vincenzo de luca vs elly schlein -

“DEVI FAR FUORI SCHLEIN” – AL "VINITALY" URLA DI INCORAGGIAMENTO PER VINCENZO DE LUCA, ATTESO DAL GIORNO DELLA VERITÀ: OGGI LA CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SUL TERZO MANDATO, DOPO IL RICORSO DEL GOVERNO CONTRO LA LEGGE DELLA CAMPANIA. IL GOVERNATORE HA TUTTI CONTRO: IL PD, FRATELLI D’ ITALIA E FORZA ITALIA – SE I GIUDICI DARANNO RAGIONE A DE LUCA, IN CAMPANIA E NEL CENTROSINISTRA SCOPPIERA’ IL CAOS. ALTRO CHE CAMPO LARGO, SI ANDREBBE VERSO IL “CAMPO SANTO”. SE INVECE "DON VICIENZO" DOVESSE PERDERE…

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Simona Brandolini per corriere.it - Estratti

 

VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO

Nei corridoi di Palazzo Santa Lucia circola la seguente battuta: «Quella di stamattina (ieri per chi legge) potrebbe essere l’ultima conferenza stampa di De Luca candidato». Oggi a Roma presso la Corte costituzionale si discuterà il ricorso del governo per l’annullamento della legge regionale che consentirebbe al governatore campano di tentare il tris. O dentro o fuori.

 

È la prima volta che De Luca ha tutti contro: non solo il suo partito, anche mezzo governo (Fdi e Forza Italia). Solo, più che isolato. Apprezzato più in Veneto. Basta vedere i video che circolano sui social del suo weekend al Vinitaly. Selfie, incoraggiamenti per il terzo mandato (Zaia docet), urla: «Devi far fuori Schlein».

 

Eccolo poi in sala giunta accanto ai vertici Rai. Quando gli si chiede dell’attesa per la sentenza, per una volta, neanche accenna ad una battuta. Nulla, sorriso amaro, tira dritto e infila la porta del suo ufficio. Mentre i suoi non accennano al pessimismo, certi di vincere, stavolta il presidente è teso, nervoso, irritabile.

 

 

de luca schlein

Se il ricorso fosse accolto o se fosse rigettato, in entrambi i casi ci sarà un prima e un dopo politico: la sentenza della Consulta è uno spartiacque in Campania ma potrebbe esserlo anche in Veneto. E lo sa bene De Luca che si è giocato l’all-in quel 5 novembre, quando, in barba a quanto chiesto dal suo partito, ha convinto i consiglieri regionali del Pd a votare la norma oggi sotto la lente dei giudici costituzionali.

 

Per tre volte Vincenzo De Luca ha forzato le regole. Per due volte gli è andata bene. Nel 2015 candidato nonostante una condanna e la spada di Damocle della legge Severino. Eletto, sospeso e poi reintegrato dopo un ricorso al Tar. Nel 2018 avrebbe potuto rischiare di nuovo la sospensione a causa del processo Crescent. Assolto. Ma quest’ultima battaglia è diversa, ha il sapore della battaglia della vita, dopo più trent’anni di governo ininterrotto delle istituzioni campane, per i detrattori una «vera occupazione».

meloni de luca

 

 

Nessuno fa pronostici, per carità. Nel Partito democratico equamente divisi ci sono gli ottimisti, cioé quelli che hanno già archiviato l’era deluchiana. E gli isterici: se il ricorso del governo dovesse essere bocciato in Campania scoppierebbe il il caos. Altro che campo largo, citando De Luca, si andrebbe verso il «campo santo».

 

Ma l’Ercole-De Luca è al bivio? O al trivio? Cioé oggi si decide se potrà correre o meno o la Consulta potrebbe spiazzare tutti e imboccare una terza via? «Teoricamente c’è una terza strada — spiega il costituzionalista Ferdinando Pinto —. La Consulta potrebbe dire che non è materia della Corte, perché è un problema di interpretazione della norma. Così da rimandare la decisione al giudice amministrativo in sede di candidatura. La reputo poco probabile, ma non impossibile». Boom.

 

La partita politica

meloni de luca

Non è questione di poco conto. La vicenda avrà comunque ripercussioni, in qualsiasi campo. Nel centrosinistra, ovvio. Se De Luca dovesse vincere anche questa battaglia andrebbe avanti senza più tentennamenti. Altro che trattative. E siccome dovrebbe mantenere il punto anche Elly Schlein («a prescindere dalla decisione della Consulta De Luca non sarà ricandidato»), si andrebbe allo scontro. Situazione ideale per il centrodestra campano. Se il governatore, invece, perdesse, Pd e 5 Stelle andrebbero avanti come un treno, ma non come un cingolato. I segnali di giudizi più distesi da parte di Schlein e anche di Giuseppe Conte ci sono da tempo. D’altronde cancellare dieci anni di governo di sinistra sarebbe un autogol per chiunque.

 

Sinora De Luca non si è voluto sedere al tavolo con nessuno. Non ha negoziato, come in passato. Si è chiuso in un mutismo politico. Convinto che la vera trattativa si aprirà dopo la sentenza. E non certo per tornare a Salerno da sindaco: «Non devo chiedere il permesso a nessuno», dice da tempo ed ha ragione, visto che è sempre stato eletto nonostante e contro il suo stesso partito. I fedelissimi già parlano di fantomatici assessorati alla Sanità che il governatore vorrebbe opzionare in una eventuale giunta giallorossa. Mentre la maggior parte dei consiglieri regionali gioca da mesi su due o più tavoli, anche nella stessa giornata, per salvarsi la pelle in questa ultima difficile partita.

VINCENZO DE LUCA GIORGIA MELONI - BAGNOLI NAPOLI

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