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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
La festa rimette insieme tutti i pezzi. Al teatro Flaiano - nel centro di Roma - alle nove di ieri sera, il Movimento è convocato a festeggiare la vittoria di Virginia Raggi, certo. I successi di Chiara Appendino a Torino e di 17 nuovi sindaci. Ma quello che celebra sopra ogni cosa - durante un party a inviti dal quale sono tenuti fuori i giornalisti - è quello che Beppe Grillo chiama «il superamento dell’impossibile».
Davanti all’hotel Forum, dopo una notte passata a bere prosecco e fare battute con Alessandro Di Battista, Virginia Raggi, Davide Casaleggio e tutti quelli passati a salutare, il fondatore dei 5 stelle parte da un’immagine: «A dire tutto è la scheda elettorale, con il nostro simbolo, solo, da un lato, e gli altri ammassati contro».
E poi: «Dieci anni fa i tecnici migliori dell’aeronautica hanno detto che l’aereo a energia solare non avrebbe mai potuto fare il giro del mondo e i tecnici della politica italiana che il Movimento non avrebbe mai sfondato. Quegli aerei sono decollati tutti e due». Ora «cambieremo quota», promette Grillo. L’obiettivo - ufficializzato già domenica notte dal premier in pectore Luigi Di Maio - è il governo del Paese. «L’impossibile c’è - conclude - è questo il significato dell’allucinazione della quale io e Gianroberto abbiamo fatto i tessitori».
Beppe Grillo con Alice Salvatore, candidata alle regionali del M5S, e Luigi Di Maio
Va via, come al solito, con una battuta: «Scusatemi, mi aspettano in procura per il primo avviso di garanzia». Una boutade, che è però la spia della consapevolezza di quanto il difficile cominci adesso. Di questo si è parlato nelle riunioni - continue - delle ultime ore. Ieri lo staff della comunicazione si è confrontato con Davide Casaleggio.
Si è parlato dell’ampliamento del sistema Rousseau (c’era anche il responsabile editoriale dell’associazione Pietro Dettori), si è confermato il ruolo del direttorio (non ci saranno nuove entrate, solo responsabilità più diffuse a livello locale). Mentre al comitato di Virginia Raggi il “minidirettorio” romano (con in testa Paola Taverna e Roberta Lombardi) era già a lavoro sui regolamenti del consiglio comunale.
A sera, arriva anche Roberto Fico. Sottolinea, come aveva già fatto sulla sua pagina Facebook, come la vittoria sia arrivata senza rinnegare le regole originarie: il no all’interruzione del mandato che ha impedito la corsa per il Campidoglio ad Alessandro Di Battista, il no ad alcun apparentamento con altre forze, «ci spiegavano tutti che ne avremmo pagato il conto, e invece». «Beppe Grillo ha sempre detto nei suoi spettacoli che avremmo raccolto un Paese in macerie - dice il presidente della commissione di Vigilanza Rai iniziamo da Roma a ricostruirlo, ma chiediamo ai cittadini di darci una mano perché non sarà facile».
VIRGINIA RAGGI DOPO LA VITTORIA
Passano pochi minuti, e appare il solitamente schivo Davide Casaleggio. Il successo ne ha ammorbidito la ritrosia. «Una vittoria così netta a Roma e Torino era la nostra grande speranza - dice - voglio dedicarla a mio padre ».
Era dal giorno dei funerali di Casaleggio, che il Movimento non si ritrovava unito, con tutte le sue anime racchiuse nella stessa stanza, com’è accaduto ieri a Roma. Grillo, Davide, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico e gli altri parlamentari, quello staff della comunicazione da cui ormai tutto passa e che tutto sarà tenuto a controllare, anche a livello locale con i nuovi sindaci.
Con una differenza sostanziale rispetto al passato: l’asse si è spostato da Milano alla Capitale. Di Maio guida la politica del Movimento insieme ai suoi fedelissimi, il voto di domenica ne ha decretato l’investitura prima di quello che - molto presto - si terrà in rete. Così, mentre gli altri si godono la festa lui è già in tv: in collegamento con Porta a Porta, come ogni candidato premier che si rispetti.
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