DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Martino Cervo per “Libero Quotidiano”
Quella cominciata ieri e che vedrà oggi Francesco in Plaza de la Revolución all' Avana è una delle visite più delicate del già ribollente pontificato di Bergoglio. Lo è per il contesto geopolitico (disgelo con Cuba e nodo siriano, senza scordare la crisi europea e ucraina), lo è per la vicinanza con l' appuntamento del Sinodo (4-25 ottobre) e, da ultimo, perché i rapporti tra Vaticano e Usa restano - malgrado tutto - una chiave di lettura imprescindibile.
Per quanto l' intermezzo cubano sia una tappa di grande rilievo simbolico (e di rischi di immagine, come ha sottolineato ieri Fausto Carioti), è il tavolo Bergoglio-Obama a rappresentare, con le relative diplomazie, lo snodo cruciale del viaggio. Il ruolo del Vaticano nel catalizzare il processo di disgelo L' Avana-Washington è stranoto: sarà interessante vedere quante e quali parole Bergoglio vorrà destinare al tema della libertà religiosa, che con accezioni diverse riguarda tanto il regime castrista quanto la più grande democrazia del mondo.
Se a Cuba permane un problema di garanzia delle libertà più elementari, in America il dibattito intellettuale e legislativo sfida alla radice il senso della presenza cattolica nell' agone pubblico, in un frangente in cui vescovi e fedeli rischiano l' irrilevanza rappresentativa tra un obamismo che miete successi (su tutti la sentenza della Corte sui matrimoni gay) e un' ala pro-life repubblicana che non può esaurire l' orizzonte dei cristiani nella società.
Tema che trova eco anche in Italia, in fondo. Da questo punto di vista gli incontri con i vescovi a stelle e strisce (mercoledì a Washington) e l' appuntamento di Philadelphia (sabato e domenica per l' incontro mondiale delle famiglie) saranno tappe molto rilevanti.
Anche perché il Sinodo sulla famiglia incombe: inizierà una settimana dopo il rientro del Papa. E gli inviti fatti ai membri della conferenza episcopale americana hanno fatto storcere il naso a chi sospetta una deriva cosiddetta progressista. Non è un mistero che le due ali più distanti sulle sfide che si apriranno nell' assise romana sono rappresentate rispettivamente proprio dai cardinali tedeschi (che più premono per balzi in avanti sul piano dottrinario) e da quelli americani.
Per quanto la Casa Bianca intenda accreditare un rapporto col Pontefice sul piano esclusivo del dialogo sui principi morali, è lampante la coesistenza - sottotraccia e affidata al segretario di Stato Parolin e al «ministro degli Esteri» Gallagher - di una forte componente politica del viaggio. Troppo clamorosa è la coincidenza temporale della mossa russa di entrare in Siria contro l' Isis, con l' immediata riapertura del canale diplomatico con Washington dopo mesi di gelo totale, per non immaginare che la questione non entri nei dialoghi Usa-Vaticano.
Anche perché uno dei primi atti del pontificato destinati a smontare l' iconcina di un Papa chiuso nel recinto delle prediche alate fu la lettera con cui Bergoglio - poco più di due anni fa - chiese a Putin, allora presidente del G20, di abbandonare «ogni vana pretesa di soluzione militare» contro Assad. Obiettivo raggiunto, ma la situazione a Damasco non è certo tranquilla. La diplomazia vaticana è dunque sicuramente favorevole a un riannodarsi dei fili tra Mosca e Washington, e il dossier sarà sui tavoli durante la visita.
Sopra questi temi, resterà la forza dei discorsi e delle immagini, perfino dei doni, come si è visto col boliviano Morales e la sua croce&martello. Come sono i rapporti con Obama? Dal punto di vista delle frontiere etiche, quello del democratico non è certo un mandato vicino alle preoccupazioni cattoliche.
Putin e Papa Francesco a novembre
A proposito di regali, la copia della «Dignitas personae» portata in omaggio al presidente da Ratzinger nel 2009 (si tratta del documento sulla bioetica curato dalla congregazione per la dottrina della fede) resta a sottolineare le profonde divergenze culturali che il doppio quadriennio di Barack non ha certo contribuito ad attenuare, come mostra la bizzarra congrega di personalità trans e gay che accoglieranno Bergoglio all' arrivo in America.
Da parte della Casa Bianca si farà di tutto per sottolineare le profonde convergenze tra l' enciclica «Laudato si'» - già accompagnata da una lettura ben più anti-capitalista dei suoi effettivi contenuti - e l' importanza dei provvedimenti sul climate change che Obama vuole completare per proiettare nella storia la sua presidenza nell' ultimo anno. Sarà interessante vedere se e quanto Francesco vorrà adeguarsi a questo tentativo e quanto invece se ne smarcherà, in parole e opere.
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