UNA TASSA-RA DA PAGARE - UNICREDIT TIENE LA BOCCA CUCITA SU SORGENIA, LA UTILITY DEI DE BENEDETTI SCHIACCIATA DAL DEBITO, MA FA OUTING SULL'ESPOSIZIONE CON LA TASSARA DI ZALESKI. CHE AL 31 DICEMBRE ERA DI 463 MILIONI

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Unicredit in ordine sparso su due delle vicende societarie più spinose del 2013 e del 2014: Sorgenia e Carlo Tassara. La prima è la utility della Cir dei De Benedetti proprio adesso alle prese con una complessa trattativa con le banche finanziatrici, che l'hanno foraggiata per quasi 2 miliardi (si supera la soglia considerando anche i crediti di firma) a fronte di un impegno di appena qualche centinaia di milioni da parte della famiglia dell'Ingegnere Carlo.

La Carlo Tassara, invece, in questi giorni al centro dell'attenzione mediatica per il tentativo di uscita dalla Mittel, è la società del finanziere Romain Zaleski, storicamente vicino al presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, che alla fine del 2013 ha chiuso con le banche un sofferto accordo di ristrutturazione del debito che superava abbondantemente i 2 miliardi.

Tra queste, come dimensione del credito vantato, subito dopo Intesa Sanpaolo, c'è proprio Unicredit. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti, nel bilancio del 2013 appena depositato, spiega che il 23 dicembre la società di Zaleski e le banche hanno sottoscritto il terzo accordo modificativo della moratoria sul debito, che tra le altre cose ha comportato la conversione di 650 milioni in strumenti finanziari partecipativi, per molti aspetti simili alle classiche azioni. La banca guidata da Federico Ghizzoni ha sottoscritto questi titoli per 63 milioni, conteggiando i quali, alla fine di dicembre, l'esposizione lorda dell'istituto verso la Carlo Tassara ammontava a 463 milioni di euro, cifra che a livello netto, tenendo conto cioè dei 91 milioni di rettifiche di valore, scende a 372 milioni.

Il gruppo guidato da Carlo Messina, invece, nel proprio bilancio, spiega che l'esposizione lorda verso la società di Zaleski, classificata tra i crediti a incaglio (l'anticamera delle vere e proprie sofferenze, quei prestiti cioè che gli istituti di credito danno quasi per persi), ammontava a 1,13 miliardi a fine dicembre. In questo caso, la cifra tenendo conto di rettifiche di valore per quasi 500 milioni, scende a circa 637 milioni a livello netto.

Considerando le svalutazioni con cui le banche finanziatrici hanno dovuto correggere al ribasso gli importi dovuti dalla Tassara, il sospetto è che ai tempi delle vacche grasse della finanza la società sia stata finanziata anche troppo. Soprattutto poi se si pensa che la sua attività principale non è tanto di carattere industriale ma consiste più che altro nella raccolta di partecipazioni in altri gruppi, come se si trattasse di una stanza di compensazione per regolare equilibri e poteri di varia natura, che spesso incrociano la strada del potente Abramo Bazoli.

Il sospetto che sia stata finanziata anche troppo viene anche per la Sorgenia della famiglia De Benedetti (anche se in questo caso si tratta di una utility con un business industriale definito). Ma qui i bilanci delle banche finanziatrici, con l'unica eccezione dell'Ubi di Victor Massiah, preferiscono adottare la strategia del silenzio.

 

FAMIGLIA GHIZZONI Profumo Alessandro ZALESKI - copyright PizziRomain Zaleski