michele santoro antonello piroso

“MICHELE SANTORO, FINE SITUAZIONISTA. DELLA SITUAZIONE SUA” – ANTONELLO PIROSO FA UN CAPPOTTINO A "MICHELE CHI": “CONCIONA ANCORA IN TV, PONTIFICANDO SULLA MORTE DEL PAPA, GAZA, PUTIN E L’UCRAINA. E NATURALMENTE SUL FALLIMENTO DELL’EUROPA. MAI ALCUNO CHE GLI FACCIA EDUCATAMENTE NOTARE CHE SE L’AVEVA TANTO A CUORE, POTEVA RIMANERCI DOPO L’ELEZIONE CHE LO AVEVA PORTATO A BRUXELLES NEL 2004, INVECE DI USARLA COME TAXI IN ATTESA DEL RIENTRO A VIALE MAZZINI” – IL TRASLOCO A MEDIASET, COSTATO A BERLUSCONI 12 MILIARDI, L’EDITTO BULGARO, LA RACCOMANDAZIONE DEL FILOSOFO BEPPE VACCA…

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Estratto dell’articolo di Antonello Piroso per “La Verità”

 

michele santoro lo stato delle cose 3

Cognome e nome: Santoro Michele chi? In realtà, «Michele che cosa?» lo liquidò lo scrittore Enzo Siciliano al debutto come presidente Rai, epoca: il primo governo ulivista di Romano Prodi, davanti al quesito epocale: «Che ne sarà del gruppo di lavoro di Tempo Reale di Santoro?».

 

«Gli avrei risposto: Michele chi? Non mi conosce», ha chiosato lui nella sua autobiografia (a 45 anni) per Baldini & Castoldi nel 1996. La sua pretesa di scuse ufficiali fu silenziosamente spernacchiata, sicché la soap opera si arricchì di una nuova domanda: Michele dove?

 

MICHELE SANTORO CON LA PANZA

L’arcano fu svelato da Riccardo Luna su Repubblica, il 29 agosto 1996: «Sono le 18.56 di ieri quando l’Ansa batte la notizia», che suona un po’ come: «L’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili», ma pazienza. «Santoro va a Mediaset», come Frankie goes to Hollywood.

 

«Da Servire il popolo a Servire il Polo» delle libertà, annotò sardonico Curzio Maltese. «Questi però lo pagano meglio», aggiunse perfido Massimo Gramellini, ritraendo Michelino come «un ottimo raccontatore televisivo innalzato dall’impazzimento collettivo al livello di autorità spirituale del Paese».

 

Il trasloco chez Silviò costò al Cavaliere - al lordo di tutto, produzione e squadra al seguito - «Quanto? 12 miliardi in tre anni?», chiese una volta a Fedele Confalonieri, facendo finta di non saperlo. Rimembriamo per invidia, ovvio, il cachet stellare di Sant’Oro.

 

ANTONELLO PIROSO

Che in gioventù sarà stato pure un cultore del Libretto Rosso di Mao Tse Tung, ma poi si è trasformato in un fine situazionista (della situazione sua, con buona pace di Guy Debord).

 

Chi ebbe l’ardire di «abolire» il suo programma nel 1996? Il nuovo direttore generale della tv di Stato, Franco Iseppi. Circostanza che consente a Santoro, nel mémoire citato, di mascariare Enzo Biagi:«“Iseppi è stato il suo più stretto collaboratore. Pensi che ci sia lo zampino del grande vecchio?”. “Forse”» […]

 

Espunto. Censurato. Imbavagliato. Ma refrattario alle critiche. Quando il sito di Articolo 21 […] ospitò un contributo urticante scritto dal blogger Massimiliano Del Papa, lui la prese malissimo. Risultato? Articolo nel cestino, con Loris Mazzetti a cospargersi il capo di cenere per la lesa maestà, «erano minchiate volgari e offensive non degne di pubblicazione».

