
DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN…
DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO
Sebastiano Messina per “la Repubblica”
Beppe Grillo che torna al «vaffa», spiegando che contro il Movimento «hanno tirato fuori mail e sms, siamo alla superfetazione della merda cosmica». Luigi Di Maio che dice compunto al microfono «ho commesso un errore, e sono qui per dirvelo guardandovi negli occhi».
Carlo Sibilia che rivolta la frittata, annunciando che «questa non è la serata delle giustificazioni, è la serata dell’orgoglio». E naturalmente Alessandro Di Battista, che quando comincia a piovere invita a non farci caso, perché «in questo momento una goccia di sudore freddo sta scendendo lungo la fronte del presidente del Consiglio».
Sulla piazza di Nettuno, davanti alla spiaggia dove il 22 gennaio del ‘44 sbarcarono gli americani del generale Lucas, lo stato maggiore dei Cinquestelle mette in scena la sua controffensiva, liquidando in una sola frase - una sola in tutta la serata - il caso delle bugie dell’assessora Muraro sull’indagine in cui era finita e spiegando alla sua base che è tutto normale, era tutto previsto, anzi questo è nulla rispetto a ciò che poteva capitare.
Lo dice Grillo, che arriva a sorpresa in jeans e polo nera, e sale sul palco con il microfono già acceso ma non fa mai il nome dell’assessora indagata, anche se non molla affatto la sindaca Raggi, anzi la difende paragonandola nientemeno che «al primo sindaco negro che fu eletto nel 1968 nel Mississipi».
E dunque torna al linguaggio crudo ma popolare del “Vaffa Day”, quando rivela di essere «leggermente euforico» perché si aspettava persino di peggio, aveva messo in conto che gli mandassero un avviso di garanzia, o che gli piazzassero cinque chili di cocaina nella macchina, «o che scoprissero finalmente che lui è un omosessuale », scherza girandosi verso Di Maio.
Non parla di inchieste né di politica, il fondatore del Movimento. Con sapienza teatrale, racconta le sue emozioni, il suo stupore e la sua rabbia, per parlare non alla mente ma al cuore di chi è venuto per capire cosa diavolo sta succedendo a Roma. E lui spiega che è solo una questione di interessi, perché Virginia Raggi «ha fatto risparmiare 90 milioni in due mesi, e chi ha perso quei 90 milioni ha fatto due conti», e tutto il resto è fumo, è nebbia, «merda cosmica», la reazione di «un sistema che vorrebbe distruggerci, e non ha capito che l’unico modo per riuscirci sarebbe quello di parlare bene di noi».
E invece, racconta, «continuano a dire le stesse cose di due anni fa, che sono un pagliaccio, un farabutto, un pluripregiudicato, e io quando l’ho sentito sono saltato sulla sedia: sì, sono un pagliaccio farabutto e pregiudicato, e ora andate affanculo tutti quanti!».
Ancora una volta, dunque, i Cinquestelle tornano allo schema noi-contro-tutti, rispolverando la sempreverde teoria del complotto, per uscire dal pasticcio Muraro, il cui unico accenno si deve a Luigi Di Maio, che per giustificare se stesso, la sindaca e mezzo direttorio sostiene che per quello che ne sanno loro l’assessora potrebbe anche essere indagata «solo per aver messo dei rifiuti in strada».
Quindi fa la faccia che gli riesce meglio quella del bravo ragazzo - e consegna alla piazza un’autocritica che è uno spot: «Noi possiamo commettere degli errori, ma sempre in buona fede, e senza mai togliere un euro dalle tasche dei cittadini». Sottinteso: a differenza di Renzi.
Poi, finalmente, Di Battista - ormai per tutti solo “Dibba” – fa il suo one-man-show. Arrivato sul suo scooter da Sabaudia, è salito sul palco indossando ancora il casco, poi se l’è tolto, agitandolo come un elmo di guerra. E ora dà fondo al suo repertorio, con la sua solita foga da Masaniello de noantri. Anche per lui, ovviamente, il vero colpevole è «il sistema», perché mentre «loro» mettevano la Raggi sulla graticola «in queste 48 ore le loro banche si sono fottute miliardi di euro di soldi nostri, le cosche si sono infiltrate nelle istituzioni e hanno frantumato la scuola e la sanità pubblica».
E così alla fine, quando Grillo lancia il coro «o-ne-stà, o-ne-stà» come se non fosse successo niente, nessuno sulla piazza di Nettuno si ricorda più delle bugie dell’assessore Muraro e dei pasticci della sindaca Raggi.
DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN…
CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI…
DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI…
DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL…
DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT…
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…