maurizio belpietro giuseppe conte

“CONTE È UN MAESTRO NEL SURPLACE: RIMANERE IN SELLA MA FERMI, SENZA PEDALARE, MA IN EQUILIBRIO” – BELPIETRO: ''NON SI COMPRENDE PERCHÉ A MARZO ABBIA ESITATO A DICHIARARE ZONA ROSSA ALCUNE AREE DELLA LOMBARDIA. E ANCOR MENO SI COMPRENDE PERCHÉ QUEST'ESTATE, INVECE DI CHIUDERE LE DISCOTECHE, IL NOSTRO ABBIA BIGHELLONATO CON GLI STATI GENERALI, PERDENDO TEMPO - PASSERÀ ALLA STORIA COME L'UOMO CHE HA INVENTATO I DECRETI CHE NON ORDINANO, MA SUGGERISCONO..."

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Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1)

L'indecisione è una brutta bestia. Perché tu puoi avere al governo anche un presidente del Consiglio che è un piccolo dittatore, ma se sa decidere sei a conoscenza di quali sono le regole.

 

Le puoi condividere o contestare, ma almeno le norme sono chiare e sai entro quale perimetro ti puoi muovere. Se invece al comando hai un guidatore titubante, che non sa quale direzione prendere e quando è richiesto di frenare o di svoltare, il pericolo aumenta, a prescindere dalla qualità della strada e dalle condizioni climatiche.

 

GIUSEPPE CONTE SI DISINFETTA LE MANI

Queste ovviamente sono cose che conosce chiunque, soprattutto quando sale in macchina con un tizio che, oltre a pavoneggiarsi per l'autovettura che ha in dote, non sa neppure come ingranare la marcia.

 

Ma nella fattispecie, quando invece che una fuoriserie si guida un Paese, le cose si fanno più complicate, perché un indecisionista al comando può fare seri danni, che non si limitano alle ammaccature della super car, ma a ben altro.

 

CHIUSI IN CASA DA UN INCAPACE - LA PRIMA PAGINA DELLA VERITA'

Ecco, l'immagine di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi mi pare proprio quella di un tizio che per caso si sia ritrovato alla guida del governo e, dopo essersi a lungo complimentato con sé stesso per la fortuna avuta, si accorge che adesso deve governare e che fare il presidente del Consiglio non significa solo stringere le mani ai grandi della Terra, tagliare nastri e sorridere nelle occasioni ufficiali in cui è richiesta la presenza del premier.

 

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Vuol dire anche fare scelte difficili, a volte impopolari, non di rado rischiose: tutto ciò che fino a ora Giuseppi, compiaciuto com' era dal suo ruolo, non ha fatto. Sì, quando c'era da scegliere, l'avvocato del popolo ha sempre temporeggiato. Lo ha fatto durante la prima ondata, quando pavoneggiandosi dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, non ha preso le decisioni che avrebbe dovuto.

 

GIUSEPPE CONTE DPCM MODE BY CARLI

Come hanno ben spiegato studiosi del calibro di Luca Ricolfi, Giovanni Orsina e Andrea Crisanti in un appello reso pubblico nei giorni scorsi, la Costituzione attribuisce al governo centrale la responsabilità di approntare le misure necessarie onde tutelare la salute pubblica in caso di epidemia.

 

Dunque non si comprende perché a marzo il capo del governo abbia esitato a dichiarare zona rossa alcune aree della Lombardia, lasciando che il virus circolasse liberamente.

 

roberto speranza perche guariremo libro sul coronavirus

E ancor meno si comprende perché quest' estate, invece di chiudere le discoteche, il nostro abbia bighellonato con gli Stati generali, perdendo tempo e soprattutto perdendo di vista la situazione dei possibili contagi. È ovvio che rinchiudere in casa gli abitanti di una delle province più produttive d'Italia, il cui capoluogo tra l'altro è governato da un sindaco del Pd, non era cosa di cui andare fieri, perché dopo aver detto di stare tranquilli, il presidente del Consiglio era costretto ad ammettere che il virus era arrivato fin dentro casa nostra.

 

Ma un comandante decide che cosa sia meglio per evitare che la nave vada a sbattere sugli scogli. Tuttavia, se uno il coraggio - o per meglio dire la dote del comando - non ce l'ha, non può certo comprarla al supermercato o farsela inoculare con una siringa.

 

Conte è bravissimo a tirare a campare. È il numero uno dei temporeggiatori. Conosce meglio di chiunque altro l'arte del rinvio. Perciò passerà alla storia come l'uomo che ha inventato i decreti che non ordinano, ma suggeriscono e gli accordi che non si concordano, ma convengono «salvo intese».

DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

 

Sì, Conte è un maestro nel surplace, ossia nella tecnica ciclistica di rimanere in sella ma fermi, senza pedalare, ma in equilibrio. I giornali segnalano che le giornate passano, i malati aumentano, ma il governo non decide nulla, giocando a scaricabarile con le Regioni.

GIUSEPPE CONTE SBADIGLIA AL SENATO

 

È evidente che nessuno vuole rimanere con il cerino in mano. Nessuno vuole pronunciare la parola fine, cioè rinchiudere in casa gli italiani, perché tutti sanno qual è il prezzo da pagare in popolarità e consenso. Durante la prima ondata, le persone hanno accettato docilmente gli arresti domiciliari, seguendo alla lettera - tranne poche eccezioni - i consigli impartiti. Ma dopo aver ascoltato e applicato i suggerimenti, si aspettavano che lo Stato, cioè il governo, facesse la propria parte.

maurizio belpietro con matteo salvini (1)

 

E invece chi stava alla guida del Paese ha fatto tutt' altro. C'è chi ha scritto un libro sulla fine dell'epidemia (il ministro Speranza), chi non si è perso una passerella (Conte) e chi si è dilettato con i banchi a rotelle (Arcuri).

 

Risultato, tornati dalle vacanze ci ritroviamo con decine di migliaia di malati ogni giorno, molti soldi in meno e nessuna idea di come uscire da una simile situazione. Se la prendono con gli anziani, con i giovani e pure con l'opposizione.

DOMENICO ARCURI FRANCESCO BOCCIA

 

Non si trova uno che, nonostante stia ai posti di comando, abbia il coraggio di assumersi una responsabilità e dichiarare la propria incapacità.

 

Una volta, i sessantottini reclamavano la fantasia al potere. Poi sono venuti i leghisti che volevano l'autonomia al potere. Adesso, purtroppo, al potere c'è la pandemia, nel senso che ci governa una malattia: in pratica, a Palazzo Chigi non c'è nessuno e a decidere il da farsi è un gruppo di medici e professori che per lo più litigano fra loro. In tre parole: siamo messi male. Prima ci liberiamo di Conte e meglio è per noi.

ROBERTO SPERANZA

GIUSEPPE CONTE MES maurizio belpietro veronica gentili (1)