gennaro sangiuliano

GENNY, MA CHE STAI A DI’? – CLAMOROSO CORTOCIRCUITO DEL MINISTRO DELLA CULTURA, GENNARO SANGIULIANO: PRIMA INVEISCE CONTRO L’ABUSO DELLE PAROLE STRANIERE NELLA LINGUA ITALIANA, POI INCIAMPA ANCHE LUI: “L’ABUSO DEI TERMINI ANGLOFONI APPARTIENE A UN CERTO SNOBISMO MOLTO RADICAL CHIC”. E SU TWITTER LO PERCULANO: “GIUSTO. USARE PAROLE STRANIERE È RADICAL CHIC, PER ESSERE TRENDY E MOSTRARSI JET SET. BISOGNA TORNARE A USARE IL PROPRIO SLANG, DI DEFAULT. SENZA SENTIRSI UNDERDOG, NO? OK!” 

 

gennaro sangiuliano prima della scala 2022

Estratto dell’articolo di Ernesto Menicucci per “il Messaggero”

 

[…] Anche a lei non piacciono le parole inglesi da usare al posto delle italiane, come ha raccomandato il premier Giorgia Meloni agli ambasciatori?

«Credo che un certo abuso dei termini anglofoni appartenga a un certo snobismo, molto radical chic, che spesso nasce dalla scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse».

 

Ci può fare il primo esempio che le viene in mente, rispetto a questa problematica?

«Bé, proprio dal lavoro della Crusca nasce l'utilizzo dell'espressione lavoro agile in alternativa a smart working».

 

Qualcuno potrebbe obiettare: in una società in cui il vero esperanto, la lingua comune, è diventata (e non certo da oggi) l'inglese, perché tutta questa attenzione per l'Italiano?

GENNARO SANGIULIANO PRIMA CHIEDE DI NON USARE LE PAROLE STRANIERE E POI PARLA DI RADICAL CHIC

«Ma le due cose naturalmente non sono in contrapposizione. Valorizzare e promuovere la nostra lingua non significa ignorare il mondo che ci circonda. Non significa, cioè, in alcun modo che in un mondo globalizzato non si debbano studiare e apprendere bene altre lingue, a cominciare da quella inglese, come diceva Tullio De Mauro il multilinguismo ci aiuta a gestire la complessità del presente». […]

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