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CDM, IL PREFETTO GUIDO LONGO È IL NUOVO COMMISSARIO DELLA CALABRIA
Il cdm ha deciso. Sarà Guido Longo, ex prefetto di Vibo Valentia, il nuovo commissario della Calabria. Dopo una lunga serie di rifiuti, gaffe e imbarazzi, il caso sembra arrivato a una svolta.
GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA
CALABRIA, CONTE: LONGO NUOVO COMMISSARIO, SEMPRE A DIFESA
(LaPresse) - "Il nuovo commissario per la sanità calabrese è il prefetto Guido Longo. Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità".Così su Twitter il premier Giuseppe Conte.
COMMISSARIO SANITÀ CALABRIA, GIÀ STASERA CDM PER LA NOMINA. IN POLE ROSY BINDI
Alessia Candito per www.repubblica.it
Finiti i jolly, il governo gioca l'ultima carta. Dopo aver bruciato una decina di papabili commissari sul falò dei veti incrociati, il governo si starebbe orientando sull'ex ministro della Sanità ed ex presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. Già stasera ci dovrebbe essere un cdm per la nomina del commissario.
È questo l'ultimo nome che circola in ambienti di governo, dopo il "no, grazie" con cui è stato congedato il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo, che alla proposta di incarico in Calabria aveva risposto positivamente, ma solo a patto di poter agire in deroga ai poteri previsti, di avere mano libera nella scelta della squadra di 25 commissari di Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere e di poter rientrare in servizio in Protezione civile dalla pensione.
Paletti a quanto pare ritenuti inaccettabili dall'esecutivo, che ha congedato Miozzo e adesso torna a pensare ad una figura prettamente politica per gestire la Sanità calabrese. Un dossier che scotta, soprattutto da quando il premier Conte lo ha preso personalmente in mano, promettendo anche pubblicamente una rapida soluzione.
Il Consiglio regionale della Calabria ha intanto preso atto delle dimissioni di Domenico Tallini, presidente dell'assemblea, sospeso per il suo coinvolgimento nell'inchiesta "Farmabusiness" della Dda di Catanzaro, e ne ha disposto la surroga con Frank Mario Santacroce, primo dei non eletti con Forza Italia nella circoscrizione centrale. Santacroce ha quindi ufficialmente preso posto sui banchi dell'aula.
Da quando il premier ha preso in mano il dossier Calabria, sono passati quasi cinque giorni. Ma sulla nomina - già concordata - del manager sanitario romano di area dem, Narciso Mostarda, sono stati i pentastellati che a sorpresa si sono presentati al Consiglio dei ministri che avrebbe solo dovuto "ratificare" una decisione già presa, mettendo sul piatto la candidatura alternativa del prefetto Luigi Varratta. Mostarda, hanno fatto filtrare, sarebbe stato troppo vicino al centrosinistra per risultare di loro gradimento. E, forse è un caso, forse no, proprio in quei giorni, reduce dagli Stati generali, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, annunciava bellicoso "nel governo i nostri ministri dovranno contare di più".
Un problema che rischia di riproporsi per Bindi, espressione organica del Pd, per altro considerata fumo negli occhi da parte del centrodestra che governa la Regione, con cui il premier Conte preferirebbe non entrare in rotta di collisione e che - ha confermato qualche giorno fa il ministro Boccia - sarà coinvolto nella scelta del commissario.
Un'equazione complicata che Conte avrebbe deciso di gestire personalmente dopo lo scivolone Zuccatelli, il primo commissario scelto dal governo, poi costretto al passo indietro a causa di un vecchio video su mascherine e baci appassionati in tempo di Covid.
Da allora sono passate settimane, per gestire la sanità calabrese sono stati fatti i nomi di prefetti, manager, medici, il rettore uscente della Sapienza, Eugenio Gaudio, ha rinunciato all'incarico in meno di 24 ore perché - ha scoperto - "mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro".
Nel frattempo, in Calabria ci si organizza come si può per tamponare l'emergenza. Emergency lavora all'ospedale da campo di Crotone, l'esercito a quello di Cosenza, a Reggio Calabria una campagna di screening di massa è stata messa a punto grazie un progetto realizzato dalla task force messa in piedi dal sindaco Giuseppe Falcomatà e alla disponibilità del commissario nazionale per l'emergenza, Domenico Arcuri, che sulla riva calabrese dello Stretto invierà 70mila tamponi antigenici.
"Quella del Commissario alla sanità in Calabria è una telenovela infinita che non fa bene alla credibilità delle istituzioni" tuona Falcomatà, che ricorda "come sindaci siamo arrivati fino a Palazzo Chigi per chiedere rapidità, efficacia, competenza, per riempire il vuoto che si è creato. È passata una settimana - ha aggiunto il sindaco - e l'unica cosa che si è riempita sono i titoli dei giornali che ogni giorno riportano nomi e smentite. Uno spettacolo che non fa bene alla Calabria e, soprattutto, ai calabresi che continuano ad ammalarsi e sono sempre più disorientati e disillusi".
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