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Quattro giorni fa, il messaggio di Erdogan alla Ue amplificato dal mare di bandiere e dall'oltre un milione di persone nella spianata di Yenikapi, proprio nella parte europea di Istanbul: la Turchia reintrodurrà la pena di morte "se il popolo lo vorrà".
Ora la nuova richiesta agli Stati Uniti per l'estradizione in Turchia del predicatore Fetullah Gulen, ritenuto dal presidente mente del fallito golpe dello scorso 15 luglio. E sebbene il suo ministro degli Esteri dichiari in queste ore che dagli Usa stanno arrivando "segnali di collaborazione", questa volta Erdogan usa toni particolarmente decisi, ai limiti dell'ultimatum, puntando sui calcoli geopolitici in corso alla Casa Bianca dopo il suo incontro con Putin del 9 agosto e la conseguente pace fatta tra Turchia e Russia. "Presto o tardi gli Usa dovranno fare una scelta. Scegliere tra la Turchia, un Paese democratico, o Feto, l'ideatore del golpe".
Come riporta Hurriyet, l'aut-aut di Erdogan è arrivato ieri sera, durante l'ennesimo raduno di massa davanti al palazzo presidenziale di Ankara. Il messaggio, agli Usa come pure alla Ue, sembra piuttosto chiaro.
Se gli europei non la smetteranno di pressarla sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali concedendole piuttosto la liberalizzazione dei visti, se gli Usa non consegneranno ad Ankara il nemico personale di Erdogan, la Turchia è pronta a fare carta straccia dell'accordo sui rifugiati siriani e a smarcarsi dal dovere di lealtà al fronte occidentale che il suo status di membro Nato le imporrebbe. E guarderebbe altrove, sapendo di poter monetizzare, in termini strategici ma anche commerciali, sulla sua posizione di cerniera con il medio oriente.
Guardare in particolare, verso Est e alla Russia, con cui il dialogo appena riallacciato continua. Erdogan e Putin potrebbero tenere una riunione a margine del vertice del G20 in Cina nel mese di settembre, ha detto l'ambasciatore turco in Russia Umit Yardim citato dall'agenzia Ria, aggiungendo che "la Nato non può limitare i nostri contatti con altri Paesi. La Nato non può imporci con chi comunicare". A seguire, il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu a Ntv: "La Turchia potrebbe cercare altre opzioni al di fuori della Nato per la cooperazione nel settore della Difesa. Ma la nostra prima opzione rimane sempre quella con gli alleati della Nato".
Questo balletto turco, fatto di avvisi obliqui e successive frasi distensive, prosegue anche nei riguardi della Ue. Con il ministro Cavusoglu che esorta Bruxelles a "porre fine alla procedura di adesione della Turchia invece di minacciarla" per la possibile reintroduzione della pena di morte e le colossali purghe post golpe. E subito dopo l'ambasciatore di Ankara presso la Ue, Selim Yenel, che all'agenzia AP parla di una Turchia disposta a rivedere la sua legge antiterrorismo, importante ostacolo verso l'adesione alla Ue perché lesiva della libertà di espressione dei giornalisti scomodi e degli esponenti del dissenso. "Purché non riduca la nostra lotta contro il terrorismo, in tutte le sue forme, possiamo valutare qualche revisione".
Intanto, il ministro dell'Istruzione turco, Ismet Yilmaz, fa sapere che è stata ritirata la licenza a 27,424 persone impiegate nella scuola perché ritenute parte della "struttura parallela" e sovversiva facente capo a Gulen. "Non sarà più consentito loro di lavorare nelle istituzioni scolastiche, pubbliche o private". Mentre prosegue la grande operazione di "pulizia" nelle forze armate.
ERDOGAN E OBAMA IN COREA DEL SUD
Due addetti militari assegnati all'ambasciata turca in Grecia risultano "scomparsi" dopo essere stati richiamati in patria nell'ambito dell'inchiesta sul colpo di Stato. Ancora Cavusoglu a Ntv: "Sappiamo che hanno cercato di fuggire all'estero. Le autorità greche hanno accertato che i due colonnelli, uno di Marina e l'altro delle forze di terra, si sono imbarcati con le rispettive famiglie su un traghetto diretto in Italia il 6 agosto. Uno dei due ha un fratello in Olanda. Sia Italia che Olanda sono state avvisate e siamo in contatto per riportare i militari in Turchia".
Risulta scomparso anche un ufficiale di Marina turco di stanza negli Stati Uniti per conto della Nato. L'ufficiale avrebbe richiesto asilo agli Usa. Il ministro Cavusoglu ha dichiarato di essere "in attesa di una risposta americana" sulla vicenda. Dal golpe del 15 luglio, sono 160 i membri della Difesa attualmente ricercati, inclusi nove generali. Inoltre, risultano fuggiti a New York due membri del personale diplomatico turco in Bangladesh.
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