SILVIO, SALVACI TU! - PER SPINGERE IL BANANA A SCENDERE IN CAMPO, “IL GIORNALE” SCODELLA UN ‘RETROSCENA’ INDIGESTO SUL GIOCO DELLE POLTRONE BY BERSANI: PRODI AL QUIRINALE, D’ALEMA AGLI ESTERI, VENDOLA AL WELFARE, BINDI O LA PUPPATO PRESIDENTE DELLA CAMERA, CASINI PRESIDENTE DEL SENATO, E POI MINISTERI PER BARCA, LETTA, TABACCI E RICCARDI…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Laura Cesaretti per "il Giornale"

Nell'adrenalico day after della vittoria della«Ditta»,l'uni¬co che conferma agli amici di non aver cambiato idea e di aver detto la verità è Walter Veltroni : non chiederà deroghe, né incari¬chi di governo o partito. Non si candiderà neppure Massimo D'Alema , ma per lui - assicura¬no i ben informati- è assai proba¬bile che si aprano le porte del go¬verno (se, naturalmente, il Pd vincerà e il governo Bersani na¬scerà).

Quell'imprimatur di Ni¬chi Vendola, che è andato in tv a dire che D'Alema è stato «straordinario come ministro degli Este¬ri», era più un auspicio che un giudizio; e l'ex premier non avrebbe nulla in contrario a rico¬prire di nuovo un incarico che lo proietti oltre quel cortiletto italia¬no verso il quale da tempo mo¬stra grande distacco (ad esem¬pio, sotto il braccio non tiene mai Repubblica o Corriere ma so¬lo Le Monde e Herald Tribune).

D'altronde anche Vendola è in pole position ministeriale (i suoi sussurrano che gli piacereb¬be quello del Lavoro, o meglio an¬cora una riedizione del Welfa¬re), e in quota Sel si scalda i mu¬sco¬li anche il giovane e telegeni¬co Nicola Fratoianni, assessore alle Politiche giovanili in Puglia, che potrebbe trasferire la sua esperienza nell'analogo dicastero.

Per le cariche istituzionali, nel borsino del Transatlantico, ieri era data in salita l'ipotesi Roma¬no Prodi. A dare il la è stato ieri il dalemiano Claudio Burlando, governatore della Liguria e Gran¬de Elettore di Bersani: «Bersani a palazzo Chigi e Prodi al Quirina¬le. Da domani questo diventa l'obiettivo», ha twittato. Non si sa se Prodi, scaramantico co¬m'è, abbia apprezzato. Resta so¬lida però l'ipotesi Mario Monti per il Colle (Bersani lo preferirebbe lassù), mentre scendono le quotazioni di Giuliano Amato.

Al Senato risale l'ipotesi Pier Fer¬dinando Casini, che garantireb¬be la sponda centrista al gover¬no. Mentre alla Camera andreb¬be un esponente Pd, e possibil¬mente donna: Rosy Bindi però, che pure aveva accarezzato il so¬gno (in mancanza di meglio, ov¬viamente), è out, e qualcuno az¬zarda la new entry Laura Puppa¬to.

Dei suoi giovani leoni, Bersani vorrebbe al governo Fassina e Orlando (che è però anche uno dei favoriti per la segreteria Pd) ma sta facendo un pensierino pu¬re su Alessandra Moretti ; sono certi per dicasteri di peso Enrico Letta e Vasco Errani, probabile Franceschini, corteggiatissimo Fabrizio Barca ; ben piazzati i centristi Tabacci e Riccardi ma si parla anche del giovane strate¬ga casiniano Roberto Rao.

E i parlamentari? Visto che re¬sterà probabilmente il Porcel¬lum, voluto sia da Bersani che da Berlusconi, il segretario Pd si ca¬verà d'impaccio con le «prima¬rie », che gli consentiranno an¬che di evitare la rogna delle «de¬roghe » da concedere ai big, Bin¬di in primis.

Visti i tempi strettissi¬mi, però, avranno una platea di elettori molto ristretta (gli iscrit¬ti?) che premierà gli artefici della vittoria bersaniana (bassolinia¬ni e ex Dc al Sud, ex Pci in Emilia) ma che rischia di penalizzare Renzi e chi con lui si è schierato: «Il 40% delle liste se lo scorda¬no», dicono al Nazareno. E co¬munque, là dove le primarie non si potranno fare, Bersani dovrà «rassegnarsi» ad usare le liste bloccate, che gli serviranno a «rinnovare»i gruppi e a promuo¬vere i suoi: Gotor, Geloni, Spe¬ranza, Di Traglia, e il mitico Stumpo.

 

 

PIERLUIGI BERSANINICHI VENDOLAMassimo D'AlemaROMANO PRODI Rosi Bindi PIER FERDINANDO CASINI tabacci, puppato, renzi