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VECCHIO STIVALE - IN ITALIA, NEL 2025, LA SPESA PUBBLICA PER LE PENSIONI RAGGIUNGERÀ 15,3% DEL PIL, CIOÈ 289,35 MILIARDI - A CAUSA DELL'INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE, LA PERCENTUALE AUMENTERÀ AL 15,7% NEL 2030 E CRESCERÀ FINO AL 17,1% ENTRO IL 2040 (CHI PAGA, VISTO CHE LE NASCITE DIMINUISCONO?) - SECONDO L'INPS I TRE MESI IN PIÙ PER ABBANDONARE IL LAVORO SONO COERENTI CON L'AUMENTO DELLA SPERANZA DI VITA, MA PUO' ESSERE BLOCCATO DAL PARLAMENTO. CHE FARÀ LA MAGGIORANZA?

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INPS, NEL 2025 SPESA PENSIONE SU PIL ATTESA AL 15,3%

inps - pensioni

(ANSA) - ROMA, 10 APR - La spesa pubblica per le pensioni raggiungerà nel 2025 il 15,3% del Pil a quota 289,35 miliardi. Nell'anno il numero delle pensioni è al 76,4% degli occupati. Lo hanno affermato i rappresentanti dell'Inps in una audizione sulla transizione demografica spiegando che la spesa rispetto al Pil crescerà ancora fino a toccare il 17,1% nel 2040.

 

Successivamente, il rapporto tra spesa pensionistica e Pil è previsto decrescere progressivamente, portandosi al 16% nel 2050 al 14,1% nel 2060, "rimanendo piuttosto stabile per il decennio successivo".

 

INPS, AUMENTO SPERANZA VITA COERENTE +3 MESI PER PENSIONE 

INPS

(ANSA) - ROMA, 10 APR - I dati Istat confermano le stime preliminari di un recupero della speranza di vita a 65 anni che fa registrare un livello di 21,2 anni. Tale valore è coerente con le previsioni di un incremento di tre mesi dei requisiti per la pensione di vecchiaia e per quelli dell'anticipata a partire dal 2027.

 

Lo hanno affermato i rappresentanti dell'Inps in una audizione sulla transizione demografica. Per l'incremento è necessario un decreto del ministero dell'Economia entro il 2025 "Esiste quindi un margine temporale di intervento - dicono - qualora il legislatore decidesse, come avvenuto in passato, di sterilizzare gli aumenti dei requisiti".

 

INPS, SISTEMA PENSIONI VA MONITORATO MA È SOSTENIBILE

PENSIONE

(ANSA) - ROMA, 10 APR - "Il sistema pensionistico va comunque monitorato nei prossimi trent'anni. Tuttavia, non vi sono ragioni per ritenere che lo stesso non sia in grado di garantire le prestazioni cui è preposto". Lo si legge nella memoria presentata oggi dall'Inps in una audizione in Parlamento sulla transizione demografica.

 

"Occorre in ogni caso essere vigili - si legge . e mettere in atto politiche pubbliche adeguate ad alleviare l'impatto della transizione demografica in atto sul futuro delle pensioni. L'equilibrio del sistema pensionistico basato su un sistema di finanziamento a ripartizione pura è assicurato, oltre che dal contenimento della spesa pensionistica, anche dalla adeguata consistenza delle entrate contributive dei lavoratori". "Dopo trent'anni di riforme volte a contenere la spesa pensionistica, si legge, occorre lavorare per accrescere la base contributiva incrementando il numero dei contribuenti da un lato e assicurando retribuzioni/redditi adeguati ai contribuenti".

INPS PENSIONI

 

"Al fine di garantire il perdurare dell'equilibrio, spiegano i rappresentanti Inps - occorre mirare ad alimentare il flusso contributivo, rivolgendo quindi l'attenzione alle imprese e, in particolare, ai lavoratori, per incrementarne il numero e migliorare la continuità delle posizioni lavorative.

 

Parimenti, è possibile intervenire sul lato delle uscite senza intervenire ulteriormente sull'innalzamento dei requisiti per il pensionamento". Sul versante delle entrate, secondo l'Inps "è fondamentale incentivare la partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani, due categorie che storicamente registrano tassi di partecipazione piuttosto bassi, intervenendo per colmare il divario di genere e favorire una loro maggiore inclusione".

 

In particolare l'Inps sottolinea che le donne subiscono in media un forte 'impatto dalla nascita di un figlio sulle retribuzioni annue con un -16% nell'anno immediatamente successivo all'evento ma anche sulla probabilità di uscita dal mercato del lavoro nell'anno di nascita (+18%) (cosiddetta child penalty).

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Occorre rafforzare, spiega, le misure introdotte nel corso degli anni volte a migliorare la conciliazione tra vita familiare e lavoro. Per quanto riguarda le uscite finanziarie l'Inps ritiene "che un lieve incremento dell'età effettiva di pensionamento, sotto forma di mera facoltà, risponda al duplice obiettivo di venire incontro alle esigenze personali dei lavoratori che hanno una rilevante anzianità contributiva e favorire il passaggio intergenerazionale delle competenze".