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Francesca Pierantozzi per "Il Messaggero"
1- SARKOZY SCENDE IN CAMPO
Tutto è pronto per la guerra lampo di Nicolas Sarkozy. C'è lo slogan, ci sono i manifesti, c'è il quartier generale e un «commando» già al lavoro, c'è una rotta segnata, e c'è anche il primo meeting, domenica prossima a Marsiglia: manca soltanto la dichiarazione ufficiale, l'apertura delle ostilità , l'annuncio della candidatura alle prossime presidenziali.
Avverrà questa settimana, probabilmente entro giovedì come ha scritto ieri il Journal du Dimanche. Le occasioni non mancano in agenda: inaugurazione di una nuova sede della Gendarmeria alla periferia di Parigi oggi, domani una visita alla fabbrica Photowatt appena salvata dal fallimento con i soldi pubblici di Edf, mercoledì una puntata a Lione, senza contare un possibile intervento in tv giovedì sera.
Sull'ora X, Sarkozy vuole conservare il massimo segreto fino all'ultimo, fatto inedito per un presidente che ha sempre amato esternare. «Non parla più nemmeno con i più stretti collaboratori» ha detto ieri un membro dello staff dell'Eliseo al Journal du Dimanche - Da questo punto di vista, si è mitterrandizzato». Il Quartier generale, un edificio affittato alla casa discografica Emi nel popolare 15esimo arrondissement, poco lontano dalla casa di Carla sull'altra riva della Senna, è già operativo.
Quasi 600 metri quadrati dove lavorerà una squadra di cinquanta persone, di cui dieci già attivi all'Eliseo. I sondaggi lo danno sempre sconfitto dall'avversario socialista François Hollande, ma Sarkozy è pronto alla battaglia: sa di dare il meglio da candidato in campagna. «Non li lascerò respirare, vedrete che non ci sarà un attimo per tirare il fiato» ha promesso ai suoi fedelissimi dopo la lunga intervista pubblicata nel fine settimana dal supplemento settimanale del Figaro.
Il tono è chiaro: a destra tutta e popolare. «La sua unica strategia non è andare a sinistra, a destra o al centro, ma al popolo» ha commentato ieri un consigliere citato dal Journal du Dimanche. Per rimontare il distacco su Hollande, Sarkozy ha già scelto la strategia: si torna ai fondamentali conservatori, immigrazione, sicurezza, ordine, merito, famiglia. Archiviate invece le possibili aperture che la destra dell'Ump aveva immaginato negli ultimi mesi, come le unioni civili omosessuali. «In questi tempi difficili in cui la nostra società ha bisogno di punti di riferimento, non credo sia bene iscrivere nella legge una nuova definizione di famiglia» ha sancito il presidente della Repubblica nella sua intervista.
Il messaggio farà piacere agli elettori cattolici, che lo avevano abbandonato dopo gli inizi troppo lusso, yacht, lustrini e paillettes del suo quinquennato. Secondo i calcoli degli analisti, la riconquista dell'elettorato più tradizionale e conservatore potrebbe fruttare a Sarkozy tre o quattro preziosi punti nei sondaggi. Un guadagno rafforzato anche dal rinnovato amore per la famiglia: «La politica familiare è una politica a favore della natalità » ha detto, ricordando qualche riga più giù le «radici cristiane e anche giudeo-cristiane della Francia, una realtà storica che sarebbe assurdo negare».
Un avvertimento a Hollande e alla sua annunciata revisione del quoziente fiscale familiare e soprattutto alla sua intenzione di legalizzare l'eutanasia. Altro tema di cui il candidato Sarkozy non si priverà : il lavoro, il merito, la fine della politica «assistenzialista». Lo ha già annunciato: chi percepisce il sussidio di disoccupazione non potrà più rifiutare nessun impiego proposto dall'ufficio di collocamento né nessuna formazione professionale: «Alla fine di questa formazione obbligatoria, il disoccupato sarà obbligato ad accettare la prima offerta di lavoro corrispondete al mestiere cui sarà stato formato».
I sindacati non sono d'accordo? Non è un problema per Sarkozy, che ha tirato fuori dal cilindro uno dei primi argomenti della sua prossima campagna elettorale: l'uso del referendum, a lui finora sconosciuto e caro invece al generale de Gaulle. Il ricorso al referendum è ipotizzato anche per l'altro tema caldo, quello dell'immigrazione: Sarkozy chiederà ai francesi se non preferiscono semplificare l'espulsione degli immigrati in situazione irregolare, affidando la decisione unicamente ai tribunali amministrativi.
2- UNA STATUA PER CARLÃ
All'inizio c'era Carla, la top model. Poi la Bruni si è trasformata in una cantante di successo. Quindi, dopo aver sposato il presidente francese Nicolas Sarkozy, è diventata la First Lady, la première dame de France. Adesso a Carla Bruni verrà addirittura dedicata una statua nella insolita veste di una operaia italiana.
Seguendo le orme di Giovanna d'Arco, il generale de Gaulle e Marianne - il simbolo femminile della repubblica francese - anche Carla Bruni Sarkozy verrà infatti immortalata da una statua di bronzo alta più di due metri, nei pressi di Parigi. Se il progetto andrà in porto, perché le polemiche sono tante a poche settimane dalle presidenziali francesi, si tratterà di un'insolita Carla operaia, in omaggio alle plumassière, le operaie, molte delle quali italiane, che lavoravano le piume a Nogent-sur-Marne.
Il progetto, dal costo di 80mila euro, per metà finanziato dai contribuenti locali, è frutto di un'idea di Jacques JP Martin, membro dell'Ump (il partito del presidente Sarkozy), e sindaco di Nogent-sur-Marne, un comune francese dell'Ile-de-France. Ha subito provocato l'indignazione di numerosi suoi concittadini, anche se per il sindaco si tratta semplicemente «di un pezzettino d'Italia», ovviamente non mancano le polemiche di carattere politico.
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