1. GRAZIE DI TUTTO, NONNA PINA. ADESSO TORNA PURE A CASA A CUCINARE IL MINESTRONE 2. SE AL POSTO DELLA CANCELLIERI, CARA AL CUORE DI RE GIORGIO, VI FOSSE UN ALFANOIDE O UN QUA-QUA-GLIERELLO, IL PIDDI CHIEDEREBBE SUBITO LE DIMISSIONI DEL MINISTRO 3. E SE QUELLE TELEFONATE DI NONNA PINA PER FAR USCIRE DALLA GALERA L’AMICA DI FAMIGLIA GIULIA LIGRESTI LE AVESSE FATTE UN PREVITI, INTERVERREBBE RE GIORGIO 4. DAVANTI A QUEST’EDIFICANTE STORIA DI EGUAGLIANZA DI FRONTE ALLA LEGGE, UNA DOMANDINA SORGE SPONTANEA: PERCHÉ L’OTTIMO FIGLIO DI NONNA PINA, PIERGIORGIO PELUSO USCÌ DALLA FONSAI DI LIGRESTI CON UNA BUONUSCITA MILIONARIA DI 3,6 MILIONI DI EURO? NON SARÀ CHE CON DON SALVATORE LIGRESTI I DEBITI PRIMA O POI SI PAGANO?

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a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - GRAZIE DI TUTTO, NONNA PINA. ADESSO TORNA PURE A CASA
"Ero malato e in prigione e voi non siete venuti a trovarmi", dice Gesù nel Vangelo (Matteo, 25,35). "Era malata e in prigione e io mi sono attivata per un intervento umanitario", risponde quella brava donna di Nonna Pina Cancellieri ai pm di Torino, che le sventolano le telefonate con la famiglia Ligresti in cui si traffica per far uscire dal carcere Giulia Maria. Ovvero la figlia anoressica dell'ingegnere di Paternò, puntualmente rilasciata dopo l'intervento della Signora Ministra di Giustizia.

Quest'edificante storia di eguaglianza di fronte alla legge viene svelata oggi da Ottavia Giustetti su Repubblica (p. 9): "Cancellieri e l'intervento per Giulia Ligresti. ‘In cella non mangiava più, chiesi umanità'. Telefonate dei familiari al ministro. Dopo dieci giorni la scarcerazione. Il gip aveva negato i domiciliari alla figlia del finanziere Salvatore, in cella per il caso Fonsai. La Guardasigilli ‘sensibilizzò' i due vice del Dap. I pm di Torino l'hanno interrogata".

Nonna Pina è legatissima a tutto il clan dei Ligrestos. E' antica amica di Gabriella Fragni, compagna di don Salvatore. Si sente spesso al telefono con Antonino Ligresti, fratello del finanziere di Paternò, e ha un figlio, Piergiorgio Peluso, che è stato un alto dirigente di Fonsai. Ai pm ha raccontato: "Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria, la quale soffre di anoressia e rifiuta il cibo.

In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro competenza per la tutela della salute dei carcerati". Ma poi è costretta ad ammettere che il suo interessamento diretto è stato per un carcerato soltanto. In un Paese del Nord Europa, o anglosassone, basterebbe già questo per le sue immediate dimissioni. Ma c'è di più.

La Signora Ministra di Giustizia si intrattiene in amabili conversari - e si spende personalmente a loro favore - con una famiglia che vanta al proprio interno anche un latitante. Ora vogliamo sperare che tra le varie intercettazioni telefoniche ne spunti almeno una in cui Nonna Pina consiglia agli amici Ligrestos di far rientrare in Italia l'amato figliolo Paolo Gioacchino, inseguito da un mandato di cattura della Procura di Torino. Ma se così non fosse, un ministro della Repubblica dovrebbe trarre le conseguenze di un comportamento così superficiale.

Se al posto della Cancellieri vi fosse Alfano, questa mattina il Piddimenoelle chiederebbe subito le dimissioni. E se quelle telefonate di Nonna Pina le avesse fatte un Previti, interverrebbe personalmente Re Giorgio.
E prima di passare ad altro, una domanda che Repubblica ha dimenticato: perché l'ottimo Peluso uscì da Fonsai con una buonuscita milionaria? Non sarà che con Don Salvatore i debiti prima o poi si pagano?

2 - NANO DECADENCE
Non sapendo come cancellare dalla scena politica quella macchietta coi capelli rossi (si veda l'incredibile foto del Banana sulla Stampa a pagina 3) che in fondo ci meritiamo ampiamente, ieri il nostro Parlamento ha compiuto un altro bel passo sulla strada dell'imbarbarimento giuridico. Concesso come garanzia da Carlo Alberto nello Statuto del 1848, soppresso con inspiegabile ritardo da Mussolini sono nel 1938, il principio del voto segreto su questioni che riguardano le persone sarà violato per sancire la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

La prima pagina di Repubblica è un bollettino di guerra: "Sì al voto palese, governo a rischio. L'ira di Berlusconi: democrazia violata. Alfano: battaglia in Parlamento. La Giunta del Senato decide sulla decadenza, decisiva la Lanzillotta: ‘Questa è la prassi anche alla Camera'. I 5 Stelle: ‘Abbiamo vinto noi'". Dentro, il retroscena da Palazzo Pascale: "Berlusconi ha deciso per lo strappo. ‘Io sono già all'opposizione'. Mediazione per rinviare l'aula al 25. Il giallo della nota congelata. L'ex premier ha telefonato a Becchi, l'ideologo di Grillo, per sondare i dissidenti del M5S" (p. 3).

