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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Germana Consalvi per "Il Messaggero"
Come diceva Flaiano, Roma è una grande capitale e una città di provincia. La citazione che aveva scelto per la sua rubrica "Fuga di notizie" nella pagina Giorno e Notte del Messaggero - nella quale per anni Aldo De Luca ha svelato divertenti dietro le quinte dello showbiz, dei vip e dei salotti - sembra fatta su misura anche per l'ultimo saluto tributato ieri al giornalista, storica e prestigiosa firma della mondanità del Messaggero, scomparso improvvisamente una settimana fa, a 67 anni.
Nella suggestiva cornice dell'Aranciera di San Sisto, a Caracalla, un'incredibile folla di amici, del mondo dello spettacolo e di quello salottiero, ma anche della politica e delle istituzioni. E c'era il mondo dell'informazione, capitanato dalla grande famiglia del Messaggero, del presente e del passato. Tutti hanno voluto abbracciare i parenti di De Luca: i figli Thomas e Valeria, la compagna Silvana, i fratelli Sergio e Athos.
Il primo a parlare è Sergio De Luca: «Mi ha lasciato una grande eredità , la leggerezza». Con un filo di voce Athos De Luca racconta Aldo: «Non è mai stato il fratello maggiore che bacchettava, ma era quello che ci aiutava a vivere. Si è fatto da solo, con tanti anni di gavetta. Era felice quando condivideva la sua vita con gli altri. Per noi è sempre stato una presenza di riferimento, un dandy moderno. Il giornale gli piaceva molto, gli piaceva raccontare storie».
Valeria De Luca: «La cosa più forte da condividere è la gratitudine per la rete che si è manifestata subito dopo la morte di mio padre. Mi ha fatto riflettere su quanto sia importante una visione corretta della vita e della morte. Mi viene naturale pensare che abbia trovato la prima scusa esterna per andarsene quando diceva lui...».
LE TESTIMONIANZE
L'Aranciera stenta a contenere quel vasto mondo di affetti e di stima che De Luca si è conquistato con il suo mestiere e con la sua personalità brillante e gaudente, mai superficiale. La sua uscita di scena così repentina e spiazzante lascia tutti increduli. Pierfrancesco Pingitore, re del Bagaglino, ricorda: «Gli proposi l'imitazione di Occhetto. Da quel momento per lui si è aperta una seconda professione che amò per la sua leggerezza». Il tributo di Maurizio Mattioli, commosso ed emozionato, è «per non aver tradito l'amico per il giornalista».
Sfilano, tra gli altri, Marisela Federici, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Giancarlo Magalli, Michele La Ginestra, il deputato Roberto Giachetti, Francesca Rettondini, Guglielmo Giovanelli, Tiziana Luxardo, Rodolfo Laganà , Geppy Gleijeses, Mario Zamma, Fiamma Izzo, la press agent Paola Comin, Daniela Terreri, Dario Salvatori. C'era questo c'era quello nell'Aranciera trasformata in onore di Aldo De Luca in una grande capitale e in una città di provincia.
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