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"GAME OF CHICKEN": FRA TRUMP E XI CHI SARÀ IL POLLO? LA REAZIONE DI PECHINO AI DAZI DI OLTRE IL 100% IMPOSTI DA TRUMP SONO CONTRO-DAZI DEL 50% AGGIUNTI A QUELLI DEL 34% GIÀ APPLICATI IN PRECEDENZA SULLE MERCI AMERICANE. AL MOMENTO SEMBRA CHE I DUE GIGANTI SIANO AVVIATI VERSO LA SFIDA DIRETTA: SE NESSUNO STERZA, ENTRAMBI SI SCHIANTANO. STATI UNITI E CINA POTREBBERO RAGGIUNGERE UN ACCORDO E RINVIARE IL RISCHIO DI UN CRASH. A QUEL PUNTO, PERÒ…
Danilo Taino per il “Corriere della Sera” - Estratti
Molto improbabile che Donald Trump voglia apparire al mondo come un pollo: l’ego gli impedisce di accettarlo. Nemmeno Xi Jinping può permettersi di figurare pollo: sarebbe presto collocato a riposo, e nel Partito Comunista Cinese i pensionamenti non sono necessariamente dorati. Fatto sta che i presidenti delle due potenze pare abbiano deciso di sfidarsi al Game of Chicken, per il quale chi perde è un pollo (o un coniglio, si direbbe meglio in Italia) ma, se nessuno vuole perdere, entrambi si schiantano.
La reazione di Pechino ai dazi di oltre il 100% imposti da Trump all’import dalla Cina sono contro-dazi del 50% aggiunti a quelli del 34% già applicati in precedenza sulle merci americane. Al momento, insomma, sembra che i due giganti economici e politici siano avviati verso la sfida diretta.
XI JINPING - DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN
Il Game of Chicken — un modello di conflitto parte della Teoria dei Giochi — immagina che due sfidanti si lancino in auto l’uno verso l’altro a gran velocità: quello che sterza ha perso e risulta essere pollo, l’altro trionfa; se entrambi scartano, nessuno dei due può dirsi vincitore (che è l’obiettivo della sfida); se nessuno sterza, entrambi erano coraggiosi ma erano. Il gioco viene spesso richiamato anche in economia, in politica e nelle relazioni internazionali quando due soggetti si affrontano in una sfida anche di nervi, nella quale nessuno dei due vuole cedere. Come — meno pericolosamente — due persone che si guardano fisse negli occhi per vedere chi per prima sbatte le palpebre.
Il confronto in atto tra Trump e Xi è il primo vero conflitto diretto tra Washington e Pechino: l’esito non riguarderà solo la portata dei dazi reciproci ma anche chi vincerà la prima battaglia tra America e Cina. Il rischio di uno scontro frontale, cioè di una guerra commerciale e addirittura valutaria, è così elevato che due giocatori razionali eviterebbero di lanciarsi nella corsa o almeno sterzerebbero. Nel caso nostro, non è però semplice. Certo, Stati Uniti e Cina potrebbero raggiungere un Grande Accordo e almeno rinviare il rischio di un crash. A quel punto, però, scenderebbero in pista gli altri Paesi, contro il patto a due fatto sulla loro testa:
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