Sul Corriere, il Quagliariello napolitano manda messaggi minacciosi all'ex Principale di Hardcore: "Chi vuol far crollare tutto sappia che si rischia un'altra maggioranza. Con il voto anticipato si fa un favore solo a Grillo e Renzi. Il centrodestra deve lavorare per il Paese e poi fare le primarie" (p. 2).

La Stampa si preoccupa per la tenuta del governino di Lettanipote: "Letta ‘terzista' crea imbarazzo ai ministri del Pdl. Il lettiano Russo rivendica il risultato in Giunta: è figlio della mia relazione" (p. 4). Dalla redazione di Salò, titoli da tregenda per il Giornale di Sallustioni: "Golpe contro il Cavaliere: il Pd prepara l'esecuzione" (p.2). E ultimi avvertimenti per i traditori: "Alfano chiama il partito alla guerriglia in aula ma i suoi si spaccano" (p. 4).

3 - NEL NOME DI GAVA E DELLO SPIRITO SANTO
Prosegue senza freni l'omologazione totale del Piddimenoelle al peggio della Prima Repubblica. E lo racconta persino il suo organo ufficiale, la Repubblica degli Illuminati: "Tessere triplicate a Treviso, soldi a Torino e rissa a Roma. Bufera sul voto nei circoli Pd. Cuperlo: spirale da fermare. Gentiloni: Renzi porrà rimedio" (p. 10). Successone anche sul Corriere: "Sberle, ricorsi, denunce: il caos dei congressi pd. Tensioni da Torino a Catania. I segretari locali vicini a Cuperlo avanti sui renziani 49 a 25" (p. 9).

Intanto, per la serie "Compagni che sbagliano", le ultime dal processo Penati: "Di Caterina mi dava i soldi, io preparavo le buste per Penati'. Sistema Sesto, in aula la segretaria dell'imprenditore" (Repubblica, p. 11).

4 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Oggi, comunque, si recupera subito il buon umore con il nuovo monito di Re Giorgio, registrato con un filo d'imbarazzo dai giornaloni di Lor signori perché questa volta riguarda lo Spettabile Padronato Bancario. Oh, non vi fate illusioni, giusto una pettinatina, nonostante questo titolone di Repubblica (p. 12): "Napolitano striglia le banche. ‘Dovete dare più credito'. Saccomanni: ripresa nel 2014". Sandro Pertini, che pure a demagogia stava bene, almeno ci avrebbe aggiunto un "E basta prestare soldi a cazzo!"

Potremmo andare avanti con gli altri pipponi dalla "Giornata del Risparmio", e invece ci piace dare spazio a questo pezzo: "Banche e assicurazioni ‘incubi' delle famiglie. Cittadinanzattiva: reclami record su trasparenza e credit crunch. Italiano più poveri. Mutui, prestiti e polizze Rc auto al centro delle segnalazioni dei consumatori" (Repubblica, p. 25). Tutto arcinoto, ma parlarne serve.

5 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Tutti spiano tutti, sai che scoperta! Sulla Stampa, un pigiamino di bava per il comandante della gendarmeria vaticana Domenico Giani: "Tecnologie d'avanguardia e bonifiche continue. Così si difende il Vaticano" (p. 12). E mentre ci si distrae con il Vaticano e "il papa spiato", la controffensiva del Pentagono prosegue con profitto sull'anello marcio dell'informazione europea: i giornali italiani.

Spassosa l'intervista all'ambasciatore Phillips apparecchiata oggi dal Corriere: "Raccogliamo solo i dati necessari per proteggere l'America e l'Italia. Ma le procedure saranno riviste. Washington vuole trovare un meccanismo che bilanci prevenzione antiterrorismo e privacy" (p. 15). Bravi, trovare il meccanismo. Poi, caso mai, ci telefonate.

Sul Messaggero, che ovviamente non si sottrae all'obbligo dell'intervista a Luttwak, pezzo per addetti ai livori: "Letta affronta il caso servizi. Difficile ricambio ai vertici. Il governo sta valutando se anticipare qualche avvicendamento di poltrona. Indiscrezioni dalla Francia: c'è un'intesa Italia-America per captare i dati sui cavi" (p. 13).

Ma come per la Cancellieri, certe storie sono più emblematiche di tanti dibattiti. Ed ecco che racconta Repubblica: "Il ministro Mauro testimonial degli F35. La Lockeed presenta uno spot per promuovere i discussi caccia-bombardieri. Problemi tecnici e calo degli ordini hanno messo in crisi gli aerei. E il prezzo è in discesa" (p. 16). Mario Mauro e le armi: da Comunione & Fatturazione a Fatturazione & Estrema unzione.

