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Francesco Cevasco per "Il Corriere della Sera"
«Liguria magra e ossuta, miseria e inganno contro gli italiani», scriveva quel comunista di Italo Calvino nel 1945 sulla rivista «Il Politecnico». Era già allora la Variante Ligure. Non lo sapeva, Paolo Maurensig, quando scriveva «La Variante di Lüneburg», ma parlava, anche, della Liguria: quel posto un po' strano d'Italia, dove rispondi alla classica apertura (parliamo di scacchi) del pedone bianco di donna con una mossa azzardata del tuo pedone nero... Ma di varianti, in Liguria, sono esperti. La più Variante delle Varianti è Beppe Grillo.
Pensate com'era: primi anni Settanta quei simpatici studenti universitari organizzavano partite di calcio bianchi contro neri, i neri erano senegalesi, nigeriani, ghanesi; i bianchi erano, soprattutto, genovesi. Il campo si chiamava della «Castagna». I bianchi avevano la maglietta blu, i neri la maglietta bianca. Alla fine, indipendentemente dal risultato, si andava a mangiare alla trattoria lì sotto dove spesso compariva Grillo, con la sua chitarra.
E, canzonando gli immigrati - meridionali, non neri - cantava in un genovese volutamente maccheronico: «Senti un po' ti che ti travaggi in tu portu t'è miga due bannanne per un me figgiou?». Traduzione rivolta ai camalli che allora avevano la possibilità di appropriarsi senza particolari problemi di ogni genere di conforto: hai mica due banane per i miei figli? à questo il territorio dove nasce la Variante Ligure: il Regno del Mugugno (mugugno è la versione sofisticata della lamentela).
Mugugnava Fabrizio De André quando cantava la sua rivolta contro i benpensanti, mugugnava Umberto Bindi quando cantava la sua rivolta contro gli omofobi, mugugnava Gino Paoli quanto cantava la sua rivolta contro gli amori ipocriti. E poi tutti a lamentarsi, i liguri, ma con qualche ragione.
«Non siamo gabibbi», dicevano (e forse dicono ancora) i liguri. Qui bisogna spiegarsi: «gabibbo» non ha la valenza volgare del «terrone» come diciamo noi milanesi, ma significa: «Io ti destabilizzo perché nella vita ne ho passate di tutti i colori. Ero uno scaricatore di porto eritreo, ero un pesce apparentemente stupido, sono diventato un ombudsman, un difensore del popolo».
Rieccolo, Grillo, vero o falso che sia. Ma per fortuna, nella terra della Variante Ligure non c'è soltanto lui. C'è un sacco di gente di sinistra che, però, come lui, non ha fatto patti con la sinistra del potere e, magari, ha fatto qualche danno alla sinistra. Prendiamo Don Gallo: dove lo trovate un prete, un vero prete, che sta con i poveri, gli sfigati, le puttane, i drogati?
Nella stessa città che ha espresso i cardinali che compongono la più potente lobby economica del Vaticano. Volando più bassi, dove la trovate gente come Maurizio Crozza che sapendo di fare del male a chi, forse, ha votato, sbugiarda, anzi sbianca, il giaguaro Pier Luigi Bersani; o chi, come Antonio Ricci, fa guadagnare un sacco di soldi a Berlusconi dal suo ufficio in cui domina un ritratto di Togliatti (o, peggio, di Lenin?);
o quel matto di Paolo Villaggio che, dopo aver inventato qualche cosa di originale sul tema del riscatto (o della oppressione) sociale, vaga in un mondo trasgressivo che ti porta a Molière? No, a Molière ci aveva pensato quell'altro genovese eterodosso di Gilberto Govi: apparentemente bonario e benpensante in realtà denunciava le sofferenze che il sano capitalismo del dopoguerra cominciava a creare ai suoi sudditi. Certo che Molière non c'entrava direttamente, ma Govi sapeva adattare...
Poi, nella Variante Ligure, c'è la cultura popolare. Che è sempre stata all'opposizione, magari senza averne piena coscienza. Per esempio, la canzoncina che a un certo punto fa: «O trilli, trilli, trilli, t'è più musse che mandilli, mandilli nu ti n'è, t'è ciù musse che dinee». (Traduzione approssimativa: hai più pensieri inutili che fazzoletti, hai più pensieri inutili che soldi).
Se vogliamo restare nel pop-strapop bisogna riconoscere che la Variante Ligure funziona anche fuori dalla politica: chi si portava Brigitte Bardot al «Pirata» e passava la notte con lei? Quel Variante Ligure che si chiama Gigi Rizzi.
Vogliamo passare all'estremo opposto? Chi ha inventato le Brigate rosse - banda XXII Ottobre - ammazzando il cittadino Alessandro Floris? Genova. Chi ha osato uccidere Guido Rossa, sindacalista? Genova. Chi ha fatto cadere il governo Tambroni? Genova. Chi ha fatto scappare in Argentina i nazisti? Genova.
Qual è stata la città che con i suoi partigiani ha dato il massimo alla Resistenza? Genova. Chi ha le «creuze de ma» che sono luoghi strani, specie di strade rosse capaci di aprirti porte verso l'orizzonte del mare o te lo chiudono dietro le spalle? Genova, nei racconti di De Andrè. In qualche modo, anche Grillo, viene da questo (indecifrabile) mondo.
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