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Alberto D'Argenio per "la Repubblica"
Da Atene parte la rincorsa di Letta verso il semestre di presidenza italiana dell'Unione che inizierà il primo luglio 2014. Una cena informale, domenica sera, con il premier Samaras al museo dell'Acropoli. Ieri un incontro agli uffici del Parlamento europeo e il pranzo con Samaras e il ministro delle Finanze Venizelos.
Letta rilancia sull'abbattimento del nostro debito: «In autunno presenteremo un importante piano di privatizzazioni». Il premier non rivela se si concentrerà sul patrimonio immobiliare dello Stato o se toccherà anche gioielli come Enel o Eni, si limita a dire che sarà «un piano largo del quale ho già parlato con le parti sociali e al quale lavoreremo ad agosto e settembre».
La visita ad Atene serve a impostare un coordinamento con i greci, che guideranno il semestre Ue prima del nostro. Letta porta a Samaras solidarietà ma non dimentica che servono riforme e risanamento ed evita contrapposizioni tra Nord e Sud Europa: «I sacrifici non sono fine a se stessi, ma lo strumento per arrivare alla terra promessa della stabilità , della crescita e dell'occupazione».
Per poi concedere che «sulla Grecia l'Europa ha fatto errori che hanno contribuito ad un avvitamento della crisi». Letta pensa all'ambizioso obiettivo che pone al centro della sua presidenza, la costruzione di una vera Unione politica: «L'Europa è nata qui, è andata in crisi qui e qui risorgerà , Italia e Grecia dimostreranno di non appartenere al passato, il 2014 sarà l'anno della svolta».
Pensando al summit Ue di dicembre Letta riconosce che serve maggior coordinamento sulle riforme, ma sapendo che verranno introdotti contratti obbligatori capitali sulle riforme chiede siano accompagnati da «una Fiscal capacity», un salvadanaio dell'eurozona che ne mitighi i costi sociali.
Per Letta è importante fare progressi prima delle elezioni europee 2014, altrimenti avremo un Parlamento di euroscettici ed estremisti. Per evitarlo si schiera con chi vuole che i partiti Ue, Pse e Ppe in testa, indichino subito il proprio candidato alla guida della Commissione europea in caso di maggioranza all'Europarlamento evitando che venga scelto dai leader in conclave. Per i socialisti in corsa Schultz, per i popolari si parla di Katainen, Reding o Tusk.
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