DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
joe biden dice che putin e' un assassino
1 – LA DICHIARAZIONE DI BIDEN SU PUTIN (“È UN ASSASSINO E PAGHERÀ”) NON ERA STATA CONCORDATA CON I CONSIGLIERI DELLA CASA BIANCA – A WASHINGTON L’HANNO GIUDICATA TUTTI TROPPO VIOLENTA E ANCHE PER IL SEGRETARIO DI STATO TONY BLINKEN È STATA INOPPORTUNA (EUFEMISMO)
2 – PUTIN PROVOCA BIDEN "GLI AUGURO BUONA SALUTE" NORTH STREAM 2 A RISCHIO
Francesco Semprini per “La Stampa”
Si consuma ora dopo ora la crisi tra Washington e Mosca in seguito all'invettiva con la quale Joe Biden ha definito «assassino» Vladimir Putin, mentre in Alaska Stati Uniti e Cina si confrontano a carte scoperte nel primo vertice di alto livello dall'insediamento della nuova amministrazione democratica.
Da circa 48 ore gli osservatori cercano di individuare quale strategia il presidente americano abbia deciso di seguire nel suo attacco frontale al collega russo ricorrendo a un linguaggio irrituale nei confronti di un altro capo di Stato. Con cui peraltro lo stesso Biden ha detto di essere pronto a cooperare su interessi comuni come i trattati sul controllo delle armi nucleari.
Le parole dell'inquilino della Casa Bianca sono state recepite con forte irritazione da Mosca, e il ministero degli Esteri ha richiamato l'ambasciatore a Washington per consultazioni «che dureranno quanto serve». «Molto male le parole di Biden, senza precedenti», riferiscono dal Cremlino dove la convinzione è che il pseudo moderato presidente Usa «non voglia affatto migliori rapporti con Mosca».
È poi Putin in persona a intervenire: «Chi lo dice sa di esserlo», afferma rispedendo le accuse al mittente. Senza tuttavia infierire: «Cosa gli risponderei? Gli augurerei salute». E facendo affidamento sugli «americani rispettabili e di buon cuore», il capo del Cremlino si dice pronto a cooperare con gli Usa «ma nei campi che ci interessano e alle condizioni che riteniamo vantaggiose per noi stessi. E loro dovranno tenerne conto».
Non esclude infine l'ipotesi di colloqui immediati con lo stesso Biden, «non sabato e domenica perché vorrei andare nella taiga per riposare, si potrebbe fare lunedì». La Casa Bianca rilancia spiegando non c'è rammarico alcuno da parte del comandante in capo, conscio del fatto che c'è «ancora molto da fare» nei rapporti con la Russia, ma «fiducioso nel progresso» del Paese.
Sullo sfondo rivalità militari, dalla Siria all'Afghanistan passando per l'Ucraina, accuse di interferenze politiche ed ora la concorrenza sul mercato dei vaccini contro il Covid-19. Oltre al tentativo da parte di Washington di mettere alla prova l'Europa rimasta decisamente spiazzata: «Non commentiamo i commenti», afferma il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer.
Ma a incalzare gli alleati del Vecchio continente ci pensa Antony Blinken, il quale ammonisce che «qualsiasi entità coinvolta nel gasdotto North Stream 2 rischia sanzioni americane». Il segretario di Stato ribadisce che si tratta di un «cattivo affare, un progetto geopolitico russo volto a dividere e indebolire la sicurezza energetica europea».
Un chiaro avvertimento a Berlino, che poco prima aveva accolto con favore «il linguaggio molto chiaro» usato da Biden nei confronti della Russia, delle sue azioni in Siria e dei suoi tentativi di «influenzare le elezioni in Paesi terzi». Lo stesso Blinken è intanto volato in Alaska assieme al consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan per incontrare gli emissari di Pechino, il consigliere di Stato e ministro degli Esteri Wang Yi e il capo della diplomazia del Partito comunista Yang Jiechi nel corso del primo vertice di alto livello dell'era Biden.
Le attese sono contenute, più che l'inizio di una nuova fase di dialogo l'appuntamento di Anchorage appare una resa dei conti. Pechino punta a fare pressioni sugli Usa affinché revochino molte delle politiche penalizzanti introdotte durante la presidenza di Donald Trump, Washington coglie l'opportunità per presentare le lamentele americane sulla stretta delle libertà a Hong Kong e nello Xinjiang, l'espansione navale nel mar Cinese meridionale, la pressione economica sugli alleati, le violazioni della proprietà intellettuale e le incursioni nella sicurezza informatica.
Secondo il Wall Street Journal, tuttavia, se la situazione non dovesse franare del tutto, la Cina sarebbe pronta a lavorare su un incontro virtuale tra il presidente Xi Jinping e Biden, in prossimità alla Giornata della Terra del 22 aprile. Come dire il nuovo corso delle relazioni sino-americane, semmai ci sarà, non può che partire dalla lotta contro i cambiamenti climatici.
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