 

michele santoro

Santoro trafitto come San Sebastiano. Come lui sopravvissuto sempre miracolosamente a un destino cinico e baro. «Ma quale epurato. È un gran figlio di buona donna» (Marco Pannella). «Nessuno ha cancellato Annozero, anche se questa era una (sua) vecchia aspirazione. C’è stata un’onorevole e molto cospicua transazione superiore a due milioni di euro, con uno “scivolo” per Santoro [...] che ha accettato di uscire dalla Rai, salvo poi volerci rientrare ad altre condizioni», le sue, ça va sans dire (così Bruno Vespa, che non lo ama non riamato).

 

Perché mamma Rai è pur sempre mamma Rai, come la sessantennale carriera a viale Mazzini dell’equivicino - e milionario a sua volta - Vespa testimonia. Dove si approda se raccomandati. Fu così anche per Santoro, che ha scritto (con sintassi e consecutio da rivedere): «Sono entrato a lavorare al Tg3 che Sandro Curzi non è ancora direttore. A farmi assumere è stato il filosofo Beppe Vacca, che è nel cda della Rai» (ma pure nel comitato centrale del Pci).

 

michele santoro giulia innocenzi

Più che Michele, Gigi er Bullo - maschera del folklore popolare trasteverino - per Beniamino Placido: «Non prende mai la parola senza fare preventivamente la faccia feroce. Solo che è afflitto, poveretto, da una faccia morbida, bonaria e tondeggiante da romano pacioso».

 

Ideatore di SamarcandaIlrossoeilneroTemporealeMobydickSciusciàIlraggioverdeAnnozeroServiziopubblico, tanti cambi di packaging, per un’unica minestra, la solita […]. Sultano rosso (Giampaolo Pansa). Santorescu, per il cipiglio autoritario, anche in redazione. Bella ciao, quando si ripresentò in tv il 14 settembre 2006 con capelli biondo platino «che sversano al rossiccio», così La Stampa.

 

Michele Santoro Bacchiddu by Benny

In realtà la canzone dei partigiani l’aveva sfregiata in apertura della puntata di Sciuscià del 19 aprile 2002. L’anno dopo spiegherà a Claudio Sabelli Fioretti: «Era una sorta di riflessione con me stesso, una canzone strozzata, afona, stonata». Stonata soprattutto perché in bocca a lui, «mio nonno, partigiano torturato, si starà rivoltando nella tomba», pensò all’epoca il Franti che è sempre in me. L’inno resistenziale faceva seguito alla brutale e deprecabile reazione di Silvio Berlusconi in quel di Sofia, quando accusò lui, Biagi e quell’altro, «come si chiama? Daniele Luttazzi», di un «uso criminoso» del servizio pubblico.

 

fabio fazio massimo dalema michele santoro antonio bassolino 2004

Nel calcio, si parla di «fallo da frustrazione», ma in questo caso il Cav. era reduce da una sonora vittoria che lo aveva riportato a palazzo Chigi, poteva infierire limitandosi a una battuta. Invece non lasciò correre. Sbagliando. Perché regalò a san Michele da Salerno l’imperitura aura della vittima del tubo (catodico), «la sua condizione ideale di lavoro, il terreno su cui si muove meglio, il clima che lo tonifica e mette in secondo piano la qualità del suo lavoro», così Aldo Grasso. Che poi a Berlusconi fossero mulinate le pale eoliche del tutto gratuitamente, no.

 

A ruoli politici invertiti, lui al governo, e la «sua» Rai a sparare sul candidato di centrosinistra, saremmo morti di girotondi. Con il leader di Forza Italia, in realtà, ci fu una sorta di corrispondenza d’amorosi sensi a corrente alternata. Silvio & Michele. Due cuori, e «il telefono, la sua voce», un genere nel genere, «Santoro, si contenga!». «Non sono un suo dipendente» tiè, ribattè Santoro.

