DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Andrea Pasqualetto per “Il Corriere della Sera”
Fra un’accusa e l’altra all’ex segretaria, Giancarlo Galan butta lì un nuovo pesante sospetto: «Mi rendo conto di aver tenuto un comportamento sbagliato, anche se credo che eventuali indagini sui candidati presidenti delle Regioni nella massima parte evidenzierebbero situazioni consimili».
Il comportamento sbagliato confessato dall’ex governatore del Veneto è tutto nel memoriale segreto depositato a Venezia: «Ho ricevuto dei contributi in nero per il finanziamento della campagna elettorale del 2005...». Cioè, l’indagato eccellente dello scandalo Mose, arrestato per corruzione e attualmente in cella nel carcere milanese di Opera, ipotizza che la maggior parte dei governatori d’Italia incassino soldi in nero.
Il motivo? «Le elezioni regionali sono estremamente costose e per molte voci — cene, rimborsi spesa ai volontari, affissione manifesti, volantinaggi e così via — era necessario farvi fronte in contanti». Questa è una prima ragione, di sostanza. Poi ce n’è una seconda, di immagine: «Molti contributori non volevano apparire come finanziatori di una determinata forza politica». Il che si può tradurre così: caro Galan, io imprenditore te li do, tienine conto ma non voglio che si venga a sapere.
Richiesta andata decisamente delusa, considerato che ora lui fa tutti i nomi e con tanto di cifre, anche se gli eventuali reati sono prescritti: «Riccardo Mezzalira mi pare versò 50 o 100 mila euro, Giacomo Archiutti 200 mila, Govanni Zillo Monte Xillo 50 mila, Mario Putin tra i 10 e i 20 mila, Mario Moretti Polegato 20 mila, Ermanno Angonese tra i 5 e i 10 mila, Gianni Roncato 17 mila, Angelo Gentile tra i 5 e i 10».
Ne aggiunge altri due, con un appunto: «Gli imprenditori Piero Zannoni e Andrea Movarach, i quali, dopo le elezioni, mi riferirono di aver consegnato alla Minutillo (l’ex segretaria, ndr ) 200 mila euro, il primo, e addirittura 300 mila il secondo. Somme delle quali si appropriò indebitamente la signora Minutillo». E sempre contro Claudia Minutillo, supertestimone dell’accusa: «Venni a conoscenza che chi avesse voluto parlare con il sottoscritto doveva pagare un ticket a lei...».
Ieri è stata naturalmente una pioggia di smentite. «Contesto fermamente ogni addebito e mi riservo iniziative per la tutela della mia onorabilità», ha preannunciato Mario Moretti Polegato, patron di Geox. «Nessun finanziamento illecito, all’epoca ero senatore, quale vantaggio avrei potuto avere?», si è difeso Giacomo Archiutti, titolare della Veneta Cucine e parlamentare di Forza Italia fino al 2006. «Gli incarichi mi sono sempre stati assegnati sulla base delle mie capacità tecniche», ha messo le mani avanti Ermanno Angonese, direttore generale dell’Usl 6 di Vicenza. Come pure Andrea Mevorach, il finanziatore «gabbato».
E Claudia Minutillo, il primo bersaglio di Galan? «Sono indignata per la quantità di cose false che sono state dette», ha tagliato corto l’ex segretaria lasciando gli argomenti al suo avvocato, Carlo Augenti: «Galan non si è accorto di 500 mila euro che secondo lui si sarebbe intascata. Eppure rappresentavano il 60% del contributi dell’intera campagna elettorale, secondo il suo racconto. Possibile?». Per l’ex governatore parla il suo legale, Antonio Franchini, e avverte: «Ci sono dei testimoni (forse le nuove segretarie, ndr )».
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