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Gio.Bia. per il “Corriere della Sera”
L’approvazione della responsabilità civile dei giudici si avvicina, e fra le toghe cresce la preoccupazione per una riforma che non piace e crea allarme. L’Associazione nazionale magistrati ha convocato d’urgenza un comitato direttivo straordinario, sabato prossimo, per affrontare l’argomento prima del dibattito alla Camera, che potrebbe essere l’ultimo se passerà il testo già varato dal Senato.
A sollecitare questa riunione è stato Piercamillo Davigo, l’ex pm di «Mani pulite» e leader della neonata corrente Autonomia e indipendenza, gli scissionisti del gruppo conservatore Magistratura indipendente. Secondo Davigo il momento è grave, e tocca all’Anm sottolineare «alcuni punti fermi e presupposti costituzionali a tutela dell’indipendenza della magistratura» intaccati dal disegno di legge in via di approvazione.
Il primo argomento è la bugia di fondo ribadita a fondamento della riforma, e cioè che la richiesta viene dall’Unione europea; non è così, perché la corte di giustizia esige solo di inserire «la violazione manifesta del diritto dell’Unione» tra le cause di colpa grave di cui i magistrati devono essere chiamati a rispondere.
La legge che sta per essere votata, invece, è andata molto più in là. Per esempio eliminando il filtro del tribunale sull’ammissibilità delle richieste di risarcimento. È una delle novità introdotte per impedire la «sostanziale inaccessibilità del rimedio».
Davigo ricorda una sentenza della Corte costituzionale secondo cui «la previsione del giudizio di ammissibilità della domanda garantisce adeguatamente il giudice dalla proposizione di azioni manifestamente infondate che possano turbarne la serenità, impedendo, al tempo stesso, di creare con malizia i presupposti per l’astensione e la ricusazione». Senza il filtro, infatti, si metterebbero giudici e pm a rischio di azioni presentate al solo fine di creare condizioni di incompatibilità per liberarsi del magistrato sgradito.
«L’abolizione del filtro di ammissibilità è quindi all’evidenza costituzionalmente illegittima», sentenzia Davigo, oggi giudice di Cassazione. Non solo: «L’introduzione del travisamento del fatto e delle prove in termini» tra i nuovi motivi per promuovere l’azione civile contro i giudici, presenta «aspetti di incertezza che rischiano di creare altri gravi problemi».
Davigo poi suggerisce di pretendere da subito una limitazione dei «carichi esigibili» di un lavoro che «diventa più rischioso e faticoso», anche a causa della nuova legge sulla responsabilità civile. Una rivendicazione che mette in luce l’aspetto più sindacale che politico della vicenda, da parte della corrente più a destra dei giudici. Ma sulla denuncia dei rischi della riforma sono allineati tutti i gruppi. Compreso quello di sinistra di Area, dall’interno del quale però arriva l’invito a evitare iniziative che rischierebbero di rivelarsi controproducenti, come lo sciopero o lo sciopero bianco.
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