 

santoro michele

Che non si contenne quando a chiamarlo in diretta fu il direttore generale della Rai, Mauro Masi, per intimargli «sobrietà». «Vaffanbicchiere», gli mandò a dire, anzi: gli disse proprio (più tranchant con SadoMasi, come lo ribattezzò Dagospia, fu Luigi Bisignani: «Mi hai visto da Santoro? Come sono andato?» «Una bella figura di merda»).

 

Berlusconi accettò pure due suoi inviti in studio: il 13 aprile 1995 a Tempo reale, il 10 gennaio 2013 a Servizio pubblico su La7. Dove i telespettatori furono quasi 9 milioni, il 33% di share, e La7 la rete più vista in prima e seconda serata.

 

MICHELE SANTORO ENRICO MENTANA ANDREA SALERNO

Un botto con i fuochi d’artificio, soprattutto perché il Berlusca, atteso come il toro nell’arena, incornò il matador quasi conducendo lui la trasmissione, con Santoro in affanno a rinfacciargli «Non erano questi gli accordi!», fino all’acme, inelegante ma efficace: la pulizia con il fazzoletto della poltroncina su cui era seduto Marco Travaglio.

 

Il botto con fuochi d’artificio fu anche il suo canto del cigno televisivo: dopo l’exploit, Santoro è uscito dai radar. Per ricomparire - nel quasi totale disinteresse della nazione - nel 2016 in Rai con Italia, seguito nel 2017 da M, «docudrama e teatro in diretta», etichetta che fa chic engagé, omaggio al regista di Metropolis Fritz Lang, e che forse ha ispirato, vai a sapere, il titolo della saga su Benito Mussolini di Antonio Scurati, altro iscritto di diritto al circolo «martiri da palcoscenico».

 

michele santoro maurizio costanzo

[…]  Santoro fu il profeta che preparò l’avvento di Beppe Grillo e dei grillopitechi. Anche se poi quelli, ingrati - espugnato il palazzo d’inverno, abolita la povertà (la loro), e lasciatoci per di più Giuseppe Conte in eredità- in Rai non l’hanno richiamato. Trasmettendo soltanto, nel 2019, un documentario sulla musica Trap da lui firmato, titolo: Volare.

 

Santoro conciona ancora in tv, florido Danny De Vito, pontificando sulla morte del Papa, Gaza, Vladimir Putin e l’Ucraina. E naturalmente sul fallimento dell’Europa. Mai alcuno che gli faccia educatamente notare che se l’aveva tanto a cuore, poteva rimanerci dopo l’elezione che lo aveva portato a Bruxelles nel 2004.

 

BRUNO VESPA E MICHELE SANTORO

Invece di usarla come un taxi, o un’area di parcheggio, in attesa del rientro a viale Mazzini. Cosa che avvenne dopo che un giudice impose alla Rai di reintegrarlo. E dopo che l’Agcom impose a lui di dimettersi dall’Europarlamento, se voleva ricomparire in televisione.

 

Diktat accettato di buon grado, per andare ospite di Adriano Celentano a Rockpolitik, su Rai 1, questuando «il tuo microfono è il mio microfono, e io rivoglio il mio microfono!». Alle ultime europee si è presentato con una sua lista, chiamata Pace Terra Dignità, «la versione più esplicita e grossolana del partito russo o anti-americano» (ha osservato un equilibrato analista politico come Stefano Folli, Repubblica, 11 luglio 2004). Preferenze raccolte: 160.000 su 518.000 voti del partito, che si è fermato al 2,2% rimanendo sotto la soglia di sbarramento. Un bel floppone. Comunque la pensiate.

MICHELE SANTORO MOBY DICK

MICHELE SANTORO PRIMA E DOPO LA TINTAmichele santoro eugenio scalfari ITALIA PROGRAMMA DI MICHELE SANTOROmichele santoro e giovanni mantovaniMICHELE SANTOROmichele santoro e maurizio costanzo