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INTERVISTA DI RENZI CON MARIA LATELLA
Dagonota
Renzi pensa di combattere la povertà con 10 euro al mese. Il premier cazzaro ipotizza che i risparmi del referendum, che solo lui stima in 500 milioni, possano finire in un fondo destinato a combattere la povertà.
Nobili sentimenti, soprattutto se si calcola che le fasce meno fortunate della popolazione non vanno a votare alle elezioni politiche, figurarsi per un referendum. Ma c’è un però. L’Istat dice che in Italia le persone sotto la soglia di povertà sono 4 milioni. Ne consegue che se tutti i 500 milioni fossero loro destinati, ognuna riceverebbe 125 euro all’anno. Vale a dire, 10 euro al mese.
Consiglio non richiesto: invece di spendere soldi pubblici nell’ammodernamento degli uffici della Presidenza, qualcuno compri una calcolatrice al Ducetto di Rignano...
Ed ancora. I risparmi attesi dal referendum costituzionale sono stati stimati dal governo in 500 milioni perchè hanno considerato anche i mancati costi dell’abolizione delle Province. I risparmi diretti dalla riforma di Palazzo Madama oscillano fra i 140 ed i 180 milioni. Come dire: quei 125 euro destinati ai poveri sono destinati a ridursi a 40/60 euro all’anno.
L’ipotesi di Renzi, poi, non potrà mai trovare spazio nella prossima Legge di Stabilità. Insomma, chi vive sotto la soglia di povertà non li vedrà il prossimo anno.
mensa poveri frati antoniano 5
Il referendum si dovrebbe svolgere a cavallo del passaggio della manovra dalla Camera al Senato. Quindi, il fondo con i 500 milioni non potrà trovare spazio nella prima lettura della finanziaria. Per un motivo molto semplice: in assenza del referendum, la Ragioneria generale dello Stato non può - per legge - contabilizzare risparmi legati ad una legge non ancora entrata in vigore.
Potrebbe, in caso di vittoria del “si”, introdurli al Senato. Ma tutto ciò alimenta ulteriormente l’”incertezza” politica sui conti dello Stato e sulla finanza privata: proprio l’opposto di quel che Giavazzi si augura nel fondo del Corriere.
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