FERRAGOSTO CON AL QAEDA - I DRONI DI OBAMA ALL’ATTACCO: UCCISI SEI SOSPETTI TERRORISTI IN YEMEN - IL PIANO ERA DI FAR SALTARE GLI OLEODOTTI

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1. YEMEN: SEI MILIZIANI DI AL QAEDA UCCISI IN RAID DRONE USA NEL SUD
(Adnkronos/Aki) -
Sei sospetti miliziani di al Qaeda sono stati uccisi in un'operazione di un drone americano nel sud dello Yemen. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa, che cita la tv satellitare al-Jazeera, secondo cui nell'operazione sono stati lanciati due missili contro altrettanti veicoli nella provincia sudorientale di Shabwah.

2. YEMEN: SVENTATO PIANO AL QAIDA PER ESPLOSIONE OLEODOTTI
(ANSA) -
Sventato un piano di al Qaida per far saltare alcuni oleodotti nello Yemen. Lo riferisce la Bbc online che cita un portavoce del governo yemenita, Rajeh Badi. Il complotto, riferisce, puntava a far saltare alcuni oleodotti e il controllo di due porti nel sud dove si concentrano le esportazioni e dove sono impiegati diversi lavoratori stranieri.

Il livello di sicurezza nel Paese rimane alto con centinaia di blindati posti davanti ai siti strategici. "Ci sono stati dei tentativi di controllare citta' chiave nello Yemen quali Mukala e Bawzeer'', ha detto il portavoce del governo Badi. "Questo sarebbe stato seguito da attacchi coordinati da membri di al Qaida sui gasdotti nelle citta' di Shebwa e Belhaf". Secondo Badi, terroristi vestiti da soldati sarebbero stati stanziati nei porti e, su segnale, avrebbero invaso i gasdotti per prenderne il controllo.

La Bbc riferisce che gli attacchi sarebbero stati condotti per ritorsione contro l'uccisione di un membro di alto livello di al Qaida, Said al-Shihri, durante un attacco drone nello Yemen avvenuto lo scorso novembre. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ritirato il personale diplomatico nello Yemen in seguito alla minaccia terrorismo. Gli stessi Stati Uniti starebbero preparando operazioni speciali per possibili attacchi contro al Qaida nello Yemen.


3. L'AMERICA: "VIA SUBITO DALLO YEMEN"
Guido Olimpio per "Il Corriere della Sera"

Come ai vecchi tempi. Senza sparare neppure un petardo, Al Qaeda mette paura. E passata quella che sembrava essere la data critica del 4 agosto, l'emergenza terrorismo non solo permane ma si diffonde e contagia. In una storia dove ancora mancano molti pezzi.

Partiamo dalle misure, alcune a sorpresa. Washington e Londra hanno invitato i loro cittadini a lasciare immediatamente lo Yemen. Quindi hanno evacuato il personale dalle ambasciate nel turbolento Paese arabo perché - ripetono - esiste una minaccia specifica. Quasi un centinaio di funzionari e familiari sono stati portati con due voli speciali dell'Air Force. La maggior parte si trova ora nella base di Ramstein (Germania) mentre l'ambasciatore Gerald Feierstein è già negli Usa.

Protezione accresciuta attorno alle altre rappresentanze a Sana'a: quella italiana è stata chiusa al pubblico, perché il pericolo «è consistente». Livello d'allarme 3 (il più alto) per i mercantili britannici che incrociano davanti a Aden. C'è il rischio che i militanti ripetano attacchi contro navi e petroliere come fecero in passato. Rafforzati i controlli a New York, Boston, San Francisco e altre città statunitensi. Falso allarme al consolato Usa di Milano.

Indiscrezioni, rilanciate da Al Jazeera , sostengono poi che vi sarebbe qualche timore anche per il campo di prigionia a Guantanamo (Cuba). I terroristi, accogliendo un recente appello di Al Zawahiri, potrebbero assaltarlo?

Sembra difficile, ma le recenti maxi-evasioni organizzate dai qaedisti hanno fatto sorgere qualche preoccupazione al punto che la stessa Interpol ha avviato una sua indagine. Infine il nuovo esplosivo messo a punto dal mago delle bombe Ibrahim Al Asiri. Liquido, è assorbito da una camicia o giaccia del terrorista, poi è lasciato essiccare. A quel punto è pronto: il kamikaze può salire a bordo di un jet aggirando i controlli. Secondo alcune fonti una «copia» sarebbe stata consegnata alla Cia da un infiltrato saudita.

Ed è probabile che vi sia un'altra «talpa» all'origine della catena di eventi che ha spinto la Casa Bianca ad una mobilitazione senza precedenti. Nelle ultime ore sono trapelate altre ricostruzioni (parziali) sull'attività dell'intelligence.

In sintesi.

1) Alcune settimane fa è stato scoperto un messaggio segreto, forse portato da un corriere, con il quale Al Zawahiri ordina al capo dei qaedisti nella Penisola arabica, Nasir Al Wahishi, di colpire.

2) L'Nsa intercetta dialoghi tra i dirigenti qaedisti: ancora Al Zawahiri chiede che «facciano qualcosa di grosso» per la fine del Ramadan.

3) Altre comunicazioni confermano le intenzioni dei terroristi.

4) Una fonte protetta (una talpa?) mette il sigillo finale: è vero, vogliono attaccare. Ma nessuno sa dove e allora scatta l'ordine di chiusura per le 22 ambasciate, provvedimento che resta in vigore per almeno 19.

Le rivelazioni non sgombrano però il campo da qualche dubbio. Se gli Usa sono riusciti a intercettare i capi - strano che siano così loquaci, per giunta al telefono - allora potrebbero essere in grado di localizzarli. Oppure, come suggeriscono taluni, l'Nsa ha avuto solo un ruolo secondario. E ora le diverse agenzie della sicurezza provano a mettere cappello. O coprono chi per davvero ha fornito la dritta, un uomo all'interno del movimento jihadista.

Qualche osservatore ha sostenuto che le informazioni all'origine di tutto «non sarebbero nuove» e ha accusato la Casa Bianca di «politicizzare» la carta terrorismo, ha insinuato un bluff. Altri ancora rimproverano al presidente di aver sottovalutato il nemico. Il problema è che l'emergenza resta. A Sana'a tira una brutta aria e nei cieli dello Yemen volano i droni americani. Nelle ultime ore hanno ucciso quattro presunti qaedisti.

 

OBAMA barak barak obama convention ObamaDrone obama has a drone YEMEN yemenSaid al Shihri Mukala in Yemen mappa yemen ibrahim hassan al asiri Ibrahim Al Asiri