e detrazioni. Si parte a metà 2015: addio a Tasi e Imu, ma c’è il rischio stangata” (p. 5).
5. TOGHE CHE MINACCIANO
Magistrati sul piede di guerra per la riforma della giustizia voluta dal duo Orlando-Renzi. “Responsabilità civile, toghe in guerra. ‘Sciopero se si lede indipendenza’. Il presidente Sabelli: ‘Manteniamo la schiena dritta con l’orgoglio di essere magistrati’. Il pm H.J.Woodcock: ‘Sì a ridurre le ferie, ma subito auto riciclaggio, falso in bilancio e prescrizione” (Repubblica, p. 6). Messaggero: “Giustizia, le toghe: pronti allo sciopero. Altolà di Orlando. Tensione sulla responsabilità civile, avvertimento dell’Anm. Il ministro: nessun attacco all’indipendenza della magistratura” (p. 6).
6. LA QUESTURA IN REDAZIONE
Sul Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini risolve e archivia il caso dell’aggressione a Matteo Salvini: “Salvini e la scorta, ecco com’è andata. La questura di Bologna: c’erano 80 poliziotti al campo rom ma il leader leghista ha cambiato il programma. La Digos in attesa. Lo staff del segretario non avrebbe avvisato la Digos nemmeno dell’arrivo in città. Invece di fermarsi davanti al campo rom, l’auto si è fermata un chilometro prima” (p. 11). Resta il mistero della presenza della stampa.
MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO RAFFAELE FITTO
Repubblica riporta: “Salvini torna a Bologna, tensione con la Questura dopo gli incidenti. Il leader leghista non comunicò alla Digos i suoi spostamenti. L’accusa del Siulp: ‘Chi ha la scorta deve rispettare le regole’” (p. 7). Anche la Stampa prende le parti della Questura: “La scorta era pronta, ma Salvini non ha comunicato l’arrivo’. Il questore si difende: il capo della Digos ha chiamato e gli hanno detto che era in ritardo” (p. 4).
7. ULTIME DALLA CAPITALE PIÙ PAZZA DEL MONDO
La Stampa di Torino: “Roma, ecco il metrò più caro: 160 milioni al chilometro. Apre la terza linea: era attesa per il Giubileo. Ma il primo convoglio si ferma” (p. 14). Il Giornale di Milano: “I disastri di Marino: 7 anni per la Metro C e si rompe subito” (p. 10).
Poi passa il Messaggero di Calta-riccone e racconta: “Roma, la Metro C adesso è realtà. Tutti in viaggio senza conducente. Il sindaco Marino: ‘E’ un gioiello’. Giornata di festa per i romani” (p. 8). Qualcuno ha costruito qualcosa?
8. SUCCESSIONI DINASTICHE
Affari&Finanza di Repubblica dedica un articolone alla figlia di Bollorè entrata nel cda di Medioboanca: “Marie l’invisibile, l’ultima Bollorè nel santuario di Mediobanca. A 26 anni il padre Vincent ha deciso che il suo debutto doveva avvenire a Milano: è la più giovane consigliera mai entrata a Piazzetta Cuccia. Timida e riservata, nella banca d’affari rappresenta, con l’8,5%, il secondo azionista dell’istituto”. Tutta una pagina per dire quanto poco si sa di una ragazza di 26 anni. La cosa più semplice da dire, e cioè che è figlia di sua papà, era già nel titolo.
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