vasco rossi meloni

“IL ROCK NON FA SCONTI A NESSUNO” - VASCO ROSSI INFIAMMA SAN SIRO E MANDA UNA “DEDICA” A MELONI SULLE NOTE DI “ASILO REPUBLIC” – “GIORGIAAA”, COME PRIMA/ PIÙ DI PRIMA/ ORDINE E DISCIPLINAAA” (L’ALTRO IERI AVEVA DETTO CHE CON LA DUCETTA “LE LIBERTÀ VENGONO DERISE, SI VA VERSO UN CERTO TIPO DI AUTORITARISMO ANNI VENTI”) - QUANDO CANTA "BASTA POCO...PER ESSERE INTOLLERANTI" IL "BLASCO" NON SI TIENE: "DITEGLIELO A SALVINI" - "GLI SPARI SOPRA" È PER “I FARABUTTI CHE GOVERNANO IL MONDO”, E FUORI SCENA VASCO CITA “IL FASCISTA NETANYAHU” – VIDEO

 

 

 

Stefano Mannucci per il Fatto Quotidiano - Estratti

VASCO ROSSI SAN SIRO

 

Non le canterà mai In ginocchio da te. Ma a una dedica, velenosa il giusto, Vasco non ha rinunciato, dal palco di San Siro. Subito, tanto per chiarire le cose: secondo pezzo di una scaletta assassina, quell’Asilo Republic che da quasi mezzo secolo disegna una silhouette nera del Potere e dei suoi manganelli: “Ci vuole un agente/ e allora vedrete/ con la polizia/ che la situazione/ ritornerà come prima...”.

 

Qui il testo evoca Tony Dallara, il sogno romantico degli urlatori del boom. “Come prima/ più di prima/ t’amerò”. Ma il signor Rossi incendia la frase nella dinamite del suo rock e ci butta dentro la Meloni: “Giorgiaaa”, urla. “Come prima/ più di prima/ ordine e di sciplinaaa”. Lo schiaffo di Milano, potente e beffardo.

 

VASCO ROSSI SAN SIRO

Gli è bastata una frase, un rigo appena, messa lì con apparente noncuranza. Vasco non è Taylor Swift, predica ai già convertiti, però chissà quanti voti potrebbe spostare con una diretta tv stasera, alla vigilia di un round elettorale insidioso. Vasco, sornione, getta acido in faccia a chi vorrebbe far tornare indietro l’Italia di un secolo. L’altro ieri aveva detto che “con la Meloni le libertà vengono derise, si va verso un certo tipo di autoritarismo, vedo somiglianze notevoli con gli anni Venti”.

 

Mentre chi paragona “l’eroina alla marijuana è un criminale”, facendo venire gli otoliti pure a Salvini. D’altra parte il monumentale, impressionante live del Meazza parte con Blasco Rossi, amarcord della “combriccola” che era “tutta gente a posto/ ma qualcuno continuava a dirne male”.

 

VASCO ROSSI SAN SIRO

Con i Vannacci all’attacco della presunta diversità, fa rabbrividire l’attualità del brano, primo della trilogia iniziale chiusa dalle cicliche breaking news globali: Gli spari sopra è per “i farabutti che governano il mondo”, e fuori scena Vasco ha citato “il fascista Netanyahu”. Lo stadio, davanti a quel distopico mega palco di quasi 90 metri ribolle di indignata passione. Allafine di questa residency di sette date il Vasco dei record avrà occupato San Siro per ben 36 volte: è casa sua, più ancora del defezionario Springsteen odi squatter alla Sferaebbasta.

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