DOPO IL FLOP DI RODOTA’, L’IMBARAZZANTE RETROMARCIA SU ROMA: E’ FINITO IL VENTO A FAVORE DI GRILLO?

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Alessandra Longo per "La Repubblica"

Un imbuto stretto, i militanti schiacciati come sardine, niente palco, niente megafono. Soprattutto, alla fine, niente Grillo. Il guru dei CinqueStelle si affaccia a Piazza Santissimi Apostoli dov'è convocato il «pacifico» incontro con i suoi fedelissimi, incluso un padrone di pitbull senza museruola. Prova a infilarsi nel tunnel, subito soffocato dalle telecamere e dalla ressa dei cronisti. I cittadini lo invocano «Beppe! Beppe! Vieni qui!».

Lui sale sul tetto della Micra, vede dall'alto che, cavolo, non c'è un buco per passare. Spara un «Arrendetevi!» rivolto alla casta e poi fila via. No palco, no party. Piazza sconcertata, piazza anche incazzata. Ma come? Doveva essere la giornata dell'abbraccio con il Capo, e diventa un happening senza testa né coda. Con momenti di tensione tra l'organizzazione nazionale e la costola romana del movimento.

Sbagliata la scelta della location (però in Santi Apostoli c'era la sede del defunto Ulivo sai che gusto), da incoscienti non prevedere un palchetto, uno strapuntino dove ospitare il lider maximo. A fine giornata, arrivano le scuse: «Per motivi tecnici non ci è stato possibile portare questa manifestazione fino in fondo», dice avvilito il deputato Alessio Villarosa.
«Motivi tecnici», dicono. Se la prendono molto con i giornalisti. «Non vi sono bastate due ore di conferenza stampa in mattinata? Adesso Beppe doveva stare con noi», urlano i militanti.

Grillo ci tiene a non fare la figura, proprio lui, di quello che se ne frega della base: «Io alla piazza ci sono arrivato ma sono stato assalito dalle tivù e la Digos ha voluto che andassi via». Anche la Digos, però.

Insomma, va così così rispetto alle aspettative della gente. I fidi Crimi e Lombardi, capogruppo di Senato e Camera, cercano di compensare il vuoto arringando a turno la comunità riunita. In particolare Crimi non si arrende e individua una finestra dalla quale Beppe potrebbe parlare a tutti. Siamo a due passi da piazza Venezia. Una finestra, sia chiaro, non un balcone, «perché sennò strumentalizzano subito».

La missione va a vuoto. Quella finestra è dell'ufficio della Francepresse. Ospitalità a monsieur Grillo? No, merci. Tra i tentativi più goffi va segnalato anche il corteggiamento di alcuni commensali di un bar all'angolo. «Se lasciate i tavolini si potrebbe montare un palchetto...». Intanto, però, Grillo li ha abbandonati al loro destino, soli e orfani. «Andiamo al Quirinale!», propone Marcello De Vito, candidato sindaco di Roma CinqueStelle. Di nuovo gli agenti fanno no con la testa. Traffico della zona in tilt.

Non può finire così, senza leader, senza comizio, con la gente che ribolle di indignazione per la mancata elezione di Stefano Rodotà. La giornata è bella, perfetta per organizzare una «passeggiata» ai Fori Imperiali e magari, chissà, «là potrebbe esserci una sorpresa, Beppe che spunta al Colosseo...». I grillini defluiscono disciplinatamente dall'imbuto e si prendono la strada. Davanti i parlamentari, dietro gli altri.

Un corteo lungo che non ha il livore del giorno prima, quello della chiamata di Grillo alla «mobilitazione popolare» dopo «il colpo di Stato». Adesso il «colpo di Stato» è stato derubricato a «golpettino furbo» e la marcia su Roma è più che altro una scampagnata. Però, al di là dei sorrisi, i toni e gli slogan sono feroci. Vanno riportati così come sono scanditi: Berlusconi fuori dai coglioni! Berlusconi in galera; Berlusconi a San Vittore; Gargamella (Bersani, ndr) vai in miniera; D'Alema-al call center-devi lavorare.

Sfilano felici: «Questione di tempo e, come dice Beppe, andranno tutti a casa». Sono giovani, si divertono a spararla grossa: «Napolitano, amico del Caimano. Chi non salta Napolitano è». Sono giovani e non risparmiano nessuno (tranne il professor Rodotà): «Tutti a fare in culo. Ci avete rotto il cazzo».

Ora eccoli all'Arco di Costantino («Che famo? Occupamo il Colosseo?»). Gli slogan sono finiti, Beppe non arriva, è ormai ufficiale. Alessandro Di Battista, deputato molto popolare tra i suoi, la butta sul terapeutico: «Abbiamo fatto una bellissima passeggiata. Grazie a tutti. Domani discuteremo dei disservizi di oggi sperando che non accadano più e nei prossimi giorni organizzeremo una vera manifestazione». Non ci sta la militante siciliana: «Ho preso il treno per lui. Adesso chi mi restituisce i soldi del biglietto?».

 

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