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USI E CONSUMI - DOPO ANNI DI RECESSIONE, SI RISVEGLIANO (DI POCO) I CONSUMI DEGLI ITALIANI: A LUGLIO SONO RISALITI DELLO 0,4% RISPETTO A GIUGNO E DEL 2,1% SU BASE TENDENZIALE - NUMERI COSÌ POSITIVI NON SI REGISTRAVANO DAL 2010

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Francesco Di Frischia per il “Corriere della Sera”

 

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Dopo anni di crisi e di recessione, gli italiani tornano a spendere: a luglio, secondo i dati diffusi ieri dalla Confcommercio, i consumi sono saliti dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,1% su base tendenziale. Numeri così positivi non si registravano dal 2010.

 

Il premier, Matteo Renzi, commenta su Twitter: «La crescita dei consumi registrata da Confcommercio è un altro segno che finalmente l’Italia riparte». «La crescita c’è - sottolinea Carlo Sangalli, presidente dell’associazione di categoria -. C’è un risveglio dei consumi, ma la prudenza è d’obbligo». Per questo la Confcommercio propone al governo di trasformare la ripresa «in una crescita robusta, duratura e diffusa» attraverso «il taglio della spesa pubblica improduttiva».

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Con quelle risorse «si potrà abbattere il carico fiscale su famiglie e imprese». Sangalli non dimentica, però, che nei primi sei mesi dell’anno hanno abbassato le saracinesche «35 mila negozi» e perciò sollecita Palazzo Chigi a inserire «nella legge di Stabilità 2016 un taglio delle aliquote Irpef e la totale deduzione dell’Imu sugli immobili delle imprese, inclusi alberghi e negozi».

 

Si spende di nuovo perché «la fiducia è ai massimi storici», spiega il direttore del Centro studi dell’organizzazione, Mariano Bella. Entrando nel dettaglio, in base all’indicatore dei consumi di Confcommercio, a luglio rispetto allo stesso mese del 2014, ci sono significativi balzi in avanti per i beni e servizi per la mobilità (+8,8%) e per le comunicazioni (+5,1%) cioè telefonini e tablet. Pure il turismo rialza la testa, perché la gente ha messo mano al portafoglio spendendo in alberghi, pasti e consumi fuori casa (+2,0%), nonché per l’abbigliamento e le calzature (+0,8%).

 

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Progressi ridotti all’osso, invece, per il comparto della cura della persona (+0,3%) e nell’ambito ricreativo (+0,1%), mentre l’unico segmento ancora con il segno negativo su base annua è quello della spesa per alimentari, bevande e tabacchi (-0,2%). In questo scenario dal Centro studi fanno anche notare che permangono i problemi di credito: infatti il volume di quelli concessi da banche e istituti finanziari a privati (sommando famiglie e imprese), secondo la Confcommercio, è negativo: -0,7 punti% a luglio scorso se paragonato al luglio 2014.

 

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L’associazione di categoria conferma le previsioni sul Prodotto interno lordo (+1,1% nel 2015 e +1,4% nel 2016). Numeri vicini a quelli del commissario alla Spending review , Yoram Gutgeld, secondo il quale l’economia italiana potrebbe chiudere l’anno con una crescita del Pil dello 0,9%. «Ci sta lavorando il Tesoro. - precisa - È possibile». E il taglio dell’Ires, programmato nel 2017, potrebbe essere attuato «già nel 2016 per il Sud». Ma il segretario della Cgil, Susanna Camusso, non è ottimista: «Sono tutti segnali, ma non siamo nemmeno lontanamente vicini ai livelli pre-crisi».

 

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