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Carlo Bonini per La Repubblica
L´affare Lusi è un pozzo nero di cui non si scorge il fondo. E l´ultima scoperta del lavoro dei pubblici ministeri Alberto Caperna e Stefano Pesci e del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza documenta ora quale spaventosa opacità , finanziaria e politica, abbia avvolto e dissimulato l´uso dei 120 milioni di denaro pubblico amministrati complessivamente dalla "Margherita" tra il 2007 e il 2011.
Nell´arco di questi cinque anni, infatti, l´ex tesoriere del partito, attingendo ai due conti Bnl intestati alla "Margherita", ha staccato centinaia di assegni con "beneficiario in bianco" per almeno 5 milioni di euro. C´è di più. E di peggio. Gli assegni, come documentano le matrici, risultano emessi "in serie", a blocchi di cinque o di dieci, in uno stesso giorno e sempre per cifre "tonde" e "modeste".
Parliamo di importi che, per ciascun assegno, vanno da 3 mila ad un massimo di 12 mila euro. Sempre cioè sotto la soglia superata la quale la legge antiriciclaggio prevede la segnalazione alle autorità di controllo di Bankitalia. E ancora: di questi assegni non esiste alcuna causale, se non un´annotazione generica nella contabilità del partito sotto la voce "spese elettorali" e comunque sempre per importi calcolati sul totale, mai sulla singola operazione.
Chi ha dunque incassato questi assegni "con beneficiario in bianco"? A chi erano destinati davvero? E qualcuno, nel partito, era al corrente della prassi?
IL FORMAT DEL TESORIERE
Spiega una fonte investigativa: «A ben vedere, il meccanismo degli assegni con beneficiario in bianco è sostanzialmente identico a quello dei ripetuti bonifici (120) alla società "TTT" con cui Lusi si è appropriato di 13 milioni e 600 mila euro. Nell´uno, come nell´altro caso, la causale in bilancio è generica - "spese elettorali" - gli importi sono sempre "sotto soglia" antiriciclaggio, le operazioni "in uscita" dai conti della Margherita hanno un andamento sequenziale».
Uno stesso format, dunque. Che potrebbe dissimulare ulteriori sottrazioni e dunque far salire ancora l´importo dell´appropriazione indebita contestata a Lusi. Ma anche un format che rispondeva al "mantra" cui l´ex tesoriere aveva ispirato la gestione della florida cassa del partito ormai estinto, per diventarne l´incontrastato e potentissimo custode: rendere non tracciabile il dettaglio delle "uscite", né nelle causali, né, soprattutto, nei destinatari finali. Facendo di questa opacità , uno strumento di irresistibile ricatto politico.
IL CAMBIO IN VALUTA
Se è vero infatti che venire a capo di chi ha "incassato" allo sportello quegli assegni originariamente emessi "in bianco" da Lusi non sarà complicatissimo, anche se richiederà del tempo (la Finanza dovrà rintracciare chi li ha messi all´incasso, presentando il proprio documento di identità , e sentirli), «è assai probabile - per dirla con le parole di un investigatore - che tra chi ha incassato materialmente l´assegno e il vero beneficiario delle somme non ci sia identità di persona».
Del resto, funziona così ogni qual volta si vuole consegnare del denaro a qualcuno senza lasciare traccia. Si fa un assegno con beneficiario in bianco, lo si consegna al suo vero destinatario finale e quest´ultimo, a sua volta, negozia quell´assegno con un terzo "intermediario", che lo metterà all´incasso trattenendo per se una percentuale e versando il resto al beneficiario che, appunto, deve rimanere "segreto".
Insomma, chi indaga non esclude di trovarsi presto di fronte beneficiari ufficiali di assegni tratti dai conti della "Margherita" che con la politica e le "spese elettorali" nulla hanno a che vedere. Ma che quegli assegni hanno avuto incarico di cambiare per conto terzi.
IL PARTITO SAPEVA
Luca Petrucci, avvocato di Luigi Lusi, conferma la circostanza degli assegni con beneficiario in bianco. E così la spiega: «Si, è vero. Gli assegni che Lusi traeva dai conti del partito per finanziare la politica avevano beneficiari in bianco. Ma c´era un motivo. Era denaro destinato a sostenere singole iniziative di esponenti della ex Margherita.
E nella logica del partito, che voleva che dovesse restare riservato chi aveva ricevuto cosa e in che misura, a Lusi era sufficiente contabilizzare la somma in uscita. Insomma, chi poi materialmente la incassava non era affar suo. Del resto, è una prassi che è durata per molti anni e che, a quanto ne so, era nota ai vertici della "Margherita"».
E´ un fatto che a qualcuno quei blocchetti di assegni per "importi sotto soglia" e con beneficiario in bianco Lusi li avrà consegnati. Ed è un fatto che questo, oggi, è il segreto su cui è seduto.
"FALSO, RUTELLI SCONCERTATO"
Titta Madia, legale della "Margherita", racconta un´altra storia. «Degli assegni di Lusi con beneficiario in bianco il vertice del partito non sapeva nulla. Ripeto: nulla. E quando, nei giorni scorsi, Francesco Rutelli è stato informato di questa ennesima scoperta, posso assicurare che la sua reazione - uso un eufemismo - è stata di assoluto sconcerto».
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