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Roberto Giovannini per "la Stampa"
Se - anche per colpa di Monti e del Centro - nessuno vince nei due rami del Parlamento, il Pdl sarebbe pronto a una Grande Coalizione a termine tra Pd e Pdl, senza Monti. Obiettivo, modello francese per presidenzialismo e legge elettorale a doppio turno. Parola di Renato Brunetta, uno cui Silvio Berlusconi dà retta.
Brunetta, è contento dell'accordo con la Lega?
«Assolutamente sì, perché con quello parallelo con Grande Sud riproduce lo schema del 1994, il doppio accordo con la Lega al Nord e con An per il Centrosud. Certo sono passati 19 anni, però l'assonanza c'è».
Ma la Lega ha fissato condizioni pesanti. Il 75% delle imposte al Nord lo potreste pagare elettoralmente voi del Pdl al Sud...
«Non è altro che l'applicazione del federalismo fiscale e del principio dei costi standard già definiti dal governo Berlusconi. Un federalismo fiscale responsabile fa solo bene a tutto il paese».
E il veto su Berlusconi premier?
«Non c'è nessun veto. Si è concordato che Berlusconi è il leader della coalizione. E che in caso (auspicabile) di vittoria, Pdl, Lega e gli altri partner della coalizione determineranno congiuntamente il nome del leader, naturalmente tenendo conto del risultato delle elezioni e del peso relativo dei partiti. Questo impone la legge elettorale, la Costituzione, e la democrazia».
Bobo Maroni ha detto però di veder bene Giulio Tremonti come premier. Che ne pensa?
«Berlusconi ha parlato di Alfano. Maroni di Tremonti. Tremonti è un esponente di un altro partito che si è alleato con la Lega, che ha tutto il diritto di fare le proposte che ritiene più opportune. Come ha il diritto Berlusconi, che è presidente del maggior partito e leader della coalizione. Su Giulio Tremonti personalmente non esprimo alcun sentimento. Solo il rispetto per gli alleati».
E le elezioni? Che si aspetta?
«Intanto dico viva le elezioni, basta con i governi tecnici vulnus alla democrazia. Basta con i presidenti del Consiglio fatti da chi non ha vinto le elezioni, come vorrebbe il Terzo Polo, che si augura lo stallo per poi imporre come premier chi non ha vinto».
Con Mario Monti lei non si prende proprio...
«Vedo Monti molto confuso. Non ha ben chiara la contabilità dello Stato, sull'Imu è addirittura ridicolo, prima minaccia fuoco e fiamme se la si tocca, poi si dice disponibile a cambiarla. Nella sua agenda ci sono errori da matita blu, ad esempio sul risparmio nella spesa per interessi. Direi che è lui ad avere qualche problema con il sottoscritto. E poi, l'"ascesa" in campo di Monti, con tutte le sue ambiguità , rischia di produrre l'ingovernabilità . L'esatto contrario di quel che serve all'Italia».
Tanti politologi dicono che c'è il rischio che nessuna coalizione controlli le due Camere. Che si fa?
«Alle elezioni si va per vincere, non per fare una Grande Coalizione. Sono un'anomalia, non le amo. Ma se ci fosse uno stallo, o si torna a votare - cosa pericolosa - oppure si forma una Grande Coalizione a termine e con un obiettivo ben preciso: riformare la Costituzione in senso presidenzialista, come abbiamo già votato al Senato, con l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, e fare una legge elettorale con doppio turno. à il modello francese caro anche al Pd».
Senza Monti e il Centro.
«Berlusconi l'ha escluso. Le Grandi Coalizioni sono tali perché mettono insieme le aggregazioni politiche maggiori».
In pratica, per lei è più facile intendersi con Stefano Fassina che con Mario Monti.
«Sulla crisi, sul ruolo dell'Europa, su questa Europa a trazione tedesca masochista e miope, ho molta più assonanza con Fassina che con Monti. Monti si è fatto trasmettitore della politica sangue sudore e lacrime di Angela Merkel. E questo per me è inaccettabile».
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