ursula von der leyen charles michel erdogan

EUROPA DA RIDERE: GLI DIAMO DEL "DITTATORE" E POI PORTIAMO A ERDOGAN 3,5 MILIARDI FINO AL 2024 PER BLOCCARE I MIGRANTI - SONO BASTATI I PRIMI FLUSSI MIGRATORI PER MANDARE IN TILT L'UE CHE CORRE AI PIEDI DEL PUZZONE DI ANKARA PER SUPPLICARLO DI SIGILLARE LA ROTTA BALCANICA - NON SOLO: PREVISTI 2,2 MILIARDI DI EURO A LIBANO E GIORDANIA PER ALLESTIRE LÌ I CAMPI PROFUGHI…

Marco Bresolin per "la Stampa"

IL SOFAGATE VISTO DA OSHO.

 

La possibile ripresa dei flussi migratori lungo la rotta balcanica - soprattutto alla luce del ritiro delle truppe Usa e Nato dall' Afghanistan - sembra preoccupare molto di più dell' estate di sbarchi nel Mediterraneo. E così il Consiglio europeo di oggi e domani, pur muovendosi su entrambi i fronti, lascerà intendere quella che è la sua scaletta delle priorità: da un lato i leader Ue chiederanno alla Commissione di preparare un piano d'azione per stringere accordi con i Paesi africani di origine e di transito, utilizzando 8 miliardi di euro nell' arco dei prossimi sette anni.

 

ursula von der leyen lasciata senza poltrona da erdogan e michel 4

Ma questo progetto sarà pronto soltanto a fine ottobre, mentre «nel giro di poche settimane» sono attesi progressi tangibili sull' altro fronte: Ursula von der Leyen oggi proporrà di dare altri 3,5 miliardi di euro da qui al 2024 alla Turchia (oltre ai 6 già versati negli ultimi cinque anni), più 2,2 miliardi di euro a Libano e Giordania per allestire lì i campi profughi. I fondi saranno recuperati nel bilancio Ue cambiando la destinazione di alcune poste, anche se il Parlamento Ue - che deve dare il suo consenso - potrebbe mettersi di traverso.

migranti SULLA ROTTA BALCANICA

 

Ovviamente al Consiglio europeo non si parlerà di redistribuzione e con ogni probabilità i leader cercheranno di evitare anche un riferimento alla riforma di Dublino, attualmente impantanata. Mario Draghi mette le mani avanti: «Non aspettiamoci risultati trionfali» perché «la trattativa sarà lunga e bisogna essere presenti e persistenti».

 

Ma il governo considera un successo il semplice fatto di aver riportato nell' agenda del summit il dossier immigrazione, che mancava da tre anni. L' ultima volta fu nel giugno del 2018, l' esordio di Giuseppe Conte, quando si decise di istituire dei centri di sbarco nei Paesi di arrivo e di ridistribuire i migranti «su base volontaria».

 

recep tayyip erdogan

Un progetto mai realizzato.

Per questo ora si è deciso di tornare a concentrarsi sulla dimensione esterna, una questione che è certamente meno divisiva, ma non di facile soluzione. Per le partnership con i Paesi di origine di transito servono sì fondi, ma non solo: vanno stretti accordi per frenare le partenze, per agevolare i rimpatri, ma anche per aprire i corridoi umanitari.

 

La Commissione lavorerà a un piano d' azione durante l' estate che dovrebbe essere pronto verso la fine di ottobre, «ma anche i singoli Stati Ue dovranno fare la loro parte» fanno notare dal Palazzo Berlaymont. Inoltre resta il problema della Libia, il cui governo non è un intelocutore stabile.

Migranti CHE ATTRAVERSANO I BALCANI

 

Nelle conclusioni del vertice Ue l' Italia ha fatto inserire un passaggio breve, ma considerato «pesante», in cui si dice che l' Ue «conferma il suo impegno per il processo di stabilizzazione della Libia». Ieri però alla Conferenza di Berlino sono rimaste le distanze con la Turchia sul processo di stabilizzazione e sul ritiro dei mercenari.

 

Lo stesso Draghi è ben consapevole che l' azione Ue deve essere a 360 gradi. Il premier ha ammesso che l' uscita delle truppe dall' Afghanistan "provocherà un aumento dei flussi, di cui non conosciamo l' entità ma sappiamo che sarà grande". Per questo l' Ue è pronta a dare nuovamente ciò che Erdogan chiede: mezzo miliardo per una soluzione-ponte da qui all' inizio del 2022, più un miliardo l' anno per il triennio 2022-2024.

Somme che si aggiungeranno ai 2,2 miliardi per finanziare progetti in Giordania, Libano e Siria. In vista delle elezioni di settembre, la Germania vuole evitare un' altra estate come quella del 2015.

la rotta balcanica dei migranti1