Al di là del bene e del male, invece, "il reportage" di un altro chierichetto come Paolo Mastrolilli, che si è fatto mettere dalla Lockeed Martin alla cloche del sullodato F35 (Stampa, p. 15) per un'avvincente simulazione di volo. Pezzo imperdibile.

6 - LINGOTTI IN FUGA
Fine anno difficile per lo spulloverato del cantone di Zug. "Fiat rivede al ribasso l'obiettivo-utile 2013. Marchionne: ‘Lavoriamo per portare Chrysler in Borsa entro l'anno'. ‘Non cedo nulla per pagare Veba. Non chiudo fabbriche, non voglio favorire il dominio tedesco'. "Il sindacato Usa: attento Sergio, boomerang per te se svendiamo. Uaw potrebbe perdere la rappresentanza in Chrysler se accetterà un prezzo troppo basso per cedere le azioni. C'è una legge che complica la trattativa con Fiat per il pacchetto del 41,5 per cento. Non c'è più l'obbligo di iscriversi al sindacato maggioritario" (Repubblica, p. 22).

Poi apri il Corriere del nocciolino duro di Kaki Elkann e ti delizi con questo pezzullo della Polato dal titolo: "Le fabbriche e la sfida tedesca" (p. 35). Una specie di pizzino di Marpionne alla C.I. Merkel, perché il manager abruzzese-svizzero-canadese ce l'ha con la Cancelliera.

La giornalista ricorda il lobbismo tedesco sulle emissioni, le prese di posizione di Mister Fiat e ordinatamente conclude: "Merkel non gradira'? Amen. E' ricambiata almeno dai tempi del suo 'no' a Fiat in Opel". A parte l'imbarazzo di un signore che invece di pensare all'azienda e ai suoi lavoratori si preoccupa di piccole ripicche, il vero e irrisolto problema e' nelle tre righe del titolo di apertura dello stesso Corriere: "Detroit non salva Fiat. Conti rivisti al ribasso. E cade a Piazza Affari". Amen.

7 - I FURBETTI DEL QUARTIERINO DI VIA SOLFERINO
Oggi il cda della Rizzoli si riunisce per decidere se accettare l'offerta del fondo Blackstone per lo storico immobile di via Solferino-via San Marco. Il comitato di redazione sbatte in pagina i nomi dei "colpevoli" di quella che ritiene una clamorosa svendita, collegio sindacale compreso. Salvando dal pubblico ludibrio solo Abramo Bazoli e Pier Gaetano Marchetti. A leggere il "comunicato sindacale" di pagina 37, si ha la sensazione, per la seconda volta in poche settimane, di trovarsi di fronte più a un avviso di reato che a una protesta dei lavoratori. Meditate consiglieri, meditate.

8 - CAPITANI CORAGGIOSI, SALUTATECI PASSERA
"Blitz di Air France che adesso vuole controllare Alitalia", protesta in prima pagina il Messaggero di Roma. Che spiega: "Contromossa francese: subito la verifica dei debiti. Oggi cda della compagnia per valutare le proposte". "I francesi puntano ad assicurarsi il controllo facendo media tra prezzo pagato e valore attuale" (p. 18). Forse non a caso, come racconta stamani Radiocor, Air France ha svalutato completamente a bilancio il valore della propria quota in Alitalia.

Poi passa il Cetriolo Quotidiano e sono altri dolori: "Alitalia rischia il crac. Biglietti non garantiti. L'agenzia di viaggio olandese che serve la Commissione Ue sconsiglia di volare con la compagnia italiana: ‘Se fa bancarotta, non rimborsiamo'. Air France non si fida: pronta a sfilarsi dall'aumento di capitale per il salvataggio" (p. 1).
Airone Passera inventò la famosa Operazione Fenice. Ora, almeno per i francesi, siamo passati all'Operazione Cenere.

9 - FREE MARCHETT
Si apre a Modena il salone "Skipass" e casualmente ecco a voi un po' di sana, onesta, "informazione di servizio". Oggi ci pensa il Corriere: "Gli sci che vanno bene anche al di fuori delle piste. La nuova stagione tra giacche leggere e scarponi comodi". Il tutto corredato da foto di un modello di sci della Rossignol, "ideato per garantire versatilità, aderenza e sicurezza sulla neve dura", e di un'imperdibile maschera leopardata Salice "con dettagli in Swarovsky" (p. 30).

colinward@autistici.org

 

AnnaMaria Cancellieri e il marito Nuccio Peluso Il ministro Cancellieri con il marito CERNOBBIO resize Giulia Ligresti Piergiorgio Peluso di UnicreditLIGRESTI CON LE FIGLIEFAMIGLIA LIGRESTI Salvatore Ligresti e Silvio Berlusconi GRILLO E RENZI grillo RENZIangelino alfano Angelino Alfano e il capo della polizia, Alessandro PansaGIORGIO NAPOLITANO E FILIPPO PENATIPENATI E TABACCI marchionne Marchionne con gli operai Grugliasco ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE PIER GAETANO MARCHETTI airfrance_logoCorrado Passera